Unisannio guarda al futuro In primo piano

L’Università del Sannio è una porta aperta sul mondo, che genera beni comuni e conoscenza diffusa a favore del tessuto produttivo. L’IA e la transizione digitale stanno cambiando ruolo e modo di lavorare delle figure professionali più qualificate, i lavoratori della conoscenza: quelli che formiamo nei nostri Corsi di Laurea. Siamo in prima linea per favorire scambi di studenti, ricercatori e docenti con Università e Istituti di Ricerca di altri Paesi: è dall’incontro di culture ed esperienze educative diverse che nascano occasioni formidabili per la crescita culturale, professionale e personale”

Partiamo dal dossier che Realtà Sannita ha dedicato ai diversi percorsi formativi del Dipartimento d’Ingegneria. Perché è importante comunicare all’esterno le attività, i risultati e soprattutto i possibili obiettivi da raggiungere nelle diverse ′fonti′ d’energia rinnovabile?

Intanto la invito a fare la stessa cosa con tutti i Corsi di laurea attivi presso il nostro Ateneo: scoprirà un’offerta formativa di grande qualità, attenta alla crescita non solo professionale ma anche umana dei giovani che ci scelgono, sensibile alle esigenze del mondo del lavoro ma con lo sguardo lungo, consapevoli che viviamo un momento di grandi e profondi cambiamenti. In due decenni di attività abbiamo prodotto un'intera generazione di professionisti che hanno indubbiamente contribuito a fare del Sannio un'importante realtà nel panorama delle rinnovabili. Mi faccia aggiungere che il nostro Ateneo guarda ai temi della sostenibilità a 360 gradi, secondo quella che è l’ottica suggerita dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile: non solo energia, ma ambiente, diritti, istruzione, pace, economia, industria e innovazione. Questi temi entrano in maniera trasversale in tutta la nostra attività formativa.

Anche quest’anno il nostro Dipartimento di Ingegneria è stato valutato ″Dipartimento di Eccellenza″: un riconoscimento molto prestigioso, che premia la ricerca made in Sannio. Come si è arrivati a tale risultato?

Un riconoscimento importante, non solo perché in qualche modo certifica la qualità delle attività di ricerca che si svolgono presso il nostro Ateneo, ma anche perché ci consente di accedere a risorse per potenziare e migliorare questa attività di ricerca, sia in termini di personale sia in termini di infrastrutture e attrezzature. In Italia i Dipartimenti di Eccellenza riconosciuti dal Ministero dell’Università e della Ricerca sono 180 e la selezione è avvenuta in due fasi: la prima ha individuato 350 candidati sulla base della valutazione delle attività di ricerca effettuate dall’ANVUR, l’Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca; la seconda ha selezionato i 180 vincitori sulla base di un progetto di potenziamento presentato da ogni candidato.

Transizione energetica e transizione digitale, sono alcune tra le principali tematiche su cui le Università possono esprimere contributi significativi. In tale contesto, quale il ruolo dell’Università del Sannio?

Transizione energetica e transizione digitale spesso vengono chiamate ′transizioni gemelle′: due pilastri portanti del Piano di ripresa europeo Next Generation EU. L’Università del Sannio è in prima linea in quella che si annuncia come una sfida epocale che tocca tutti gli aspetti della nostra società. Lo è con i propri Corsi di Laurea più specializzati su questi temi, penso a Ingegneria Informatica, Ingegneria Energetica e Scienze Naturali, Geologiche e Ambientali. È in prima linea con nuove iniziative didattiche quali il Corso di Laurea in Scienze dell’Amministrazione Digitale, partito lo scorso mese di ottobre ed i Master di Primo e di Secondo livello in E-Government e Management delle Pubbliche Amministrazioni, che partiranno a metà novembre. Entrambi mirano alla formazione di figure professionali in grado di supportare la trasformazione digitale della PA, unanimemente riconosciuta quale leva indispensabile per rendere più efficienti i servizi e migliorare il rapporto tra cittadini, imprese e istituzioni.

Diversi sono anche i progetti di ricerca che portate avanti in rete con Università, Enti di ricerca ed imprese nazionali e internazionali.

