Qualche riflessione sul libro Il Rione Ferrovia a Benevento Cultura

Il genere si colloca a metà strada tra la letteratura memorialistica e la cronaca giornalistica e traccia un lungo excursus che si dipana dai bombardamenti del ’43 alle imprese più o meno gloriose del secolo scorso. Attraverso la penna felice e brillante di Mario Pedicini, il Rione Ferrovia di Benevento torna a rivivere attraverso i personaggi e le famiglie che ne hanno fatto parte, che ne hanno segnato in qualche modo la storia e che sono entrati nell’immaginario collettivo della nostra cara città.

Sto leggendo e gustandomi queste pagine memorabili e dalla freschezza unica, in molte delle quali si insinua la gustosa e intelligente ironia del provveditore Pedicini, con risultati davvero esilaranti e spassosi, e non posso fare a meno di pensare: “Finalmente qualcuno che ha saputo raccontare Benevento e la beneventanità, proprio come i più grandi narratori italiani hanno fatto con le loro terre di appartenenza, da Fenoglio a Camilleri”. Insomma, una narrazione che rimarrà per sempre. Che saprà sfidare i tempi e le contingenze storiche. Un omaggio alla “città straordinaria” che il dottore Pedicini si augura che i suoi giovani sappiano amare e servire come merita.

Quel Rione Ferrovia, tanto caro a tutti i beneventani, si racconta attraverso l’operosità e il dinamismo che da sempre ha contraddistinto questo popoloso quartiere cittadino. Sfilano le storie di maestri torronai, di ristoratori e conducenti di autobus, di artigiani e tabacchine, di negozianti e casalinghe, di preti e avvocati, di personaggi della più varia umanità identificati con i nomignoli che bene si adattavano al loro particolare mestiere o ad una caratteristica della loro personalità. Un coacervo di attività ed interessi che ha anche segnato l’urbanistica della zona in maniera peculiare e caratteristica. Ci passano davanti la storia del vecchio Supercinema, l’immagine della diligenza che ogni mattina si dirigeva nei paesi del Fortore, dell’edificio dove sorgeva il Provveditorato agli Studi, del Consorzio Agrario e dell’intendenza di Finanza, sentiamo ancora l’odore della fabbrica di legname e quella dei numerosi torronifici, biscottifici e liquorifici che avevano collocazione in questa zona, e poi ancora i palazzi dei Catenielli e la chiesa Santa Maria di Costantinopoli e tante tante altre cose ancora che hanno fatto del Rione Ferrovia un quartiere con l’anima.

E quando, insieme ad una cifra incalcolabile di altre persone, sono andata ad assistere alla affollatissima presentazione di questo bel libro nella splendida sala conferenze dell’Hotel Italiano, che sorge proprio lungo il Rione Ferrovia, vedendo all’opera il duo Fuccio - Pedicini (il primo, direttore di Realtà Sannita e il secondo editorialista dello stesso periodico), con la splendida conduzione di colei che è stata un’altra illustre figlia di Realtà Sannita, Annalisa Angelone, oggi apprezzata giornalista Rai, non ho potuto fare a meno di pensare che una grande e lunga storia di vera cultura, signorilità, amicizia e professionalità si stava materializzando davanti agli occhi degli astanti, così silenziosi e persi nei ricordi dei tempi che furono, ma non in chiave nostalgica, bensì per indicare alla politica future strade di sviluppo e valorizzazione di tutto il bello e il buono che abbiamo.

Non ho potuto fare a meno di pensare che dei giornalisti di razza come il professore Giovanni Fuccio e il dott. Mario Pedicini abbiano potuto mettere a segno un altro colpo così importante e prestigioso. Non ne avevo dubbi. Non solo per una sala gremita fino all’inverosimile, ma anche per i commenti, tutti positivi, che ho ascoltato su questo volume nei giorni successivi.

Così, se me lo consentite, mi sono sentita davvero fortunata di avere fatto parte e di fare ancora parte di una così grande e bella storia. Una storia di impegno, di giornalismo di spessore perché fatto di approfondimento, di ricerca e curiosità, di senso di appartenenza e familiarità, di vitalità e di laboriosità in una delle zone più interne della Campania. Una storia di intellettuali in azione, che sostanziano il loro impegno culturale con una onestà ed una umanità che al giorno d’oggi diventa merce sempre più rara e preziosa.

LUCIA GANGALE

Nella foto, da sinistra, Mario Pedicini, Clemente Mastella, Annalisa Angelone, Giovanni Fuccio