Nella legge di bilancio 2023 forti rischi per le scuole del sud In primo piano
146 scuole in meno nell’anno scolastico 2024/2025. Numeri da capogiro che riguardano la Regione Campania, la più penalizzata dalla Riforma in atto.
Se a livello nazionale i tagli riguarderanno quasi 700 scuole, la nostra regione, tra tutte è quella che ne esce con le ossa rotte più di tutte.
La legge di Bilancio 2023 prevede, infatti, attraverso una modifica dell’articolo 19 del decreto legge 98/11, che si possa realizzare la riorganizzazione del sistema scolastico prevista nel PNRR.
Questo sarà possibile con uno specifico decreto del Ministero dell’Istruzione e del Merito, di concerto con il Mef, previo accordo in sede di Conferenza unificata, con il quale entro il 30 giugno di ciascun anno viene definito l’organico dei dirigenti scolastici dei dsga.
Per cui, il dimensionamento scolastico sarà predisposto a fine 2023 per attuarsi a cominciare dall’anno scolastico 2024/25.
Tradotto, in poche parole, ci sarà una fusione tra istituti scolastici che sono concentrati soprattutto al Sud.
Complice il calo demografico e l’esigenza di risparmio della spesa pubblica, chi ne soffre è come sempre l’istruzione.
Nel disegno dei nostri politici le Istituzioni Scolastiche dovranno avere un numero di allievi non inferiore a 900 che tradotto in cifre per la Regione Campania equivale ad avere 500 collaboratori scolastici in meno.
Per non parlare di tagli a dirigenti e professori. Il rischio è perdere le scuole, in quei territori già profondamente minacciati da spopolamento, dispersione scolastica e denatalità.
Non si è fatto attendere il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che ha voluto subito esternare la sua contrarietà verso questo progetto politico: “è intollerabile. Anche con meno alunni, è bene tenere aperte le scuole, sono un presidio per i territori. Impugneremo questa decisione del Governo dinanzi alla Corte Costituzionale. Ci auguriamo che altri colleghi e confratelli del Sud ci sostengano in questa decisione”.
Si è detto preoccupato di questa situazione anche Nino Lombardi, presidente della Provincia di Benevento che ha dichiarato: “la scuola è un presidio fondamentale ed irrinunciabile di civiltà e legalità, oltre che ovviamente di cultura. Soltanto in qualche raro Paese si pongono limiti e/o addirittura si combatte l’accesso all’istruzione scolastica per tutti: non possiamo accettare che in Italia si comprima in modo forte e brutale il diritto allo studio ed anche quello al lavoro ed all’occupazione per i tanti operatori che collaborano alla tenuta di questa Istituzione”.
Anche il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, ha voluto commentare la situazione: “Mi unisco agli appelli del presidente della Provincia Nino Lombardi che dal primo momento ha segnalato i rischi a cui l’applicazione di questa norma espone quasi tutte le scuole della provincia di Benevento. Mi stupisce che altri, autorevoli esponenti istituzionali abbiano invece preferito minimizzare o restare finora silenti su una questione dall’impatto territoriale così grave. L’amministrazione comunale di Benevento si batterà affinché siano previsti regimi derogatori nell’applicazione della normativa: non possiamo consentire che la rete sannita delle scuole sia fatta a pezzi”.
Insomma le istituzioni sannite promettono battaglia perché l’istruzione è un pilastro fondamentale della società, che dovrebbe essere tutelato e salvaguardato.
Staremo a vedere!
SILVIA RAMPONE