Ecco la dieta per liberarsi dall'obesità informatica Società

Computer, cellulari, smartphone e tablet ammaliano come moderne sirene tecnologiche, alimentando il quotidiano con una valanga di stimoli e informazioni, ma attenzione... lo stress digitale si nasconde dietro l'angolo.

Secondo uno studio recente, nel 2006 si inviavano “in the world” 31 miliardi di email al giorno, adesso invece ben 183 miliardi; sempre nello stesso periodo, i tweet sono passati da 2mila a 500 milioni e, tanto per restare nel Bel Paesse, il 40% degli italiani legge messaggini a letto prima di addormentarsi.

Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio fenomeno di iperconnessione, causa di una “obesità informatica” da cui urge mettersi a dieta, onde evitare seri rischi per la salute fisica e mentale.

In Cina stanno affrontando il problema della dipendenza da web già dal 2004 - trattandolo alla stregua di una patologia - mentre negli Stati Uniti nel 2013 è stata inaugurata la prima clinica specializzata e ad oggi si contano centinaia di centri di riabilitazione per la cura della web-dipendenza.

Il primo danno riscontrato da stress digitale è la perdita, o la riduzione, del sonno: ogni volta che nelle ore notturne si risponde al cellulare, o si scrive un messaggino elettronico, o si naviga su internet, il cervello produce dopamina (una sostanza chimica che eccita e sollecita energia, ndr) impedendo così di riposare e, ad aggravare la situazione, c'è anche la luce dello schermo, nemico della secrezione di melatonina, ovvero, l'ormone che predispone al sonno.

Un secondo effetto è la diminuzione progressiva della concentrazione e della creatività: il bombardamento degli stimoli non viene sostenuto in maniera efficace dal cervello, che affanna di fronte all'attività multitasking, fino a modificare le connessioni neuronali. In parole povere, il pensiero si abitua a essere rapido e distraibile, mentre perde la capacità di profondità, tipica della riflessione.

Terzo danno: si appannano le relazioni interpersonali, in quanto, allontanando i contatti reali si finisce per intensificare solo quelli virtuali.

Lo stress digitale, però, non è una malattia inguaribile e grazie a qualche contromisura - dettata più dal buon senso che dalla medicina - si può restare lontani dalla schiavitù della rete e dell'iperconnessione.

Il modo più efficace per non alterare i delicati equilibri del cervello sottoposto al bombardamento delle informazioni può essere favorito da abitudini semplici come passeggiare, camminare, andare in bicicletta, curare un orto o un giardino, conversare, ovviamente senza auricolare e in totale “offline”, insomma, riscoprire le relazioni sociali vecchio stile.

Altro fattore di prevenzione è quello della meditazione: possono bastare anche 10 minuti ogni pomeriggio, durante i quali si chiudono gli occhi, ci si rilassa e non si pensa a nulla.

Inoltre, bisogna “staccare la spina”, appunto disconnettersi, almeno un'ora e mezza prima di andare a letto, il discorso vale anche per gli sms e le telefonate.

Per non inciampare nel labirinto dello stress digitale, poi, sempre più studiosi propongono di insegnare - in modo sistematico nelle scuole - un uso sano e consapevole del computer ed in generale delle varie apparecchiature elettroniche, considerando la loro enorme diffusione tra le nuove generazioni dei “nativi digitali”.

ANNAMARIA GANGALE

annamariagangale@hotmail.it

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