Pietrelcina incontra la sua storia Società

Premettiamo che sapevamo qualcosa, ma non potevamo, ovviamente, sapere tutto, afferente alla pubblicazione sponsorizzata dal Comune di Pietrelcina del libro-catalogo intitolato Pietrelcina incontra la sua storia, con sottotitolo Narrazione di avvenimenti documentati, finito di stampare nel mese di luglio 2021, a cura della Viesse Grafica.

Lavoro letterario dedicato, così come risulta sulla pagina di apertura: Agli abitanti di Pietrelcina che, nel corso dei secoli, hanno patito gli eventi della storia.

Ed è stata proprio quest’ultimissima espressione hanno patito gli eventi della storia, che ci ha spronati, non poco, appena avuta tra le mani, a sfogliare l’opera editoriale, immediatamente, tralasciando le nostre cose da fare, e a dare una fugace scorsa alle pagine più caratterizzanti!

A farcela illustrare è il consigliere comunale Giancarlo Paga, coordinatore del progetto culturale frutto della ricerca e dell’impegno di appassionati studiosi del territorio: Angelo Masone, Stefania Paradiso, Domenico Rossi, Giuseppe Scocca, Paolo Tresca, Sergio Tretola, Giancarlo Paga: “Il libro vuole condurti, pagina dopo pagina, in quella dimensione estremamente plastica del tempo e dello spazio dove i luoghi e gli eventi accaduti, sconosciuti o dimenticati, improvvisamente riprendono vita per dirti che non sono stati cancellati”.

Il Paga prosegue chiosando così la presentazione del libro: “Il 25 maggio 1887, sicuramente rappresenta un punto di svolta, uno spartiacque, nella storia umana e spirituale di Pietrelcina. Da quella data in poi le cose non sono e non saranno più come prima!”.

Intanto, nel medesimo volume tipografico, in forma allungata, e ancor prima di proseguire, teniamo a precisare che i disegni sono di Giuseppe Scocca; le foto sono di Angelo Masone e la videoimpaginazione è della Viesse Grafica di Pietrelcina.

Il testo consta di ben novantacinque pagine con foto ed immagini a colori, scansionate in argomenti storici facenti capo a periodi temporali ben settorializzati della storia dell’umanità, i medesimi così sono stati individuati: Preistoria; Età antica; Medioevo; Età moderna; Età contemporanea. Lo stesso, si conclude con l’Appendice attinente allo Stemma del Comune di Pietrelcina.

Non possiamo non concludere con ciò che hanno ricercato ed approfondito gli autori di codesto pregevole lavoro letterario in merito a quanto accadde in Pietrelcina la mattina del 10 agosto 1861.

E fu proprio questa la nostra mirata domanda che rivolgemmo ai relatori, tra cui Luigi Giova e Mario De Tommasi, Mario D’Agostino, Delia Scocca, Carmine Montella, di un convegno sul Brigantaggio e la Fucilazione dei rivoltosi a Pietrelcina, svoltosi, qualche anno fa, nella sala polivalente “Grazio Forgione”, sottostante piazza SS. Annunziata. E dopo, qualche anno, la nostra desiderata è stata mirabilmente esaudita.

Peraltro, ci tenevamo non poco a sapere quale fu la sorte che venne riservata al sindaco Giacomo Tavini in quel tragico frangente temporale, del 1861 appena dopo pochi mesi dall’Unità d’Italia, della drammatica storia di Pietrelcina. Peraltro rammentiamo che il Tavini fu esponente avito della blasonata famiglia di nostra madre Violante.

A tal riguardo, così proseguono i coautori: “Chiusi i conti coi briganti del Pilorusso, i soldati del Maggiore Rossi, la mattina del 10 agosto 1861, rastrellarono il paese per punire i fautori della rivolta pietrelcinese. A guidarli, casa per casa, fu il sindaco liberale Giacomo Tavini. Una volta riuniti, i rivoltosi furono condotti nella piazza del paese e fucilati.

I registri della parrocchia riportano quel 10 agosto la notizia della morte violenta di 11 pietrelcinesi. Questi i loro nomi: Cosimo D’Andrea, di anni 30, Giovenale De’ Palma, di anni 70, Mennato Aucone di anni 75, Giuseppe Frangiosa, dianni 30, Lorenzo Pannullo, di anni 42, Antonio Lepore, di anni 24, Giuseppe De’ Cianni, di anni 43, Giovanni De’ Cianni, di anni 18, Michele Orlando, di anni 45, Giuseppe Santillo, di anni 31, Domenico Cardone, di anni 38. Morirono tutti alle 10 del mattino, tranne Domenico Cardone che morì a mezzogiorno. Si trattò, probabilmente, di uno dei tanti episodi di giustizia sommaria avvenuti in quegli anni per opera di soldati e ufficiali dell’Esercito Italiano.

Alla scia di sangue generata dalla rivolta dell’estate 1861 si deve forse ricondurre un ultimo, duplice, omicidio: quello del sindaco Giacomo Tavini e della sua amante Candida Cardone. Uccisi per mano ignota il 6 marzo 1862, alle 2 di notte mentre erano a letto. I pietrelcinesi vedevano in lui il principale responsabile di quelle esecuzioni e probabilmente ci fu tra i vinti chi ebbe sete di vendetta”.

A codesta opera letteraria, di rilevante valore storico per la valenza considerevole dei protagonisti e degli oggetti delle trattazioni, peraltro codesti sono documentati, fotografati ed illustrati artisticamente con più tavole di disegni a colori, non potevano non mancare i ringraziamenti del sindaco protempore Mimmo Masone: “Ringrazio gli illustri autori che hanno ideato e redatto questo originale ed appassionante libro di una storia, non recente, origine della nostra collettività da cui possiamo suggere il nettare per il nostro futuro e realizzare i nostri sogni nel rispetto dell’altrui libertà, dell’ambiente e dei nostri valori. Impegniamoci ad essere protagonisti del nostro avvenire e degni eredi dei sacrifici e delle speranze dei nostri avi!”.

ANTONIO FLORIO