Donazione di amore alla base del volontariato Vincenziano In primo piano

Continua il viaggio nel silenzioso mondo del volontariato per conoscere meglio questa realtà che opera sul nostro territorio e per una maggiore sensibilizzazione all’ etica della solidarietà.

Ci siamo, allora, interessati del volontariato Vincenziano che ha come finalità: la promozione umana e cristiana delle famiglie in situazione di disagio; la lotta contro le povertà materiali e spirituali e le cause che le determinano; l’incontro personale con il fratello bisognoso nel suo ambiente di vita senza alcune discriminazione. Di notevole interesse è stato il colloquio con la Sig.ra Olga Carbone che ha ricoperto il ruolo di Presidente Provinciale dal 1998 al 2007 dedicandosi con amore e abnegazione alle attività dell’associazione divenute parte integrante della sua stessa vita.

Presidente, ci piace chiamarla ancora in questo modo, quali sono le origini di questa associazione?

Nella Francia del 1600 S. Vincenzo De Paoli, che proveniva da una famiglia di contadini, voleva far fortuna come parroco. Intraprese gli studi religiosi presso il seminario di Tolosa; divenne parroco ma non si sentiva realizzato, aveva bisogno di donarsi agli altri.

Un giorno, durante la predica, chiese ai fedeli presenti di sostenere una famiglia bisognosa e furono molti a intervenire con aiuti morali e materiali. S.Vincenzo

capì che la gente era disponibile e generosa, ma occorreva rendere le opere di carità costanti nel tempo. Fu l’incontro con Santa Luisa di Marillac a dare una svolta decisiva alla sua vita; questa, infatti, istituì l’ordine delle Figlie di Carità e contemporaneamente S. Vincenzo fondò l’ordine delle Dame di Carità con la finalità di aiutare i bisognosi. Nel 1971 l’ordine assunse il nome di Volontariato Vincenziano che comprende oggi molti gruppi sparsi nel mondo. Pur essendo laica l’associazione segue gli insegnamenti della Chiesa e si relaziona periodicamente con le stesso Arcivescovo. Inoltre i soci dell’ Associazione fanno formazione per rendere l’operato della stessa più consona ad una società in continua evoluzione.

Quali sono le attività concrete svolte sul territorio?

Oltre alle visite periodiche presso le famiglie bisognose paghiamo tickets per le mense scolastiche ; svolgiamo attività di doposcuola presso la Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli per i bambini in difficoltà ; assicuriamo turni di notte alla mensa della Caritas e al guardaroba della nostra associazione nella sede di Ponticelli.

Inoltre abbiamo presso la sede, messaci a disposizione della Provincia ubicata nel Palazzo del Volontariato, un attivo centro d’ascolto che opera ogni giovedì mattina.

Si realizza una valida collaborazione con le Istituzioni?

Certamente, lavoriamo insieme ai Servizi Sociali sia del comune che della Provincia e soprattutto con la Curia Arcivescovile

Quali sono le forme di finanziamento?

Intanto le socie pagano una quota annuale, poi vengono svolte iniziative come kermesse di beneficenza con la vendita di oggetti preparati dalle stesse socie. I commercianti, più sensibili, della città offrono premi, ma non sono mancate offerte negli anni scorsi da parte di altre associazioni come il Club Lions Arco Traiano che ha contribuito all’acquisto per i doni per la Befana per i bambini poveri. E noi speriamo che seguiranno iniziative di questo genere, perché, mi creda, ne abbiamo proprio bisogno.

In occasione del 1 e 2 Novembre si raccolgono offerte dinanzi all’entrata del cimitero di Benevento poi ci aiutano sponsor occasionali.

Come interviene per avvicinare i giovani al volontariato?

Per quanto ci riguarda c’è un nutrito gruppo di giovani vincenziani che lavorano con impegno ; tuttavia non possiamo ipotecare la loro permanenza nell’associazione , perché la sistemazione lavorativa li potrà allontanare dal territorio.

Occorre allora assicurare un ricambio, come ?

Molto potrebbero fare le scuole e i mass media, ma anche le stesse associazioni informando la società delle proprie attività, come giustamente si sta facendo con questa intervista, e ne siamo grati. Ma io aggiungerei che scarsa è la presenza della fascia di età media che potrebbe essere più disponibile a fornire un aiuto.

La ringraziamo per la disponibilità e per aver contribuito a far capire ai lettori che il volontariato non è solo disponibilità a vivere con l’altro accettando passivamente la sua sofferenza, ma anche confronto e dialogo. E possiamo aggiungere che non è solo entusiasmo e volontà di fare ma anche acquisizione di conoscenze e competenze. Non basta la disponibilità, desiderio ed anche vocazione ma occorre conoscere le diverse situazioni per dare risposte adeguate.

 

Marisa Zotti Addabbo