Emergenze e prospettive del Sannio dopo il voto In primo piano

Ormai a Benevento abbiamo acquisito e digerito il risultato elettorale con tutte le conseguenti analisi e polemiche. È giunta l'ora di pensare anche ad altro, soprattutto alle principali emergenze e alle probabili prospettive per la società, le imprese e le istituzioni in città e in provincia. Con tale proposito il sottoscritto è andato a rileggere un proprio articolo, pubblicato dal periodico Il Coltivatore Sannita nel mese di aprile del lontano 1975, dal titolo “L'industria del territorio”. Sono passati quarantasei anni, eppure le analisi e le sollecitazioni fatte allora in buona parte potrebbero essere riproposte oggi, sebbene con una nuova attenzione verso il ruolo e il peso delle energie rinnovabili - acqua, sole, vento - che, in una realtà territoriale quale quella del Sannio rappresentano al tempo stesso una emergenza e una prospettiva.

Nel 1975 scrivevo tra l’altro: Non si fa economia senza tener conto delle condizioni del territorio su cui insediarsi e dell’ambiente in cui operare.... Una regione, il cui territorio pianeggiante non raggiunge il 20% e per oltre il 50% è classificato montano, non può né considerare secondario, tantomeno affrontare con interventi episodici,il grosso problema dell’assetto idrogeologico. Un progetto speciale per la regimazione delle acque deve quindi costituire un impegno di fondo della politica regionale, poiché esso risponde all’obiettivo di assicurare allo sviluppo dell’intero territorio condizioni globali di tutela e di agibilità. Siamo la regione che fa il peggiore uso delle proprie acque. Le subiamo d’inverno e le desideriamo d’estate.... Altro impegno politico di fondo deve essere l’attività di forestazione e di bonifica montana giacchè, unitamente all’assetto idrogeologico, può rappresentare la prima industria delle zone montane e collinari, cioè “l’industria del territorio”. I beneficiari di questo nuovo tipo di industria saranno tutti i cittadini: gli abitanti delle zone interne in modo diretto... e gli abitanti a valle in modo indiretto... I lavori di sistemazione idrogeologico e di forestazione rappresentano oggi oltre che un investimento di vitale importanza, un tipo di intervento di celere esecuzione, ma soprattutto una fonte di occupazione che non trova riscontro in nessun altro campo di investimento e di produzione. Basti questo dato: l’80% della spesa nel campo della riforestazione è destinato alla manodopera.... Questa è una parte del mio articolo del 1975.

Nel secolo scorso si pensava che l’industria del territorio servisse prevalentemente, se non esclusivamente, alle aree montane, oggi dobbiamo ammettere che quello che si realizza a monte e nel territorio rurale in generale, ossia stabilità idrogeologica, tutela ambientale e produzione di energie rinnovabili, serve soprattutto alle aree vallive e costiere, cioè ai territori sovraffollati. L’industria del territorio è una attività da esercitarsi non come uno straordinario intervento riparatore dei disastri idrogeologici, bensì come un’azione a carattere preventivo e creativo di lunga durata. Una strategia per anticipare i dissesti geoambientali e rendere il territorio rurale promotore di sviluppo ecocompatibile. Indubbiamente il Sannio rappresenta una delle aree italiane più produttive di risorse energetiche rinnovabili e non inquinanti, tuttavia non sembra che la Regione e le Amministrazioni locali ne siano consapevoli.

Nel corso della recente campagna elettorale, oltre che attacchi personali ed insulti, abbiamo pure sentito da qualche protagonista un discorso sulle risorse naturali e sulle energie rinnovabile, viste come importante patrimonio del nostro territorio. Auguriamoci che non venga considerato soltanto un argomento elettorale.

A conclusione del Consiglio Europeo, il nostro presidente Draghi ha parlato di “Una strategia fondata sulle rinnovabili”. Acqua, sole e vento sono quindi le risorse energetiche trainanti del futuro. Pertanto ci sarebbe da supporre che ai territori produttori di tali risorse venisse riconosciuto un ruolo primario nello sviluppo del Paese. Se così fosse, il nostro Sannio non sarebbe più da considerare un’area da assistere ma un motore di sviluppo da riconoscere e valorizzare. È questa un’illusione o una fondata prospettiva?

Se consideriamo come vengono estratte ed impiegate ancora oggi le energie rinnovabili, con la totalità dei costi e quasi nessun beneficio ai territori di origine, non possiamo prevedere buone prospettive. Perciò sono più che comprensibili le riserve degli amministratori locali e degli agricoltori verso i parchi eolici selvaggi, i pannelli solari invasivi sui terreni agrari, l’acqua raccolta a monte per essere usata prioritariamente nell’area metropolitana.

Riserve e proteste comprensibili, vista la mancanza di un piano regionale, improntato a criteri di “industria del territorio”, che miri a riconoscere alle aree interne il ruolo di primario soggetto produttore di risorse fondamentali ed indispensabili. Le quali aree interne hanno pertanto diritto a congrui risarcimenti e compensazioni.

Quando scrivevo quell’articolo, quarantasei anni fa, di energie rinnovabili ancora non si cominciava a parlare; oggi, secondo il presidente Draghi, sono diventate un fondamentale settore strategico per il presente e il futuro. Teniamone conto, senza esaurirci nelle polemiche post-elettorali.

ROBERTO COSTANZO