Impossibile richiamarli tutti, mi limito a ricordare che a Unisannio è stata realizzata la casa-laboratorio H-Zeb -uno dei primi esempi a livello europeo di utilizzo di idrogeno in ambito residenziale- e che il nostro Ateneo è impegnato, in rete con 6 Università, 4 Corti d’Appello e 22 Tribunali su 4 Regioni in un importante progetto di transizione digitale nel campo della Giustizia civile. È in prima linea, infine, attraverso iniziative di rete per la formazione di figure professionali capaci di guidare e rendere concreta la transizione: Unisannio è infatti uno dei promotori dell’ITS ICT-Academy, che vede insieme imprese, Università, Istituti di Istruzione Superiore, Enti di Formazione, Enti Locali, Centri di Ricerca e Hub Tecnologici per la formazione di tecnici del settore ICT e partecipa all’ITS Energy lab, attivo nel campo delle energie rinnovabili.

Negli ultimi anni l’Ateneo sannita ha consolidato le sue relazioni con alcune Associazioni di categoria e stretto collaborazioni con importanti aziende del territorio. Un’attività che inizia a dare i suoi frutti in termini di ricerca applicata ai reali bisogni del nostro sistema produttivo.

Noi crediamo che la collaborazione tra università e imprese sia di fondamentale importanza per la crescita economica e sociale dei territori. Il dialogo tra la dimensione accademica e quella produttiva garantisce uno scambio di conoscenze ed esperienze fondamentale per tenere il passo con l’evoluzione delle competenze richieste dal mercato del lavoro e per portare alle imprese un contributo di innovazione. Per questo negli anni abbiamo lavorato per promuovere e consolidare collaborazioni di diverso tipo con il mondo delle imprese e delle professioni.

Ricordiamo qualche iniziative realizzata in stretta sinergia.

Abbiamo progetti congiunti di ricerca applicata, percorsi di trasferimento tecnologico, attività di stage e tirocini, programmi di formazione mirati. Aggiungo che molti di questi progetti hanno comportato miglioramenti concreti nella capacità di competere delle aziende, grazie ad innovazioni che hanno riguardato sia i prodotti sia l’organizzazione e i processi produttivi. Alcuni hanno inoltre dato vita a brevetti industriali congiunti, come nel caso di una recente collaborazione con ASIA in cui è stato progettato e brevettato un sistema integrato hardware/software per l’identificazione automatica a bordo degli automezzi di sacchi di rifiuti ai fini della tracciabilità dei conferimenti. Mi faccia aggiungere, per completare il quadro, che accompagnare le imprese nei loro percorsi di crescita può assumere forme diverse. E qui mi viene in mente una delle nostre spin-off, Leaving Footprints, che si occupa di heritage marketing, ossia di narrazione della storia d’azienda, mediante recupero, e valorizzazione del vissuto di un’organizzazione, del suo patrimonio storico e culturale, per farne leva di engagement dei clienti. Numerose sono, infine, le attività condivise che portiamo avanti con gli Ordini professionali -avvocati, commercialisti ed esperti contabili, ingegneri, consulenti del lavoro, agronomi e forestali- finalizzate all’organizzazione e realizzazione di attività informative e formative, e per l’aggiornamento professionale degli iscritti agli Ordini.

Il nostro periodico, attraverso più editoriali di Mario Pedicini, ha suggerito all’Università di acquisire dal Demanio l'area e gli edifici dell'ex Pontificio Seminario Regionale Pio XI. È una strada percorribile per dare vita ad un vero ′campus′ -con alloggi, didattica e tempo libero- nel cuore della città?

L’area e gli edifici dell’ex Pontificio Seminario Regionale Pio XI, per quanto a nostra conoscenza, sono di proprietà della Curia, non ci risulta siano demaniali. La scuola, gli uffici, la mensa ed altri spazi di servizi sono utilizzati dalla Curia. Gli alloggi, situati nell’edificio che affaccia su Viale degli Atlantici, sono, invece, per gran parte vuoti. Nel recente passato, in occasione della pubblicazione di bandi per l’edilizia universitaria emanati dal MUR, abbiamo provato sia ad acquistare sia a locare l’edificio residenziale anche proponendo alla Curia accordi economici portati all’attenzione del nostro Cda, ma la Curia, con cui abbiamo a lungo trattato, alla fine ha ritenuto che non ci fossero le condizioni per vendere o locare l’edificio residenziale. Quindi strada, allo stato, impercorribile.

