Quando WhatsApp è fonte di stress e ansia Società

Da alcuni giorni, per molte persone, soprattutto giovani e giovanissimi, sentir trillare il proprio cellulare è diventato causa di forte stress e notevole ansia. Molto spesso i proprietari di smartphone, destati da un breve squillo dei loro costosi e sofisticati apparecchi, si soffermano a fissare il display, soppesando con attenzione i pro ed i contro prima di decidere se premere il tasto che consente loro la lettura del messaggio. Perché, una volta effettuato tale gesto, essi avranno compiuto un’azione irreversibile, non priva di conseguenze: il telefonino, latore di un messaggio di qualsivoglia importanza, renderà immediatamente consapevole il suo mittente del fatto che il destinatario ha ricevuto e letto tale forma di comunicazione. E una volta letto il messaggio, non si può più tornare indietro.

Se non vi riconoscete nei panni degli utenti che ho or ora descritto, vuol dire che non siete tra coloro che utilizzano abitualmente la popolare app nota con il nome di WhatsApp (dall’inglese “What’s up?”, ovvero “Che succede?”, espressione usatissima da Bugs Bunny, il coniglio furbetto dei cartoni animati Warner Bros). Nata nel 2009 e di recente acquisita da Facebook, tale applicazione consente ai possessori di scambiarsi flussi di messaggi tramite smartphone ma, anziché pagare un tanto per ogni messaggio inviato, l’utente paga un canone d’abbonamento annuale di poco meno di un euro e poi è libero di mandare un numero illimitato di messaggi. Se prima non lo sapevate, ora magari avete capito per quale motivo molti giovani passano ore ed ore a picchiettare le dita sulle tastiere dei loro cellulari.

In Italia attualmente il 56% di coloro che possiedono uno smartphone ha scaricato WhatsApp, con percentuali molto più elevate nelle fasce d’età più basse. Ma quello che ha scatenato il panico tra gli utenti è una novità introdotta da poche settimane: la doppia spunta blu, ovvero un modo che segnala a chi ha inviato il messaggio che il destinatario l’ha letto. Una comodità apparentemente innocua, già presente in altri mezzi di comunicazione moderni (i messaggi su Facebook, ad esempio, o talvolta le email), ma che nel caso in questione ha provocato non pochi trambusti.

Immaginate di avere un coniuge geloso e possessivo, o una madre apprensiva, un capo opprimente o semplicemente un amico o un’amica rompiscatole: siete tormentati a tutte le ore da una caterva di sms (tanto non li pagano), spesso reiterati in modo insistente, molti dei quali cominciano con “Hai letto il mio messaggio?”. Fino a ieri potevate mentire, potevate accampare scuse di ogni genere: ho la batteria scarica, ero in treno ed il telefono non prendeva, il mio cellulare ha un virus, mi stavo lavando le mani e mi è cascato lo smartphone nel lavandino… ma ora non più: adesso, grazie alla magica doppia spunta blu, il vostro personalissimo stalker sarà informato repentinamente a proposito del momento esatto in cui avrete letto il suo messaggio. Se non gli risponderete, vorrà dire che lo state deliberatamente ignorando. L’unica opzione che vi è rimasta, a questo punto, è non leggere i messaggi delle persone a cui non intendete rispondere immediatamente, con il rischio però di perdere delle notizie utili. La vita non è mai semplice, a volte è necessario compiere delle scelte ed accettarne le conseguenze.

Forse sto esagerando? Non so, provate a chiedere in giro, oppure iniziate una conversazione annunciando la notizia che WhatsApp ha reso possibile annullare la doppia spunta blu ed esaminate le reazioni che questa provocherà nei vostri interlocutori: potreste rimanere sorpresi.

Saluti dalla plancia,

CARLO DELASSO

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