In giro per il mondo in... bici Società

Roberto Cassa, amorosino doc, classe 1991, da bambino sognava di diventare un avventuriero ed ora che di viaggi ne ha compiuti diversi in giro per il mondo, sempre a bordo della sua bici, sta diventando un personaggio sempre più conosciuto e popolare soprattutto tra i giovani. Unendo la sua passione per l’avventura a quelle per la fotografia e la scrittura, Roberto ha aperto un blog, dal titolo Senza Confini, ed una pagina facebook omonima, seguita da circa 48mila utenti.

Roberto Cassa è un bel ragazzo dal fisico atletico e dai grandi occhi azzurri, incorniciati da capelli e barba rossi. Dallo scorso 4 marzo è in giro per un altro dei suoi entusiasmanti viaggi: West Coast in bici. Dalla pagina facebook di questo giovane avventuroso, che ha suscitato l’ammirazione e l’invidia di molti, è possibile seguire i suoi spostamenti, attraverso le bellissime foto postate ed i racconti di avventure e disavventure quotidiane. Roberto collabora anche con Fanpage Viaggi, un sito nel quale sono riportati i resoconti dei suoi viaggi: Islanda, Giappone, Taiwan, Irlanda. Tutto è descritto con la limpidezza e la forza dell’età giovanile: la fatica fisica, le sensazioni assaporate lungo il tragitto, gli imprevisti, i gesti di generosità delle persone incontrate, i panorami visti, i moltissimi chilometri percorsi nell’arco di giorni o mesi. Strumenti fedeli di viaggio, a parte la bici, sono la digitale ed una telecamerina dalla quale Roberto trasmette i resoconti di viaggi per i suoi appassionati fans.

Ma com’è cominciata quest’avventura, che questo giovane ventiseienne ha cominciato a partire dal fatidico anno 2014? È lui stesso a raccontarcelo in apertura della sua pagina facebook: «Avevo solo 22 anni quando decisi di partire senza nessuna esperienza per scoprire l'Islanda in bici. Non so dove nacque l'idea e perché l'Islanda, ricordo che era come un bisogno che sentivo dentro, un’ esigenza di accendere una passione ormai morta, schiacciata dagli studi universitari, le aspettative e la necessità di trovare un posto nella società. Fu un gesto di ribellione alla realtà che vivevo in cui non mi identificavo. Così partii e i primi giorni furono un disastro, praticamente sull'orlo delle lacrime, ero pieno di dolori e per nulla preparato psicologicamente a pedalare tutto il giorno sotto un vento impetuoso e una pioggia incessante. Ogni sera mi ripetevo nella tenda ''perché l'hai fatto, chi te lo ha fatto fare, torna indietro''.

Non ci tornavo indietro, ogni mattina mi svegliavo determinato ad andare avanti ed ogni sera rimpiangevo la scelta. Finché qualcosa lentamente iniziò a cambiare in me, fu come aprire gli occhi per la prima volta, dopo 7 giorni a pentirmi della scelta iniziò a piacermi. Quel giorno nonostante il vento percorsi 150km senza mai avvertire la fatica anzi mi divertivo, la mia mente era cambiata non mi sentivo un’altra persona, mi sentivo come tornato all'età in cui le responsabilità non sapevo nemmeno cosa fossero. Iniziai a riscoprire le mie passioni sopite: l'avventura, la fotografia, la scrittura, la semplice scoperta.

Ecco perché l'Islanda per me è il viaggio dove ho ritrovato me stesso. Da allora ho smesso di mentire ed ho iniziato a coltivare le mie passioni, a migliorare nella fotografia, a lavorare su nuovi progetti, ho iniziato a vivere ed incredibilmente in due anni alzai anche la media all'università da 21 a 26.

A volte bisogna smettere di pensare ed ascoltare l'istinto...e l'istinto mi diceva di perdermi per ritrovarmi!».

La facoltà universitaria frequentata dal nostro è Giurisprudenza a Cassino.

La sua storia è stata raccontata anche dal sito www.italiani.it e da incredibilia.it. La sua impresa più originale e temeraria è stata di girare tutta l’Irlanda in 17 giorni a bordo di una footbike, cioè una sorta di monopattino. A openmag.it Roberto ha raccontato: «Ci sono esperienze che ho vissuto che probabilmente non racconterò mai (anche se forse sono le più belle) perché mi restano così impresse nell’animo che raccontarle sarebbe come tradirle».

È il 31 marzo 2018 quando Roberto, dalla California, sopra una foto vista Oceano, posta sulla sua pagina facebook: «Oggi mi sono accorto di aver superato, contando anche i viaggi precedenti, 10.000km in bici.

Mi piace pensare che ogni km percorso mi abbia insegnato qualcosa, ma nella mia lunga strada nell'inseguire l'orizzonte mi sono accorto che il viaggio non mi ha cambiato, ha fatto di meglio, mi ha regalato una nuova percezione del mondo, la mia».

LUCIA GANGALE