Benevento la città di... ''c'era una volta'' In primo piano

Dopo la notizia che il sindaco Mastella non si candida alle prossime elezioni politiche, il che aveva generato tra i consiglieri comunali  preoccupazioni sia a livello personale che amministrativo, è opportuno  che il parlamentino cittadino, ormai sereno, si rimbocchi le maniche per risolvere i numerosi problemi che attanagliano la città e di cui i cittadini sono stanchi come del resto essi stessi vanno affermando in più occasioni. Questi, infatti, rivedono le proprie posizioni, si pentono delle scelte fatte dimenticando che una caratteristica costante della politica sono le “promesse non mantenute”.

Di che meravigliarsi allora? Quando mai si sono visti politici che hanno anteposto alle proprie ambizioni il bene collettivo?

Se qualcosa in passato è stato fatto per la città era solo di riflesso a scelte personalistiche e se la soluzione non generava un “ritorno” veniva accantonato, rimandato, ostacolato. E’ una logica che non riguarda solo la nostra città ma l’Italia intera dove impera la corruzione, l’ignoranza, il menefreghismo.

Ma cosa possono fare i cittadini beneventani?  

Chiedere a chi li rappresenta, (e qui riflettiamo sul significato del termine che pretende che chi è stato votato si faccia interprete delle esigenze di chi lo ha votato come se fossero proprie esigenze) di essere più attenti, più responsabili, di studiare i problemi, di fare ricerca, di dialogare con le varie categorie sociali, di essere più presenti e di ricordarsi che oltre ai gettoni di presenza nelle commissioni esistono le soluzioni per cui occorre  informarsi sulla realtà sociale, economica e amministrativa della città. Sono tanti i cittadini sfiduciati che non ricevono risposte concrete, certezze e in questi cambi continui di assessori il tempo passa e si ricomincia sempre dal “punto zero”. 

La città versa in una situazione di bisogno, e adesso che le luci natalizie si sono spente, rimane l’oscurità, il buio di strutture chiuse e abbandonate  che ci danno l’immagine  dei desolanti e tristi edifici post bellici dei Paesi dell’Est. Ci riferiamo all’ex Banca d’Italia, all’ex INPS, al cinema S. Marco, al teatro comunale, al parco Cellarulo, al Malies, all’ex Caserma Pepicelli, alla Spina Verde, all’edificio dell’Orsoline, per non parlare dell’antica e immensa struttura di S. Filippo Neri costituita da ampie e numerose sale che un tempo erano destinate a dormitori per le ragazze ospitate e, da tante altre stanze per le suore presenti nella struttura, nonché da un ampio giardino. S. Filippo Neri era anche la sede di una seria scuola primaria dalla quale sono usciti importanti professionisti. Era una struttura scolastica dove regnava l’odore buono della mensa, la materna e professionale pedagogia delle maestre, il giusto rigore indispensabile per la formazione dei bambini. Era una gioia vedere uscire al suono della campanella scolaretti composti e felici dopo aver trascorso la mattinata tra i banchi ma anche all’aria aperta. Scolari che hanno trasferito negli studi seguenti il senso della responsabilità e dell’ordine, l’abitudine allo studio e il rispetto dei valori.

Ma a Benevento tutto finisce o si corrompe e anche la storia di questo Istituto è stata corrotta ……!  

La tradizione  storica culturale viene rimossa anziché costruire quell’attrazione turistica che sfoggiano altre città .

E che fine ha fatto il Teatro Calandra? Tra la Provincia, l’Università e l’Istituto Guacci non si sa a chi appartiene e che cosa se ne vuole fare. Eppure nella sua eleganza e bellezza, dotato di condizioni tecnologiche e di conformità normativa è stata la sede del Bengio Festival dal quale sono usciti il maestro Alterisio Paoletti e altri artisti diventati poi famosi, come la stessa Balivo.

Il teatro, sede di convegni e manifestazioni culturali messo in sicurezza  e curato nei minimi particolari compresa la realizzazione di scivolo per i portatori di handicap, è oggi abbandonato, è diventato un luogo sporco e le stanze che una volta  accoglievano gli uffici della Promoarte sono ricettacolo di spazzatura.

E’ triste vedere il bar che un tempo era al servizio del teatro, chiuso e buio e quell’entrata - che un tempo era abbellita da donne eleganti, piante e tappeti - oggi è frequentata da qualche cartaccia mossa dal vento.  

Il sindaco ha parlato di finanziamenti che dovrebbero cambiare il volto della nostra città e ci auguriamo che vengano risolti problemi di manutenzione che si sono sommati nel tempo e che rendono difficile la vivibilità quotidiana.

Qui l’amministrazione non può sbagliare, le promesse vanno mantenute e ogni intervento deve essere svolto con competenza e razionalità affinchè i risultati siano produttivi ed efficaci. Niente più strutture abbandonate e non funzionali  e si pensi ai servizi nelle contrade e alla messa in sicurezza delle scuole e delle strutture pubbliche. Se si vuole creare una “città per i bambini” non bastano giostre e trenini ma è d’obbligo una città sicura sotto tutti gli aspetti. Una città civile elimina le barriere architettoniche e si prende cura del verde: insomma ci sono interventi da attuare urgenti che devono essere risolti a breve termine, per quelli a lungo termine si penserà poi.

Quel che si chiede ai nostri politici è che preoccupati e concentrati sulle prossime politiche, non abbandonino la nostra città. E a proposito delle possibili candidature, è necessario  ricordare che i cittadini vogliono persone competenti che anteponendo i valori ai giochi di potere governino un’ Italia oggi in pessime condizioni.

Gli Italiani vorrebbero un Paese dove le tasse non opprimano la gente, dove non vadano avanti solo i raccomandati ma che venga premiata la meritocrazia, dove esista la certezza della pena, dove la legge venga rispettata da tutti, dove diminuisca la spesa pubblica e si adeguino gli stipendi a livello europeo, dove diminuisca la povertà e si assicuri una vita dignitosa a tutti, dove vengano rispettati i diritti acquisiti di tutti e non solo quelli dei parlamentari.

Ma per tornare al nostro territorio la sfiducia deriva anche dalla constatazione che non esistono più i poteri e le differenze ideologiche, i politici dicono e lamentano tutti le stesse cose. Non ci sono più certezze e si fa sempre più spazio l’impossibilità di capire. A livello locale esiste una maggioranza che non corrisponde alle alleanze politiche nazionali. C’è chi esce dalla maggioranza ma appoggia la maggioranza.

Ma dov’è la preparazione politica? Chi sa leggere un bilancio? Ma si sa, l’importante è andare avanti.

“Voglio trovare un senso a questa situazione anche se questa situazione un senso non ce l’ha. Sai che cosa penso che se non ha un senso domani arriverà, arriverà lo stesso”, direbbe Vasco Rossi.

MARISA ZOTTI ADDABBO

marisazotti@alice.it