Padre Tirone e il volto bello della Chiesa beneventana Chiesa Cattolica

Quest’interminabile emergenza sanitaria ha bloccato anche le iniziative culturali più significative. Padre Domenico Tirone ha pubblicato una storia preziosa e interessante dal titolo “La Chiesa beneventana (I-XIV sec.) Appunti su una Chiesa locale” p. 294, edizioni Realtà Sannita, nel cinquantesimo anno di insegnamento, presentazione brillante e puntuale dell’arcivescovo Felice Accrocca.

Un percorso assai documentato, distribuito in quattordici capitoli e quattro appendici: Sannio e Benevento nel mondo romano; Benevento Cristiana; il Duomo; il tempo di San Barbato; Chiese e Monasteri; dall’VIII all’XI secolo; il secolo di San Bartolomeo (sec. IX); la cultura a Benevento; la Chiesa del secolo X; Benevento pontificia (XI secolo); il secolo dei Papi a Benevento; il secolo di Federico II imperatore e Manfredi; Benevento nella cattività avignonese; Concili e Sinodi. Le quattro appendici: i Chierici della Diocesi Beneventana nel 1308; le feste di obbligo annuali nel 1331; le parrocchie dell’Arcidiocesi. Conclusione e bibliografia.

L’Autore, con francescana semplicità, presenta la sua intensa ricerca storica sotto il nome di “Appunti”, in realtà si tratta di un compendio che prende in esame il periodo più glorioso e complesso della Chiesa beneventana che nei bombardamenti del 1943 ha perso l’archivio diocesano, la cattedrale e i documenti più preziosi.

Uno sguardo complessivo su un lungo periodo storico, sottolineando i fatti essenziali e nevralgici. L’arcivescovo Accrocca nella presentazione cita lo storico don Giuseppe De Luca per affermare che “il sensus ecclesiae, che va progressivamente scomparendo, si alimenta vivendo con la Chiesa” e che “è necessario conoscere, per poter amare di più e meglio”. Un altro storico, Mariano D’Alatri, afferma: “Un popolo che non conosce la propria storia è come un barbaro che sbuca nudo dalla notte dei tempi”.

La storia ci insegna a vivere nel presente e a incamminarci con coraggio verso il futuro. Mons. Accrocca legge con stupore quanto il Bonnard scrive alla voce Bénévent sul Dictionnaire d'Histoire et de Géographie Ecclésiastiques (cfr. t. VII, Paris 1934, coll.1280-1289), vale a dire che l’Arcidiocesi comprendeva allora, al tempo di Mons. Adeodato Piazza, 106 Comuni delle provincie di Benevento, Avellino, Campobasso, contava 590mila abitanti ed era divisa in 156 parrocchie, poteva avvalersi di 590 sacerdoti, 140 seminaristi, 93 religiosi di cui 59 sacerdoti, 236 religiose. Sembra un’altra storia rispetto al tempo presente e la tentazione della nostalgia è grande. Padre Tirone merita il plauso più sincero perché ci aiuta a “conoscere il volto bello” della nostra Chiesa sannita, anche attraverso le sue pagine più dolorose.

Nel 2008, pubblicai un volume di 300 pagine da titolo “Maestri e sentinelle” tracciando il profilo di 100 preti beneventani che ovunque hanno onorato le nostre radici, nelle comunità piccole e grandi, nelle diocesi più prestigiose e persino in Vaticano e, nel 2014, “Papa Orsini, un pastore santo” in 231 pagine sul “San Carlo Borromeo del Mezzogiorno”. Tutti “pastori con l’odore delle pecore” come ama ripetere Papa Francesco.

Nel 1969, Mons. Ferdinando Grassi pubblicò un volume in 200 pagine su “I pastori della Cattedra beneventana”, da San Gennaro fino a Raffaele Calabria e nel 2002 “I frammenti della porta di bronzo beneventana” in 117 pagine sulla notissima “Janua Major”. Nel 2002, Giuseppina Lungo Bartolini pubblicò “Santi di Benevento” in 271 pagine, confermando che la nostra è “Terra di Santi”. Nel 2009, nella qualità di direttore dell’Istituto di Scienze Religiose “Redemptor Hominis”, feci editare un libro di Giacomo de Antonellis, con la mia prefazione, in 254 pagine, dal titolo “Per una storia religiosa del Sannio”, offerta come prezioso strumento di studio e ricerca ai nostri studenti. Nel 2013, presentai alla Città il volume in 286 pagine di Lamberto Ingaldi “Le antiche chiese di Benevento”.

Non si contano le pubblicazioni e gli articoli di Mons. Giovanni Giordano, del professore Angelomichele De Spirito, della prof.ssa Gaetana Intorcia, di padre Davide Panella e di tanti nostri studiosi sui “Diari orsiniani” e su “Benevento sacra”. Appena liberi dalla pandemia presenteremo alla Gregoriana in Roma e poi a Benevento e Cervinara la mia recentissima pubblicazione “Tra storia e mistero.

Il gesuita cervinarese Michele De Maria sulla Cattedra della Verità”, un figlio illustre della Chiesa beneventana che, dopo la prima formazione nel Collegio dei Gesuiti in piazza Roma a Benevento, fu scelto dal Pontefice come Prefetto degli Studi del Pontificio Ateneo Gregoriano e vi rimase per circa un trentennio, fino alla morte, avvenuta nel 1913.

PASQUALE MARIA MAINOLFI