Piazza Vittoria Colonna e Rione Ferrovia In primo piano

La stazione ferroviaria di Benevento fu aperta al pubblico nel 1868. Ne 1861 la ditta Alberti, produttrice del famoso Liquore Strega, rinomato ed imitato senza successo in tutto il mondo, aveva già acquisito quest'area e difatti lo stabilimento, da allora, è sempre stato lì, anche se con le trasformazioni strutturali che lo hanno caratterizzato nel corso dei decenni.

Prima era bianco e squadrato, oggi è arancione, slanciato, più alto del precedente ed al piano terra si trovano gli uffici di Confindustria. Se arrivate a Benevento in treno, la prima cosa che vedete è l'enorme bottiglione di liquore Strega effigiato su di un pannello collocato su una facciata dello stabilimento (visibile anche di notte, grazie ai tre fari sottostanti che lo illuminano).

Il piazzale della stazione è dedicato alla poetessa Vittoria Colonna, nata a Marino nel 1490 e morta a Roma nel 1547, dopo una vita intensa e sofferta, segnata dall'amore per Francesco Ferrante d'Avalos, marchese di Pescara e ufficiale dell'esercito di Carlo V. I due erano stati promessi in sposi per ragioni politiche familiari, quando lei aveva tre anni e lui cinque, tuttavia fu un matrimonio d'amore.

Le loro nozze furono celebrate il 27 dicembre 1509 a Ischia, nel Castello Aragonese, e sono descritte come evento memorabile negli annali dell'isola. Vittoria e Ferrante, detto il Pescara, si stabilirono ad Ischia, ma furono ben presto divisi dalle vicende della storia. Ferrante rimase ferito nella battaglia di Pavia del 24 febbraio 1525, combattendo contro i Francesi.

Vittoria ebbe il governo di Benevento, lasciatole dal marchese di Pescara cui era stato affidato da Clemente VII, quando questi era partito per la guerra. Peccato che sul piazzale a lei dedicato nella nostra città non compaia nessuna sua effigie o lapide commemorativa, come invece si è verificato ad Ischia, dove la sua figura compare su delle maioliche all'ingresso del Corso Vittoria Colonna.

In effetti, la poetessa amica di Michelangelo Buonarroti, quella della quale il Varchi diceva ‘Donna che site veramente Donna', è ricordata, più che per i suoi titoli e per le sue baronie, o per la reggenza di Benevento, come la Signora dell'isola.Alla morte del marito meditò dapprima il suicidio e poi si rinchiuse in convento a Roma. Qui rimase poco, a causa del conflitto tra il fratello Ascanio e papa Clemente VII. Vagò così tra Marino ed Ischia, ma evitò in tal modo di vivere in prima persona il sacco di Roma del 1527 e divenne benefattrice dell'isola, dove oggi è ancora amata e ricordata. Lascerà Ischia quarantenne.

Piazza Colonna, la sua stazione, lo stabilimento Alberti e tutta la pavimentazione si sono notevolmente modificati nel corso del tempo. Cartoline ed immagini d'epoca ci mostrano uno slargo sul quale vanno e vengono vetturini con le loro carrozze trainate da cavalli e gli edifici profondamente diversi da quelli di oggi, ad iniziare dalla stessa stazione. Uno dei motivi è stata la ricostruzione post bellica, dal momento che la vecchia stazione era andata distrutta nei bombardamenti del 1943.

Di notevole interesse, anche artistico, è lo stabilimento Strega Alberti, aperto soprattutto ad un turismo scolastico, in quanto, oltre a visitare parte dello stabilimento dove sono contenute erbe, alambicchi, bottiglie ed attrezzature varie, è possibile visionare una ricca sezione pubblicitaria. Molti manifesti pubblicitari della ditta sono stati realizzati da Marcello Dudovich, in stile liberty. In bacheca ci sono anche le copertine di tutti i premi Strega. Il premio letterario Strega nasce nel 1947 per iniziativa di Goffredo e Maria Bellonci che riuniscono negli Amici della domenica i più validi esponenti del mondo culturale italiano.

Una tradizione che continua, e che da diversi anni ha come location l'Hortus Conclusus per il ciclo di Letture Stregate affidate a famosi attori del cinema e del teatro italiano e tra gli appuntamenti più apprezzati del festival settembrino Città Spettacolo. Dal piazzale della stazione si diparte il Viale Principe di Napoli (Rione Ferrovia), da sempre attiva arteria commerciale della città. Nel 1908 vi è stata fondata la società Fabbriche Riunite Torrone di Benevento, travolta dall'alluvione del 1949 e salvata nel 1955 da Mario Rosa, che all'epoca aveva già 50 anni.

Tra gli anni Venti e Trenta sul viale fu costruita la Falegnameria Russo, oggi non più esistente, così grande da richiedere la costruzione di un apposito binario ferroviario per il carico e lo scarico del legname. Negli anni Trenta sorse l'ospedale Fatebenefratelli e poi il biscottificio Soriano. Sempre nel Rione Ferrovia sorge la chiesa dedicata a Santa Maria di Costantinopoli, progettata nel 1950 dall'architetto Salvatore Pennella. All'interno decorazioni in stile bizantino ed affreschi di Giuseppe Moroni che ricordano i bombardamenti del 1943 e l'alluvione del 1949. Notevole è anche la facciata dal prospiciente antico Palazzo dei catenielli.

LUCIA GANGALE

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