Quale, a grandi linee, il disegno che sta portando avanti l’Ateneo partendo appunto dal ′patrimonio′ acquisito negli anni dall’Università.

La nostra idea è quella del Campus Urbano. Il nostro Campus, è il centro storico della Città, dove stiamo investendo per riqualificare le strutture esistenti e per potenziare i servizi per gli studenti -residenze, palestra, mensa, biblioteca, laboratori linguistici, laboratori prove materiali- seguendo l’esempio di altre storiche Università di pari dimensione: mi faccia citare Camerino, Urbino, Siena per fare qualche esempio. Ciò con grandi benefici per la città di Benevento ed evidenti effetti positivi sulla vita e sull’economia delle aree su cui insistiamo. Ne è un esempio l’area di via dei Mulini, dove l’apertura de “Il Cubo”, l’edificio che ospita aule e laboratori didattici, e la presenza di un plesso di ricerca poco distante, nella riconvertita sede dell’ENEL, ha indotto una nuova vivacità dell’intero quartiere. Siamo convinti che gli stessi effetti positivi si vedranno sulla zona del Triggio una volta che avremo finito la ristrutturazione e l’insediamento di SHERIL, il nascente Centro di Ricerca e Alta formazione dedicato ai Beni Culturali.

La ricerca tecnologica richiede oggi laboratori di eccellenza, con attrezzature scientifiche all’avanguardia. Come si integrano tali infrastrutture col concetto di ″Campus Urbano″ su cui si fonda l’Università del Sannio?

La prima risposta che mi viene in mente è una sola parola: perfettamente! Vede noi crediamo fermamente che un contesto fatto di bellezza e qualità delle strutture favorisca le attività concettuali e ad alta creatività, come appunto lo studio e la ricerca. Ecco perché in tutti i nostri interventi abbiamo sempre prestato grande attenzione alla salvaguardia e al miglioramento dei contesti in cui gli edifici si collocano, muovendoci sempre in maniera coordinata e sinergica rispetto alle esigenze della Città, rispettosi del patrimonio storico-culturale esistente. A queste dimensioni abbiamo aggiunto la nostra capacità di guardare al futuro, di promuovere e sperimentare soluzioni innovative -come nella scelta dei materiali, sempre rispettosi dell’ambiente: si pensi ad esempio alle soluzioni di tetto giardino- e nella progettazione e realizzazioni di edifici nZEB, ossia in grado di minimizzare i consumi energetici.

Un esempio paradigmatico di questo approccio è “LInC”, il Laboratorio di Ingegneria Civile attualmente in fase di completamento nell’area alle spalle del plesso scolastico dell’Istituto “Galilei-Vetrone”, ubicato in piazza Risorgimento.

Il laboratorio rappresenta per l’Università degli Studi del Sannio e per l’intero territorio sannita una infrastruttura strategica, grazie alla possibilità di ospitare al suo interno nuove attrezzature e macchinari di grande rilevanza, che consentiranno di eseguire prove sperimentali nell’ambito dell’ingegneria civile con particolare riferimento alla caratterizzazione meccanica dei materiali da costruzione, all’ingegneria sismica e all’ingegneria idraulica. Simile la filosofia utilizzata nella progettazione e realizzazione della camera climatica di via dei Mulini, un laboratorio che ci consentirà di riprodurre esperimenti in agricoltura ed in ambito forestale a scala reale. Si tratta di due esempi, ma potrei farne molti altri, di laboratori avanzati che rafforzano la capacità di Unisannio di generare beni comuni e conoscenza diffusa a favore dell’intero tessuto produttivo.

Nella formazione dei giovani non deve mai mancare lo sport: da qui la nascita dei CUS, Centri Universitari Sportivi. A Benevento come funziona?

Unisannio ha sempre agevolato le attività sportive degli studenti finanziando con continuità le iniziative proposte ed organizzate dalle Associazioni studentesche. Una rilevante novità per l’Ateneo è la realizzazione, nel centro città, del primo impianto sportivo di nostra proprietà, attualmente in fase di ultimazione nella zona di via dei mulini. A partire dal secondo trimestre del 2024 gli studenti potranno praticare sport anche nel PalaUnisannio: ciò ci permetterà di potenziare le attività sportive organizzate dall’Ateneo e coinvolgere un elevato numero di studenti a cui garantire la possibilità di praticare sport in diverse discipline a prezzi calmierati e/o in modo gratuito. Proprio in vista dell’apertura del PalaUnisannio, prevediamo di affidare la gestione dello sport di Ateneo al CUS Unisannio che dal 2024 riprenderà le proprie attività, così come concordato con il presidente del CUSI che, per dare impulso a questa fase di riavvio, ha da poco assunto anche il ruolo di Commissario del CUS Unisannio.

