''South Working'', un'opportunità per il Sud e le aree interne Economia

Si parla ormai solo degli effetti negativi della pandemia da Covid ma, forse, qualche aspetto positivo possiamo trovarlo nello sdoganamento del cosiddetto smart working, il lavoro a distanza.

Dallo scorso marzo ad oggi, infatti, secondo Svimez oltre 100 mila lavoratori (in larga parte giovani) sono tornati al Sud dalle regioni del centro-nord dove erano emigrati per ragioni di lavoro.Forse allora è vero che, come si dice, dalle grandi crisi derivano anche grandi opportunità, a patto però di saperle cogliere. Il controesodo dei cervelli lo hanno chiamato South Working, proprio in nome delle opportunità che potrebbe portare ad aree interne del Meridione a rischio spopolamento, come per l’appunto il Sannio.

Benevento e provincia, infatti, soffrono di un drammatico e inesorabile spopolamento: stando agli ultimi dati Istat, a gennaio 2018 gli abitanti sanniti erano 279mila e 200, a fine novembre 2018 erano 277mila 300: quasi 2mila abitanti persi in un anno e col saldo migratorio tornato ad essere sempre negativo. I giovani sono costretti a scappare dalle aree interne che, purtroppo, hanno sempre meno da offrire a tutti coloro che vorrebbero invece rimanere. Un paradosso, se pensiamo che anche l’Università dal Sannio ogni anno sforna tanti giovani professionisti che però devono andare a cercare altrove l’agognato impiego. Certo, si dirà che l’emigrazione dal Sud non la scopriamo oggi, ma purtroppo negli ultimi anni è diventata galoppante. E, allora, ritorniamo alla domanda inziale: il South Working può essere un’occasione di ricostruzione del tessuto socioeconomico delle aree interne, attraverso il ritorno dei giovani nella propria terra? Lavorare da Benevento, Pietrelcina, San Giorgio la Molara e percepire lo stipendio dall’azienda di Milano è veramente possibile?

La risposta potrebbe essere sì, ma non bisogna indugiare ulteriormente. Le Istituzioni devono uscire dall’apatia e investire al Sud - in particolar modo nelle aree interne - attraverso progetti mirati, focalizzati innanzitutto a ridurre il digital divide, perché senza connessione veloce ad internet di certo non si può pensare di lavorare a distanza da un qualsiasi comune del Sannio. I giovani hanno voglia di restare, ma è necessario “adeguare” il Sud Italia alla nuova congiuntura economica e alle nuove necessità dei suoi giovani. Perché ripopolare le aree interne del Meridione d’Italia significa non solo ridare linfa a una splendida terra ma anche e soprattutto l’occasione di ridurre il divario territoriale del paese, avviare una nuova fase di crescita economica sfruttando il lavoro da remoto e dando l’occasione a chi vuol tornare di farlo. E vi sembra poco? Non si perda questa storica occasione.

ALESSIO ERMENEGILDO SCOCCA