Leggere su carta e scrivere a mano sviluppa le capacità intellettive Società
Personalissima premessa - Andare in edicola (meglio ancora se provvista di cartoleria) per me è una gioia e non sto esagerando, prova ne è il fatto che io da piccola spendessi tutta la mia paghetta in giornali, penne, matite, block notes e diari (anche in patatine per la verità).
Avete presente un bimbo davanti la vetrina di una pasticceria, ecco per me è uguale: dapprima mi riempio gli occhi guardando in ogni dove, poi mi muovo tra le scaffalature sfiorando oggetti e sfogliando giornali, quindi prendo tutto ciò che carpisce la mia attenzione e incuriosisce la mia mente e mi dirigo alla cassa per pagare, praticamente non torno mai a casa a mani vuote, soprattutto, poi, da quando a Sudoku sono arrivata al “Livello Difficile” (evvai!).
Ebbene, avendo acquistato giorni fa - tra le altre cose - anche il settimanale Grazia n° 47, leggo in un trafiletto in basso a pag. 155 il seguente titolo: LEGGERE E SCRIVERE SU CARTA PROTEGGE LE NOSTRE MENTI.
Digitale e giovani - In pochissime righe viene subito enunciato il mantra/obiettivo/difesa dell’Osservatorio permanente Carta, Penna & Digitale creato dalla Fondazione Luigi Einaudi, ovvero: “carta e penna salveranno il mondo”, quindi si dà notizia che il 7 novembre si sarebbe tenuto un convegno a Roma, nella Sala Alessandrina dell’Archivio di Stato - a cui avrebbero partecipato esperti internazionali, come la neuroscienziata Maryanne Wolf - sulla difesa della scrittura a mano e la lettura su carta, quali pratiche insostituibili per lo sviluppo delle capacità intellettive.
Inutile dire che sono andata immediatamente a spulciare tra le pagine online della Fondazione e dell’Osservatorio, dove c’è scritto che l’eccesso di digitale sta deteriorando le facoltà mentali dei giovani: “Negli ultimi 10 anni i disturbi dell’apprendimento degli studenti italiani sono aumentati del 357%, i casi di disgrafia del 163%. Le prove Invalsi del 2023 hanno certificato che la metà dei ragazzi al termine delle scuole secondarie fatica a comprendere ciò che legge, mentre un’indagine della commissione Istruzione del Senato ha messo in relazione l’uso degli smartphone col progressivo deterioramento delle facoltà mentali dei più giovani. Luigi Einaudi riteneva che una società è sana quando ciascuna persona è messa nelle condizioni di sviluppare al massimo le proprie potenzialità. Accade il contrario. Tutti gli indicatori ci dicono che il quoziente di intelligenza, la soglia di attenzione, lo spirito critico e le conoscenze delle nuove generazioni sono in drastico e costante calo”.
Il giusto equilibrio - Poiché il progresso non si ferma e la crescita del mercato digitale è sempre più in espansione - come fra poco ci confermeranno le vendite che si concentrano tra Black Friday, Cyber Monday e Natale - allora come raggiungere il giusto equilibrio tra vecchio e nuovo mondo?
Del resto, non avrebbe neppure senso provare ad arrestare l’innovazione tecnologica, perché le mutazioni, da che mondo è mondo, irrompono senza chiedere il permesso a nessuno e gli eventuali o accertati rischi non si risolvono fermando o limitando la ricerca e lo sviluppo.
Da sottolineare comunque un altro dato: innovazione, comprensione del fenomeno e quindi regolamentazione non viaggiano alla stessa velocità… Dunque che fare?
Partendo dal presupposto che è sempre difficile fare previsioni, a livello personale sta ad ognuno di noi - oggi - comprenderne risorse e limiti ed agire di conseguenza, si spera saggiamente; a livello di strutture governative, invece, si auspicano investimenti - necessari e massicci - in istruzione e formazione e, poi, una regolamentazione per la protezione sociale di tutti e non per il bene di pochi.
Il convegno - “Le neuroscienze ci dimostrano che, con la lettura profonda, sviluppiamo e utilizziamo facoltà essenziali quali l’empatia, il pensiero critico, la capacità di riflessione e che la scrittura a mano aiuta le reti motorie del cervello a consolidare la memoria. Abbiamo oggi numerosi studi e articoli scientifici, i quali dimostrano che maggiore è l’esposizione al digitale e peggiore è il rendimento scolastico degli studenti”. È quanto ha sostenuto la neuroscienziata statunitense Maryanne Wolf, intervenendo al convegno summenzionato ed intitolato “Leggere il presente per scrivere il futuro. Il valore imprescindibile della lettura su carta e della scrittura a mano in corsivo”, promosso da Andrea Cangini, direttore dell’Osservatorio Carta, Penna & Digitale della Fondazione Luigi Einaudi.
Alla tavola rotonda ha partecipato anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, il quale ha posto l’accento sulla forte correlazione - emersa dalla rilevazione OCSE PISA 2022 - tra l’uso degli smartphone da parte degli studenti ed il calo del loro rendimento scolastico, da qui la convinzione che: “Tutte le aule scolastiche dovrebbero essere ambienti ‘senza telefoni’ perché sono un elemento di distrazione per i ragazzi. Gli studenti - ha aggiunto - hanno bisogno di più libri cartacei su cui studiare e tornare a scrivere con carta e penna, perché sono abitudini necessarie per acquisire pienamente le competenze di base. Un abuso di smartphone danneggia le capacità di concentrazione e di memorizzazione, oltre a creare dipendenza”.
Da sottolineare che - su richiesta di Valditara - il prossimo 25 novembre, a Bruxelles, si discuterà dell’utilizzo degli smartphone a scuola, proprio per insegnare alle giovani generazioni ad adoperare gli strumenti digitali in modo corretto.
ANNAMARIA GANGALE
Foto: fila.it