Il senso di provincia energetica In primo piano

Nel primo numero di Realtà Sannita di quest’anno richiamavo e ripetevo il titolo di un mio articolo di dieci anni fa - “Una Provincia energetica...”- Titolo che voglio utilizzare anche in questo numero del nostro giornale. Nella scorsa settimana, a Bruxelles, ai vertici NATO, G.7 e Unione Europea, si è discusso molto della crisi energetica provocata o smascherata, dall’invasione russa in Ucraina.

Non solo meno petrolio e gas dalla Russia ma anche più energie rinnovabili, alternative ai fossili inquinanti, che possono essere prodotte direttamente nei singoli Paesi europei.

D’altronde già nello scorso autunno, al G.20 e al Cop.26 di Glasgow ci si era impegnati a sviluppare l’energia elettrica da fonti rinnovabili fino al 70% del consumo totale entro il 2030.

Ragioni di difesa della pace e di tutela dell’ambiente naturale e della salute umana pongono in primo piano la produzione di elettricità con il vento e il sole, e quindi riconoscono il ruolo primario dei territori in cui questo tipo di energia può essere ricavato. Non dovunque ma soltanto in alcune aree geografiche vocate, in particolare lungo la dorsale appenninica.

Una volta si diceva che la fertilità del terreno, per questa o quella coltura, rappresentava un dono di Dio. In questo particolare momento storico anche la fertilità eolica e fotovoltaica di alcuni territori collinari e montani potrebbe essere considerata un dono di Dio.

Il territorio sannita è ormai in prima linea tra le province italiane produttrici di energie rinnovabili. Difatti, dei dieci milioni di KW di potenza eolica istillata in Italia, oltre novecentomila-cioè circa il 10%-si trova sui monti del Sannio. Basti rilevare che un solo Comune, come Foiano Valfortore, produce 230 MW, cioè più di quanto consumiamo in tutta la provincia di Benevento. Già oggi, con il solo eolico da noi si ricava il triplo dell’elettricità utilizzata: e tutto ciò mentre il Paese è preoccupato dal caro-bollette e dal rischio di razionamento di gas e luce.

E noi continuiamo a pagare la stessa tariffa di altre provincie, che però non subiscono, come noi, i costi dei parchi eolici. Benevento, in quanto primaria provincia energetica, forse dovrebbe suscitare qualche interesse, non dico orgoglio, in tutti noi.

Ormai dovremmo essere tutti convinti che il degrado, lo spopolamento, la povertà economica ed occupazionale di questi territori di altura si vincono, innanzitutto, con un'organica e continuativa “industria del territorio”. Ossia governo e cura del patrimonio idrogeologico e forestale, nonché gestione delle risorse energetiche: e quindi interventi produttivi ed infrastrutturali, senza soluzione di continuità. Una provincia energetica dispone dei fattori trainanti di un simile sviluppo.

Ritorno ad affermare che le aree interne non sono parenti poveri da assistere, ma soggetti produttivi che dispongono di risorse e potenzialità di sviluppo non più trascurabili, come le fonti di energia rinnovabile. Eppure pochi se ne accorgono. Forse ci voleva la dolorosa crisi energetica procurata dalla guerra in Ucraina per farci aprire gli occhi.

Della provincia energetica e delle sue prospettive forse se ne potrebbe parlare anche al Forum sulle zone interne convocato dall’Arcivescovo di Benevento per il 5 maggio p.v. Si potrebbe convenire, anche in quella sede, che le energie rinnovabili sono un dono di Dio alle zone interne. Un dono da gestire con saggezza, nell’interesse generale.

Intanto prendiamo atto che ci troviamo in una primaria provincia energetica. E non è poco.

ROBERTO COSTANZO