La cena ecumenica dell'Accademia Italiana della Cucina Società

Nell' “Accademia Italiana della Cucina” la Cena Ecumenica rappresenta il momento della sua sublimazione. L'Accademia Italiana della Cucina è nata da una idea di Orio Vergani: quella di fondare un'Accademia col compito di salvaguardare, insieme alle tradizioni della cucina italiana, la cultura della civiltà della tavola, espressione viva e attiva dell'intero Paese. La Cena Ecumenica è una caratteristica esclusiva della Accademia nella quale tutti gli Accademici e tutte le Delegazioni si trovano spiritualmente uniti in un’unica cena che si compie nello stesso giorno, in tutto il mondo.

La riunione conviviale ecumenica che vede assisi alla stessa mensa virtuale tutti gli Accademici in Italia e nel mondo ha avuto come tema “La cucina delle carni da non dimenticare”. Questo tema ha inteso riferirsi alla cucina del quinto quarto, ma anche a tutte le altre carni o prodotti di origine animale, presenti nella cucina del popolo ed oggi sempre meno usati, anche perchè espressione di un'ormai superata cucina della fame.

La Cena Ecumenica vuole essere l’occasione per sviluppare, attraverso la convivialità, i valori della cucina italiana, con la valorizzazione della sua genuinità ed originalità, attraverso la rivalutazione delle sue tradizioni e dei suoi piatti tipici locali. Essa va intesa come il momento per riunire idealmente e fattivamente tutte le Delegazioni intorno all'approfondimento di un tema, affinché questo possa essere celebrato non solo dal punto di vista gastronomico, ma anche dal punto di vista storico, ambientale e civile.

Naturalmente ogni Delegazione lo interpreta nella realizzazione del menu, proprio in funzione della diversità delle tradizioni e della cultura del proprio territorio. La Delegazione di Benevento ha scelto il luogo dell'incontro ecumenico nel ristorante “La Torretta” di Ferrarisi, in quel di Casalduni ed ha approntato un menu che ha risposto pienamente al tema dell'Accademia perchè è consistito in: “Zuppa di fagioli con le cotiche, Soffritto di vitello e Trippa al pomodoro, Cavatelli al sugo rustico, Fegato alla brace e un gigantesco Ammugliatiello di Casalduni”, che è una specialità del posto. Il tutto è stato accompagnato da un robusto Aglianico locale.

Al tavolo della presidenza sedevano la delegata Milly Pati Chica, le vicepresidenti Pina Marotta e Lena Luongo, nonchè i consultori Danila Carluccio, Mariella Bosco e Giovanni Errico. La delegata, Milly Chica ha presentato gli ospiti della serata, ha ringraziato la accademica Angela Meoli per la sua fattiva collaborazione alla serata ed ha ricordato il significato veramente ecumenico di questa serata nella universalità della partecipazione di tutti gli Accademici del mondo che in questo momento si affratellano in un afflato di fratellanza e di comunione spirituale.

Il tema del convivio ecumenico è stato svolto brillantemente da Danila Carluccio in funzione di simposiarca che ha spiegato il significato del quinto quarto della carne ed ha discusso su interessanti riferimenti storici in merito alla valorizzazione delle carni oggi meno usate come le frattaglie, le rigaglie e le trippe.

GIOVANNI ERRICO

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