Riqualificare l'asse di Via delle Puglie-Meomartini In primo piano

Siamo rimasti in pochi a poter “raccontare la città” per evitare sbandamenti da parte di chi l’amministra. Ai primi vagiti della squadra del sindaco Fausto Pepe (anno 2005), un intraprendente assessore, oltre al semaforo tra Via Intorcia e Via Pacevecchia (abbandonato prima dell’accensione ufficiale), si distinse pe l’arredamento di ogni palina esistente di una fascia verticale plastificata riportante il nome della strada. Ne è rimasto qualche esemplare al Viale degli Atlantici. Ricordo che all’epoca duettai con l’amico direttore di Gazzetta Alfredo Pietronigro, considerando arbitrario l’accorpamento del Viale degli Atlantici nel fantomatico Rione Mellusi (“avete ammiscato la lana con la seta” il mio poco caritatevole sfogo).

Poi sapete che, più di dieci anni dopo, al Viale degli Atlantici hanno tentato di tagliare i pini, abbattendo la sua precipua fisionomia, quella che l’architetto Giuseppe Cantone ha definito (Realtà Sannita, settembre 2020) spazio basilicale. Ua insorgenza di liberi cittadini è riuscita ad impedire il taglio dissennato, sostenuto da una incredibile unanimità di amministratori e assessori “ruotati” (nessuno dei licenziati ebbe mai il dubbio di passare tra i sostenitori dei pini).

Non tutta la “città com’era” può essere conservata come una cosa morta. Anche le strade hanno una vitalità, non foss’altro perché sulle strade si muovono gli uomini: e si muovono con mezzi che la tecnologia ha profondamente modificati, e moltiplicati. Anche le strade “vivono”. Le alberate erano un servizio prestate alla stabilità del terreno ma anche un servizio di rinfresco per chi (uomini e animali) si serviva dei mezzi di locomozione.

Alcune bellissime immagini fotografate dall’aereo nel 1937 ci mostrano tutte le strade allora periferiche ordinatamente alberate. Quando troppe automobili andavano a sbattere contro i vigorosi tronchi di troppi alberi, erano gli anni Sessanta, l’Italia corse ai ripari, eliminando molte alberate. Fu la sorte toccata ai pini di via delle Puglie, che conserva solo qualche raro esemplare. Il sistema stradale degli anni Trenta aveva il suo fulcro nella Statale Appia (SS n.7) da Roma a Brindisi. Fu per rendere più comoda ai nuovi mezzi meccanici che la strada fu asfaltata o, nei passaggi urbani vicini all’abitato, pavimentata con i cosiddetti sampietrini: Via delle Puglie, dall’incrocio con Via Porta Rufina fino all’incrocio con la SS 88 dei Due Principati (Villa Comunale). La parte a seguire fino alla chiesa dell’Angelo fu asfaltata dopo la realizzazione del Viale degli Atlantici (inaugurati il 28 ottobre 1933).

L’Appia asfaltata proseguiva il suo percorso verso San Giorgio del Sannio affrontando la campagna fino al ponte delle Tavole. La testimonianza storica è data dalla Casa Cantoniera, accanto alla quale sorse la chiesa del Sacro Cuore.

Nel secondo dopoguerra non è di molto cambiato il segmento di via delle Puglie, mentre dalla chiesa dell’Angelo al ponte delle Tavole è avvenuta una urbanizzazione anche forse molto accentuata.

Il primo tratto in discesa di via Meomartini verso il Viale Mellusi (viale aperto nel 1953) conquistò i primi marciapiede negli anni ’70 al tempo dell’assessore Biagino Principe. Non molto è cambiato, mentre tra Ufficio Postale, bar, edicola giornali, Casa del Cane, supermercato, esercizi commerciali “alimentari e diversi”, insediamento del Comando Provinciale dei Carabinieri e della Sezione di Polizia Stradale le utenze di automobili private rendono caotico il traffico nelle ore di punta, per non parlare di inquinamento.

Ecco allora l’esigenza di riqualificare tutta la tratta Via delle Puglie e Via Meomartini con la realizzazione di tutti i servizi logistici e funzionali (fognature, canalizzazione dell’acqua piovana), marciapiedi, aree di sosta e parcheggio per le autovetture, segnaletica “aperta” agli assi interquartiere e al sistema di scorrimento esterno.

Si dà il caso che su via Meomartini confluirà il “movimento” del Comando provinciale della Guardia di Finanza di prossimo insediamento. Ecco allora l’esigenza di ridisegnare la sede stradale e i marciapiedi, ritagliando lo spazio per aree di sosta, migliorando le traverse e la segnaletica per avviare chi deve fermarsi verso le aree oggi ancora disponibili sulle parallele aree attrezzate verso l’Ospedale Rummo e la Chiesa dei Cappuccini (via Ferrannini, via fratelli Addabbo, via Marco da Benevento, via Biagio Cusano…).

Per Via delle Puglie, fermo restando il suo mantenimento come “pezzo di storia” non solo locale, non sarà necessario un grave incidente per progettare soluzioni degne del ventunesimo secolo. Via delle Puglia, dalla Villa Comunale a salire, non ha neanche un metro di marciapiede, ma quel che è peggio non ha nessuna via di fuga di un malcapitato pedone né a monte e né a valle. E’ tempo di studi attenti e di scelte coraggiose, anche per Via Fontanelle che su via delle Puglie si immette..

Ancora e sempre inutile riaprire il discorso del completamento delle famose tre gallerie?

MARIO PEDICINI