Tassi troppo alti per le imprese sannite. Economia

“Impresa, Banca, Territorio: Fare Sistema per la Crescita” è il tema del convegno che si è tenuto nel palazzo dei congressi delle terme telesine organizzato dalla confindustria di Benevento e dalla Banca Popolare di Ancona . Interessante lo svolgimento dei lavori, per il livello degli interventi e per la materia trattata, che meritava certamente una platea ben più nutrita rispetto a quella presente che ha sfidato la calura estiva perché l’orario di inizio dei lavori, le quindici, era per davvero infausto.
In sostanza l’asse della discussione è stato improntato sul rapporto banca-imprenditore ed il ruolo che questi due soggetti svolgono per lo sviluppo dell’impresa e quindi del territorio. Il presidente della confindustria di Benevento, Costanzo Iannotti Pecci, che giocava in casa per aver organizzato il convegno che si svolgeva nelle terme telesine di cui è amministratore delegato, ha sostenuto con vigore la necessità di “ fare sistema tra imprese per crescere “, non tralasciando però di ricordare alle banche di svolgere un’azione di supporto e di promozione in questo discorso e non pensare solo (ed egoisticamente ) al ritorno in termini di interesse.
Aniello Cimitile, rettore della Università del Sannio, ha citato una metafora molto significativa: “Una lampada che si accende non fa la festa del Carmine” come a dire che la presenza e la disponibilità di una banca, quella di Ancona per l’appunto, non è significativa della disponibilità di tutti gli istituti bancari. “I tassi di interesse sono alti e questo è un macigno per chi vuole fare impresa sul territorio”, ha continuato Cimitile, per cui “io non sono preoccupato ma allarmato”. Anche Ferruccio Carminati, amministratore delegato Piccole Imprese, ha sostenuto la necessità dello stare insieme per essere più forti e vincere la sfida della competitività. Un esempio di perfetta e riuscita concertazione è stato portato avanti dalla Provincia, ha sostenuto il presidente Carmine Nardone, in occasione del Por Agricoltura.

CARLO FRANCO