Sognare un mondo migliore è ancora possibile? Società

Non sono cose che possono succedere, non devono succedere” e Roberto Vecchioni piange in diretta dopo il video delle manganellate di Pisa. Lo stesso Vecchioni che al festival di Sanremo canta con Alfa “Sogna ragazzo sogna” e fa un passo indietro mentre il ragazzo, sull’ultima frase della canzone, “ti ho lasciato un foglio sulla scrivania: manca solo un verso a quella poesia, puoi finirla tu”, canta il pezzo scritto da lui, che diventa, così, protagonista.

Tante volte anch’io ai “piccoli ragazzi nella mia memoria” ho dato questo tema. E quante belle cose mi hanno scritto su quel foglio. Vecchioni cantante. Vecchione poeta. Cantautore. Vecchioni docente. E’ la prima volta che l’ho visto piangere. In difesa della giustizia, della libertà, dei ragazzi. Dei suoi ragazzi. Sì, perché gli alunni diventano i nostri. Vecchioni innamorato della cultura. Solo così si può trasmettere ai giovani il sapere.

Spesso si sente dire che la cultura non paga. E invece no. Paga, paga. Anche a caro prezzo. Se si contribuisce a formare e ad educare i giovani, attraverso tutti i canali possibili, la scuola, la musica, il teatro, la scrittura, e si diventa modelli da imitare e da “copiare”, la cultura paga. E non c’è età per essere promulgatori di messaggi.

Vecchioni, a 80 anni, con le sue lacrime o facendosi da parte per lasciare il palco ad Alfa, mi ha commosso. E mi ha fatto sentire fiera di essere stata, e di esserlo ancora, una educatrice. “Sogna, ragazzo sogna…”. Un mondo migliore? Un mondo senza guerre? Tanti sogni. “Stringi i pugni, ragazzo. Non lasciargliela vinta neanche un momento. Credi solo a quel che vedi dentro. Hai già vinto, lo giuro”.

ELISA FIENGO

lisafiengo@gmail.com