Museo del Sannio In primo piano

La prima collezione di quello che costituisce l’attuale Museo del Sannio si trovava nell’ex Collegio Gesuitico ed era opera del principe di Benevento Talleyrand, nel 1806. Del Museo del Sannio si inizia a parlare dopo l’unità d’Italia. Nel 1861 nell’ex Collegio Gesuitico nasce il Liceo Classico. Il prof. Francesco Corazzini (toscano, delle parti di Arezzo) nel 1867 fonda l’Accademia beneventana, che fu il primo passo per costituire il Museo. Lui poi se ne andò ad insegnare prima a Napoli e infine all’accademia militare di Livorno e di quel progetto non se ne fece nulla.

A Benevento in quegli anni operano il gesuita Raffaele Garrucci e Theodor Mommsen. Il 4 settembre 1873 il Consiglio Provinciale delibera l’istituzione del Museo, che però rimane sulla carta per diversi motivi.

E’ quindi l’ing. Almerico MEOMARTINI, nella sua qualità di consigliere provinciale, che nel 1893 delibera la ristrutturazione della Rocca dei Rettori e dà impulso per la creazione di un Museo. Apre anche le bifore – oggi non più esistenti - su una facciata.

I primi reperti vengono accatastati un po’ all’esterno e un po’ all’interno della Rocca dei Rettori, senza alcun criterio e allestimento museale. Nel 1903, durante dei lavori di scavo in Sant’Agostino, vengono recuperate diverse statue provenienti dal tempio di Iside. Fu il più grande ritrovamento di reperti egiziani al di fuori dell’Egitto. Nel 1907 il complesso di Santa Sofia è adibito a orfanotrofio maschile. Due anni dopo vi è collocato l’Archivio Storico Provinciale, retto dall’avvocato torrecusano Antonio Mellusi. Nel 1920 viene impiantata anche una tipografia.

Alla morte di Mellusi (1925), la direzione passa ad Alfredo ZAZO, che trasporta i reperti accatastati alla Rocca dentro le stanze dell’Archivio Storico. Libri, reperti, carte, ecc., vengono sistemate qui. Vi fa collocare le statue di Iside e si inizia a parlare di “Museo Sannitico”. Finalmente il Museo del Sannio prende forma.

Fu monsignor Salvatore DE LUCIA ad utilizzare la dicitura di “Museo del Sannio”, in una pubblicazione del 1933, curata dalla Camera di Commercio. Nel 1928 l’Amministrazione Provinciale acquista il complesso di Santa Sofia. Zazo recupera i reperti del Duomo di Benevento che erano andati distrutti nei bombardamenti del 1943 e oggi il Museo arcivescovile, dopo una lunga diatriba, li richiede indietro.

Negli anni ’50 l’architetto Antonino RUSCONI restaura la chiesa di Santa Sofia. Non è sicuro che la pianta a forma stellare fosse quella originale della chiesa. In quell’occasione vengono rinvenuti degli affreschi altomedievali.

Nel 1959 il professor Mario ROTILI - che è stato anche sindaco di Benevento - è nominato primo direttore del Museo del Sannio. Rotili insegna Storia dell’Arte. A lui si deve l’istituzione del Liceo Artistico a Benevento.

Per quanto riguarda la nomina di direttore, è proprio lui che convince l’amministrazione provinciale a bandire un concorso per tale ruolo all’interno del Museo del Sannio. E’ sempre Rotili a far restaurare il chiostro e gli edifici annessi. Nel 1960 Rotili porta alla Rocca dei Rettori la Sezione Storica, che raccoglie anche documenti del periodo risorgimentale.

In virtù della legislazione del 1963 è dichiarato Museo fra i grandi Musei italiani. Nel 1964 si svolge l’inaugurazione ufficiale del Museo del Sannio. Alla cerimonia sono presenti, fra gli altri: il presidente della Provincia Pasquale Saponaro, l’arcivescovo Raffaele Calabrìa, il sottosegretario all’Agricoltura Mario Vetrone, il ministro alla Pubblica Istruzione Luigi Gui. Alcuni mesi dopo ci fu la visita del senatore Giovanni Gronchi, in occasione di una mostra su Michelangelo. Nel 1967 si registra la visita del presidente della Repubblica Giuseppe Saragat.

Le sezioni di cui si compone oggi il Museo del Sannio sono quelle volute a suo tempo dal professor Rotili: archeologica, numismatica, arte medievale e moderna (pinacoteca e gabinetto di regie stampe del piano superiore), sezione storica. Il Museo comprendeva anche dei reperti di casa d’Avalos da Capodimonte, che però la famiglia ha richiesto indietro e che sono tornati a Napoli. Tra i reperti appartenti alla Soprintendenza vi è la statua Pane e lavoro dello scultore Emanuele Caggiano (Benevento, 1837 – Napoli, 1907).

Nel 1969 Rotili va ad insegnare all’Università di Napoli e nel 1970 diventa direttore il prof. Elio Galasso. Con lui il Museo diventa un centro di cultura, con conferenze, mostre, spettacoli teatrali.

Il terremoto del 1980 danneggia il museo. La Pinacoteca al piano superiore viene chiusa. Il restauro dura fino al 1999. L’architetto Ezio DE FELICE ha creato una struttura moderna in edificio storico, con travature a vista e ferro molto presente.

Da circa un anno a questa parte, la Provincia ha acquistato palazzo Casillo, realizzando una nuova ala che ospita i dipinti dei coniugi Ciletti, Nicola e Fryda.

Oggi l’amministrazione comunale ha ottenuto l’inserimento dell’intero complesso nel patrimonio Unesco. Esso è cioè stato dichiarato patrimonio dell’umanità.

LUCIA GANGALE 

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