Questa volta sarà diverso (un tutti i sensi) Sport

La Campania ritrova, dopo due stagioni all’asciutto, un derby in Serie A e, come nel corso di quell’ultima annata - la 2017/18 - le protagoniste saranno nuovamente il Napoli ed il Benevento.

I partenopei hanno trasformato radicalmente la loro ossatura rispetto a quegli ultimi incroci, in primis partendo dalla panchina dove, dall’idolatrato Mister Sarri, si è passati - attraverso una negativa parentesi sotto la guida di Ancelotti - alla verve ed alla grinta intramontabile di un allenatore infuocato qual è Rino Gattuso.

Il Benevento, da par suo, non è rimasto certamente lo stesso. In panchina, all’epoca, c’era De Zerbi (che proprio a Gattuso, illo tempore al Milan, strappò 4 punti sui 6 disponibili in quella stagione). Oggi (dopo la parentesi Bucchi) c’è un certo Pippo Inzaghi che, al fianco di Ringhio, ha condiviso innumerevoli gioie sportive italiane, europee e mondiali, in qualità di compagni di squadra sia nel Milan di Ancelotti, sia nella Nazionale Campione del Mondo del 2006.

I due ex rossoneri, che lasciarono tra l’altro il club dell’allora presidente Berlusconi - ed in generale il calcio giocato (Ringhio calcherà il campo per una sola ultima stagione in Svizzera l’anno successivo) - lo stesso giorno (il 13 maggio del 2012), si ritroveranno l’uno di fronte l’altro in una sfida dal dolce sapore dell’amicizia per ciò che concerne i due tecnici, ma dall’intenso significato sportivo per le due squadre e, soprattutto, per almeno una delle due tifoserie.

Su sponda partenopea, difatti, non si vive un grande trasporto emotivo per questa gara, essendo un derby non ricco di precedenti nel passato e non essendosi mai registrata una rivalità fra le due piazze.

Tuttavia, all’ombra della Dormiente, la partita è e resta una delle più sentite per la gente di Benevento e dell’intero Sannio.

Lo è sicuramente perché si registra, da parte di una fetta importante degli appassionati sportivi del territorio, una simpatia verso gli azzurri se non addirittura un tifo primario che fa di questo match una sorta di partita del cuore fra le due squadre per le quali si prova un sentimento di attaccamento.

Lo è, però, ancor di più per chi non nutre particolare amore verso Napoli ed il Napoli, per chi vive il Sannio e la sua storia quasi in ottica antitetica alle dinamiche campane e per chi prova anche un pizzico di rabbia per come sono andate, fino ad ora, tutte le sfide avutesi fra i due club.

I primi precedenti ufficiali tra giallorossi ed azzurri ci furono nella stagione 2004/05 nell’allora Serie C1. I partenopei si giocavano con Rimini ed Avellino la sfida per il primato in classifica, il Benevento ambiva ad un posto nei playoff.

In entrambe le occasioni si imposero gli azzurri per 2 reti a 0. Resta molto forte il rammarico, soprattutto, per la sfida del “San Paolo”, dove il Benevento sciupò, proprio con un napoletano (Cutolo), l’occasione di riaprire il match dagli 11 metri, fallendo un rigore.

Gli altri due precedenti, invece, hanno trovato spazio nella già citata Serie A 2017/18. Poco da dire sulla sfida di ritorno, vinta ancora una volta per 2 reti a 0 dal Napoli. Un episodio, però, lasciò l’amaro in bocca nei tifosi giallorossi presenti al “Vigorito”: un calcio di rigore prima assegnato per evidentissimo fallo del difensore azzurro Koulibaly e poi ritirato dall’arbitro, su suggerimento del VAR, per una posizione di offside di un giocatore giallorosso oltre un minuto e mezzo prima del penalty. Una situazione, dunque, certamente poco connessa con l’azione del rigore e che costituì l’ennesimo sfavorevole precedente per i sanniti nei rapporti con il VAR.

È, tuttavia, la sfida d’andata di quell’anno che fa gridare ancora vendetta: il Benevento era reduce da tre sconfitte di misura contro Samp, Bologna e Torino nelle prime tre giornate di campionato. Un avvio maledetto ma comunque promettente per quanto fatto vedere dall’allora formazione di Baroni in termini di voglia di recitare la propria parte.

La sfida del “San Paolo”, però, segnò in maniera indelebile le coscienze di tutti i calciatori giallorossi. Un pesantissimo 6-0 perpetrato senza risparmiare colpi ed esultando per le ultime marcature come se si stesse disputando una finale di Champions, anche dopo una prima frazione di gioco già terminata sul 4-0.

I tifosi beneventani allora presenti allo stadio difficilmente dimenticheranno quel pomeriggio, aggravato anche dallo scherno con cui i supporters di casa trattarono gli oltre 1100 sanniti, ubicati in uno spicchio inferiore del settore ospiti caratterizzato da una visuale a dir poco imbarazzante.

Riscattare quella beffa sarà uno degli obiettivi principali della truppa oggi guidata da SuperPippo Inzaghi.

C’è poi, ovviamente, la volontà di far bene contro una grande del nostro calcio, per dare una grossa iniezione di autostima ad una squadra che ha già dimostrato, in queste prime uscite, di potersi giocare a pieno le sue chances di permanenza in massima serie.

Purtroppo, però, non ci sarà la cornice di pubblico che una gara del genere avrebbe meritato. L’assenza della torcida giallorossa peserà molto in questa sfida che, certamente, avrebbe fatto registrare il tutto esaurito…ma questa stagione, potenzialmente bellissima ed avvincente, sta rischiando di divenire quasi intangibile ed inconsistente.

ANDREA ORLANDO