L'agricoltura ha bisogno di soluzioni. Serve un Piano nazionale straordinario Economia

La Cia - Agricoltori Italiani è in mobilitazione dall'ottobre dello scorso anno, con la grande iniziativa di piazza nel centro storico di Roma. Sono due anni che la Confederazione ha elaborato e portato avanti proposte concrete e realizzabili per evitare di arrivare all'attuale stato di crisi dell'agricoltura italiana.

È quanto affermato con forza dal presidente della Cia Campania, Raffaele Amore, nell'incontro stampa tenutosi nella sede della CIA Campania di Napoli. È arrivato il tempo di mettere l'agricoltura al centro delle filiere e, soprattutto, di promuovere azioni tangibili a sostegno del reddito d'impresa dell'azienda agricola.

Nel corso della conferenza, incentrata sul tema ‘L'agricoltura italiana: un appello urgente per un Piano nazionale straordinario', sono state presentate le ″proposte″ della CIA per l'intero comparto produttivo.

Obiettivo del Piano Agricolo Nazionale straordinario: risalire la china. L'agricoltura italiana, pure colpita da una crisi che per tre anni consecutivi ne ha minacciato le capacità di tenuta, mantiene la sua centralità sia con riferimento all'economia del nostro Paese sia in rapporto all'agricoltura degli altri stati europei. In Italia l'agricoltura partecipa per circa il 2% al PIL nazionale. Analizzando l'insieme dei settori della produzione agricola e della trasformazione industriale, nel 2022 il valore aggiunto della filiera agroalimentare è arrivato a 64 miliardi di euro: 37,4 miliardi generati dal settore agricolo e 26,7 miliardi dall'industria alimentare. In questa configurazione istretta, il comparto rappresenta il 3,7% del valore aggiunto dell'intera economia italiana; inglobando le fasi a valle della produzione alimentare, ossia distribuzione e ristorazione, si arriva al 7,7%, ma se si considerano anche i servizi e le attività necessari per far arrivare i prodotti dal campo alla tavola (trasporti, logistica, intermediazione) la stima del peso dell'agroalimentare sul Pil supera il 15,2%.

Numeri importanti, sui quali lavorare per migliorare le performance. Il Piano, in sintesi, prevede misure per accrescere il peso economico e la forza negoziale dell'agricoltura all'interno della filiere, interventi ed idee per incentivare il ruolo ed il presidio ambientale svolti dall'agricoltura nei sistemi territoriali. Fra gli obiettivi del documento quello di collocare l'agricoltura al centro dei processi di mantenimento e sviluppo delle aree interne e rurali del Paese. Altra missione è quella di salvaguardare il sistema di attività sociali vitali per contrastare il processo di abbandono e spopolamento, così da consentire la permanenza della popolazione e delle imprese sui territori, in modo particolare aree interne. Per la CIA fondamentali le misure per consolidare il trend di crescita delle esportazioni made in Italy. Il Piano proposto dalla CIA -è stato sottolineato- include la gestione sostenibile delle risorse, dall'irrigazione alla manodopera agricola. La necessità di un approccio chiaro alla gestione delle calamità naturali e delle risorse idriche emerge come priorità, insieme a proposte per incentivare la gestione delle aree interne e ridurre le accise e l'IVA sul gasolio.

A chiusura dei lavori, il direttore della Confederazione Mario Grasso ha annunciato i prossimi appuntamenti e la volontà di avviare un confronto con le istituzioni territoriali. Abbiamo in programma un ciclo di assemblee nelle cinque province campane, che si chiuderà a fine marzo con un'Assemblea regionale a Napoli. Il messaggio che lanciamo oggi è molto semplice: siamo aperti ad un confronto costruttivo con chiunque, evitiamo altri problemi e, soprattutto, costruiamo soluzioni.

GIUSEPPE CHIUSOLO