Proliferano le App pirata Società

Ancora una volta dobbiamo constatare che la criminalità organizzata è in grado di tenersi al passo con i tempi. Certo, magari non esisterà mai un’app che potrà rimpiazzare i classici pizzini, usati dai boss latitanti per comunicare ed ovviamente impossibili da intercettare tramite sistemi informatici. Ma in altri ambiti, mafia e camorra hanno saputo darsi una rinfrescata.

Se ancora non esiste iPizzo, l’app immaginaria che nel film comico Quel bravo ragazzo avrebbe dovuto traghettare Cosa Nostra nell’era digitale, i criminali hanno saputo sfruttare altri canali per condurre i loro affari in maniera moderna. Come già in passato ho fatto notare, l’applicazione preferita dal crimine organizzato sembra essere Telegram.

Nata in Russia, ma con sede fiscale a Dubai (dove le norme in materia di tassazione sono molto generose), Telegram ai più innocenti potrebbe apparire soltanto l’alternativa meno famosa di WhatsApp, come la Pepsi lo è per la Coca-Cola. Ma il suo funzionamento è lievemente differente: in virtù del sistema di crittografia e del fatto che le chat non sono salvate su un server ma direttamente sugli smartphone degli utenti, Telegram risulta più complicata da intercettare per le forze dell’ordine, garantendo un certo grado d’anonimato a chi la utilizza.

Ecco perché su Telegram è più facile che siano create chat chiuse destinate allo scambio di prodotti illegali o di link a siti che trattano suddetti prodotti. Per chi cerca film o serie in streaming gratis, senza pagare gli abbonamenti ai servizi quali Netflix o Disney+, Telegram è un canale sicuro. Lo stesso dicasi per chi desidera guardare le partite di calcio senza pagare. Quest’ultimo fenomeno è talmente diffuso che dallo scorso febbraio l’AGCOM, Autorità garante per le telecomunicazioni, ha adottato il Piracy Shield; un sistema che consente, su segnalazione di chi naviga in rete, di bloccare in pochi minuti ogni sito illegale sul quale è possibile assistere alle partite di calcio.

È il classico rincorrersi tra guardie e ladri: ogni volta che nasce un nuovo modo d’infrangere la legge, le forze dell’ordine inventeranno una contromisura, che risulterà utile fino a quando i malfattori non adotteranno un nuovo sistema. E così via, all’infinito.

Alcuni potranno stupirsi del fatto che dietro alla diffusione illegale di film, serie o partite online, vi sia il crimine organizzato. Ma, come ho detto poc’anzi, le mafie si tengono al passo con i tempi. Non stupirà invece sapere che la malavita usa Telegram anche per altri commerci, più tradizionali se vogliamo, come lo spaccio di droga e la prostituzione.

Sempre tramite Telegram infatti i clienti possono mettersi in contatto con gli spacciatori o con le prostitute e fissare tariffe ed appuntamenti. Un metodo senz’altro più sicuro rispetto al ricorrere alle abituali piazze di spaccio o alle strade buie di notte, luoghi che bene o male le forze dell’ordine finiscono per scoprire presto o tardi. Fermo restando che, nel caso della droga come dello sfruttamento sessuale a pagamento, l’incontro materiale con il cliente dovrà pur sempre avvenire. Ed il pagamento, inutile dirlo, sarà in contanti, che rimangono ancora il metodo meno rintracciabile. Spacciatori e prostitute infatti ancora non accettano i pagamenti in Bitcoin o altre valute virtuali, ma non è detto che un domani decidano per un upgrade anche in questo senso.

Dunque, se in tanti sono preoccupati per la piega che potrebbe prendere in futuro l’intelligenza artificiale, ora come ora i pericoli maggiori continuano a giungere dalla disonestà naturale.

CARLO DELASSO