In un mondo globalizzato, dove la conoscenza viene da diversi punti e va in differenti direzioni, l’Università apre sempre più le sue porte a giovani provenienti da altre Nazioni. Ci sono in programma ′gemellaggi′ con Università straniere?

L’Università degli Studi del Sannio partecipa a programmi di collaborazione per ospitare e formare studenti provenienti da altre Nazioni ed ha avviato la partecipazione a programmi, specialmente da Paesi extraeuropei, per contribuire a garantire pari opportunità alla formazione anche a chi vive in Paesi terzi. In collaborazione con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, l’Ateneo ospita nove studenti rifugiati che conseguiranno le Lauree Magistrali in ingegneria, economia e biologia. Ai programmi di doppia laurea partecipano Atenei dominicani, marocchini, malgasci e vietnamiti. Abbiamo inoltre un Master congiunto in Biologia con l’Università di Coimbra, in Portogallo. La comunità internazionale si arricchisce così di circa cento studenti provenienti da numerose nazioni.

Perché sono molto importanti questi scambi per una piccola Università come la nostra?

Crediamo che dall’incontro di culture ed esperienze educative diverse nascano occasioni formidabili per la crescita culturale, professionale e personale. Per questo siamo sempre in prima linea quando si tratta di favorire scambi di studenti, ricercatori e docenti con Università e Istituti di Ricerca di tutto il mondo, dall’MIT di Boston alla Texas Tech University. I programmi di internazionalizzazione coinvolgono in maniera significativa anche i nostri Corsi di Dottorato: pensi che circa il 15% dei nostri studenti di Dottorato sono stranieri, in gran parte da Paesi asiatici ma non mancano studenti provenienti dal continente sudamericano, con una concentrazione sul Dottorato d’ingegneria, dove si sfiora la percentuale del 30%. Insomma, Unisannio è -e vuole essere sempre di più- una porta aperta sul mondo.

L’impatto dell’Intelligenza Artificiale sulla ′ricerca accademica′: senza adeguati investimenti, il rischio che siano i privati ad influenzarne i progressi è molto concreto. In che modo l’Università del Sannio sta affrontando questa tematica?

Quello dell’intelligenza artificiale è indubbiamente un tema di grande attualità, sia per gli sviluppi straordinari delle capacità e della potenza delle applicazioni di IA a cui abbiamo assistito negli ultimi anni, sia per la velocità con la quale queste stanno penetrando i più svariati settori applicativi. Lo scorso settembre, nel messaggio di auguri inviato ai colleghi Unisannio in occasione della ripresa delle attività didattiche, ho richiamato come questa rapida evoluzione sta cambiando, e lo farà sempre di più, il ruolo e il modo di lavorare delle figure professionali più qualificate, i cosiddetti lavoratori della conoscenza, proprio quelli che formiamo nei nostri Corsi di Laurea.

In questo campo, qual è l’obiettivo che vi siete posti?

È un duplice obiettivo. Da un lato esplorare le grandi potenzialità dell’IA, attraverso attività di ricerca e alta formazione focalizzate sulle tante applicazioni possibili -dalle smart-city alla medicina, dal diritto alla gestione d’impresa, dall’agricoltura di precisione alla salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale; dall’altra lavoriamo per far crescere la consapevolezza che è necessario sottrarre lo sviluppo dell’IA alle pure logiche di profitto dettate da pochi grandi Attori internazionali. In quest’ottica, nei nostri Corsi -sia in quelli STEM, sia nelle discipline apparentemente più lontane dalle problematiche dell’IA- lavoriamo insieme ai nostri studenti per sviluppare la sensibilità e gli strumenti concettuali e culturali per comprendere fino in fondo le implicazioni non solo economiche, ma anche sociali ed etiche, derivanti dall’uso dell’intelligenza artificiale nel proprio settore di attività e più in generale nella società.

GIUSEPPE CHIUSOLO