23 aprile 2024, Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d'Autore Eventi

La donna, il cavalier, i libri, le rose, i draghi e le audaci imprese, io canto”. Così esordirebbe il proemio di un eventuale scritto sulla mirabolante storia di Sant Jordi e la giovane principessa di Silena, una cittadina della Libia medievale.

Un giorno indefinito di un anno imprecisato, uno spaventoso drago infestava la piccola città di Silena, situata nell’Africa settentrionale, divorando bambini, giovani e donne.

La popolazione intimorita gli offriva il proprio bestiame nel tentativo di placarne la fame, finché non finirono gli animali da sacrificare e il drago tornò a divorare gli abitanti più giovani, che venivano estratti a sorte giorno per giorno.

Quando venne estratto il nome della figlia del re, il sovrano non poté evitare alla giovane principessa il tragico destino cui era condannata e obbedì al fato, anche costretto dalle insistenze del popolo che aveva già sacrificato molti dei propri discendenti.

La ragazza fu lasciata davanti alle mura del castello nell’attesa che arrivasse il drago, quando, all’improvviso, il cavaliere Jordi che passava di lì in sella al suo cavallo bianco, vedendo la principessa in lacrime, decise di affrontare la bestia alata per salvarla. Dopo un feroce combattimento, il valoroso Jordi riuscì a uccidere il drago e il sangue che sgorgava dalle squame del cadavere dell’animale tramortito si trasformò in un meraviglioso roseto.

Altre versioni del racconto riportano la stessa storia, ma in un luogo diverso, a Montblanc, una piccola cittadina della Catalogna. Qui, infatti, sin dal medioevo si celebra la festa di San Jordi, nominato patrono della città nel 1456. La tradizione voleva che durante la festività gli uomini regalassero alle donne una rosa rossa.

La figura del cavaliere è legata a quella di San Giorgio, un soldato romano di origine greca che fu ucciso il 23 aprile 303 perché si rifiutò di rinunciare alla propria fede davanti all’imperatore Diocleziano. La comunità cristiana cominciò così a venerarlo come martire e da quel momento sulla sua figura nacquero storie e miti di ogni genere come quella che ha per antagonista lo spaventoso drago.

Ma cosa c’entrano i libri con questo antico racconto figlio del folclore e tramandato nei secoli?

A differenza di quanto si creda, il cavaliere Jordi e la principessa non spuntano fuori da un testo, né da polverosi manoscritti sull’amor cortese: sono personaggi che trascendono il tempo, levigati dal prestigio della leggenda, i libri sono venuti dopo.

Negli anni venti del secolo scorso lo scrittore Vincent Clavel Andrés decise di dare vita a una festa del libro in Catalogna (territorio di cui San Jordi è patrono), scegliendo il 7 ottobre 1927 come data di nascita della festività.

Soltanto qualche anno più tardi, con l’Expo internazionale di Barcellona, i librai iniziarono spontaneamente a presentare le novità editoriali sulle bancarelle nel corso del mese di aprile. Così la festa del libro fu spostata simbolicamente al 23 aprile, data della morte di San Giorgio, Miguel De Cervantes e William Shakespeare.

Fu così che l’usanza della rosa rossa si completò: le donne che ricevevano, come da tradizione, la rosa dagli uomini, donavano loro un libro. Se il racconto storico che lega San Jordi alla fiera del libro svuota un po’ del suo fascino quella coltre di magia e mistero che da sempre copre ogni leggenda tramandata dai racconti dei popoli, è possibile recuperare in parte il magnetismo del mito, collegando simbolicamente la figura del santo al libro.

Se si prova a leggere da un punto di vista esoterico l’impresa di San Jordi, è possibile trovare degli elementi che possono senza dubbio aver influenzato, a livello di inconscio collettivo, questo insolito accostamento.

Gli archetipi simbolici d’altronde sono da tutti noi recepiti inconsciamente attraverso i secoli: è soltanto attraverso i simboli che l’essere umano può entrare in contatto con sé stesso durante il sogno.

La figura del drago ha innumerevoli significati esoterici a seconda delle culture prese di riferimento, per quel che qui concerne, però, è importante considerarlo come rappresentativo di un ostacolo necessario.

Per la tradizione alchemica, infatti, il drago rappresenta il caos degli elementi che è essenziale vivere per raggiungere l’equilibrio; nella psicologia junghiana è l’ombra che tutti noi possediamo, la parte celata da riconoscere e integrare; per la tradizione cinese e il tao il drago appartiene a uno stadio cui il simbolismo alchemico e junghiano anelano: per la prima, infatti, è il custode dei laghi e dei fiumi, quindi della forza vitale, mentre per il tao rappresenta l’illuminazione.

I bambini e i giovani che sono vittime innocenti dell’inarrestabile fame dell’animale rappresenterebbero degli esseri ancora spiritualmente immaturi, incapaci di sostenere l’immenso peso della forza interiore che la bestia risveglia attraverso il suo caos necessario.

La principessa rappresenterebbe l’anima dell’uomo che è scombussolata da questo disordine e che rischia di perire se non affrontato con i giusti armamenti.

Il cavaliere Jordi affronta questo caos necessario in sella al suo cavallo bianco, simbolo del sole e della nascita del giorno, quindi della luce che illumina “l’ombra dell’uomo”, ovvero la saggezza, la conoscenza di sé e del mondo e il coraggio derivato da questa stessa conoscenza: tutti elementi che permettono di uccidere il drago e di raggiungere quell’illuminazione in cui l’anima umana può fiorire.

Non cadono gocce di sangue, ma rose rosse, anche l’oscurità della morte è integrata in una vita nuova, completa, secondo i canoni della psicologica junghiana.

La luce della conoscenza si può perfettamente legare al libro, elemento che meglio di ogni altro rappresenta la saggezza e lo strumento più adatto a irradiare l’animo umano, sconfiggendo e trasmutando anche il buio più gelido.

Proprio in onore della festa nata in Catalogna, nel 1995 l’UNESCO ha deciso di riconoscere il 23 aprile come la giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, legando per sempre e globalmente i libri alla leggenda del Santo.

RAFFAELE DE BELLIS