L'ingegnere beneventano che ha illuminato il mondo Società

Credendo che nel nome della persona ne fosse indicato il destino, i Romani coniarono la locuzione “nomen omen” la quale, a distanza di secoli, può essere validamente applicata alla straordinaria figura di Almerico Meomartini junior, ingegnere beneventano che il 24 aprile ha compiuto 90 anni ed è degno erede del prozio omonimo, notissimo architetto e archeologo scomparso nel 1923, quando egli aveva appena un anno e quando certamente nulla poteva far presagire che avrebbe percorso le tappe di un’analoga brillante carriera.

Ultimo dei dieci figli del cavalier Giuseppe, Almerico junior nasce nel 1922 nell’antico palazzo Meomartini in Corso Dante poi distrutto dai bombardamenti, e trascorre gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza a Napoli ove riceve l’istruzione dapprima privatamente dalle due sorelle Gross Gastayer di origini tedesche, e poi presso il Liceo Umberto ove consegue la maturità classica con il punteggio rarissimo di 10 e lode ed ha come compagni di scuola il futuro regista Francesco Rosi, il Principe Nicola Pignatelli, il giornalista Antonio Ghirelli che sarà capo dell'Ufficio Stampa del Presidente Pertini e il cronista sportivo Maurizio Barendson.

Sulla scia dell’illustre prozio, si iscrive quindi alla facoltà di Ingegneria nell’ateneo partenopeo, ma nel 1942 è richiamato alle armi come Allievo Ufficiale scampando poi avventurosamente alla cattura da parte dei tedeschi fuggendo a piedi da Sarzana (SP) fino a San Marco dei Cavoti, e riprendendo gli studi solo al termine con conflitto presso il Politecnico di Milano ove consegue la laurea in Ingegneria Industriale con una tesi sugli impianti di tessitura e il motore a scoppio.

Subito dopo, vincitore di concorso come quarto classificato su 180, viene assunto alla SAE-Società Anonima Elettrificazione, specializzandosi nella progettazione e costruzione di linee ad alta tensione e torri per elettrodotti all’estero e lavorando quindi in Turchia, India, Mozambico, Angola, Sud Africa, Stati Uniti, Inghilterra, Irlanda,Marocco, Tunisia, Brasile, Colombia, Argentina, Venezuela, Francia, Germania, Thailandia, Malaysia, India, Giappone, Hong Kong e Australia.

Professionista preparatissimo, dimostra altresì straordinaria resistenza a condizioni di lavoro in terre lontane e ancora arretrate, spesso raggiunte con aerei ad elica non attrezzati ai voli notturni e quindi costretti a scali quotidiani, e dove l’unica risorsa è il lavoro dell’uomo.

Percorsi in dieci anni tutti i sette gradi della carriera da ingegnere di III categoria fino quello di dirigente, nel 1959 viene nominato General Manager della SAE Thailandia Ltd continuando a compiere trasferte in tutto il mondo e progettando e dirigendo i lavori di numerose linee elettriche tra cui quella che, partendo da una diga a nord della Thailandia, attraversava dapprima una zona montagnosa e coperta da giungla e poi un’enorme distesa di risaie a massima produzione e pertanto allagate da maggio a settembre, circostanza che comporta l’ideazione di un avveniristico sistema di palificazione messo a punto con i colleghi milanesi pur di dare finalmente la luce elettrica alla città di Bangkok.

Vissuto in Thailandia per dodici anni fino al 1971, Meomartini è anche amministratore delegato di una società locale appositamente costituita per la gestione degli impianti elettrici, cura la realizzazione di una grossa rete di telecomunicazioni nel centro-sud del paese per la ITI di Antwerp (Belgio), costruisce impianti direzionali di volo per aerei supersonici statunitensi guidati elettronicamente, e dirige infine il Branch Office della SAE in Malaysia e nel Borneo per l’esecuzione di lavori assai impegnativi comprendenti la bonifica di paludi malsane e il disboscamento della fitta giungla, effettuato da maestranze del posto senza mezzi meccanici e con il solo ausilio di elefanti addomesticati.

Tornato in Italia stabilendosi dapprima a Milano e poi a Genova, Meomartini continua a guidare importanti progetti di respiro internazionale, tra cui la realizzazione del ponte sul Bosforo a Istanbul progettato dagli ingegneri Gilbert Roberts e William Brown della Cleveland Bridge, il raddoppio delle acciaierie di Volta Redonda in Brasile, e la linea per congiungere il sistema di elettrificazione siamese con quello del Laos nonché un impianto nello Zaire a 500.000 volt, uno dei pochissimi del genere allora esistenti al mondo, per conto della Brown & Roat.

Attivo anche in Venezuela, Tunisia, Egitto, Camerun e Kuwait (per la costruzione di un impianto da 400.000 volt su commissione di una società di appaltatori veneti), viene nominato Cavaliere Ufficiale dell’Ordine della Repubblica Italiana nel 1967 per alti meriti professionali nonché per aver favorito l’introduzione di imprese italiane in Thailandia, per essere stato tra i promotori della Camera di Commercio Italiana e per aver più volte aiutato finanziariamente opere assistenziali locali ed iniziative culturali promosse dall’ambasciata stessa. Nel 1971, invece, il presidente Saragat lo nomina Grand’Ufficiale della Repubblica.

Appassionato in gioventù di vela e di pesca a traino e subacquea nei mari thailandesi, l’ingegner Meomartini in età matura si è dedicato con altrettanto successo al golf collezionando innumerevoli premi e medaglie e ancora oggi, a dispetto dell’età, una partita sui campi della riviera ligure dove risiede è un appuntamento fisso delle sue giornate.

Dopo aver portato la luce nei più lontani angoli del pianeta, questo nostro illustre concittadino si gode quindi il meritato riposo di una vita avventurosa e ricca di soddisfazioni dopo aver festeggiato il 90° compleanno nella sua casa di Arenzano (Genova) con le due figlie Carlotta e Vittoria, i nipoti e la sorella Celeste che lo ha appositamente raggiunto da Napoli e che, di due anni più grande, prima di partire ha espletato le pratiche per il rinnovo della patente di guida, un’altra radicata passione familiare comune ai due ultimi esponenti dell’illustre casato sannita dei Meomartini che ha fatto la storia del Sannio e ne ha tenuto alto il nome in Italia e nel mondo.

ANDREA JELARDI 

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