Al Comune la prevenzione non è di casa In primo piano

Ogni anno, in occasione del 23 novembre, le istituzioni della nostra città ritornano ad interessarsi e ad attenzionare i rischi idrogeologici, alluvionali e sismici del nostro territorio. Emerge la necessità di monitorare le diverse aree e di redigere un piano d’emergenza. Molti programmi, tante iniziative, ma poi il tutto viene rimandato ritenendo che ci siano problemi più urgenti da risolvere.

E’ ciò che viene fuori dallo stesso Consiglio Comunale del 23.11.2011 durante il quale si sono invertiti i punti all’ordine del giorno al fine di votare prima le nomine e poi passare al piano della Protezione civile tanto che i volontari della stessa Protezione civile, presenti per assistere alla discussione sul nuovo piano, hanno per la stanchezza abbandonato l’aula, come si legge sulla Gazzetta di Benevento del 24.11.2011.

Insomma le nomine e gli interessi politici vengono prima della tutela dei cittadini! E ci chiediamo se la città è dotata di un piano generale di emergenza, e se esiste i cittadini lo conoscono? In caso di terremoto dove si recheranno una volta usciti dalle proprie abitazioni ?

Quali sono i punti di raccolta nelle varie zone? E se gli uffici e le scuole dovrebbero effettuare prove di evacuazione secondo un’organizzazione interna, chi si trova nella propria casa dove deve andare e quale comportamento deve assumere? Si ritorna allora a constatare che manca nel nostro territorio una vera e precisa informazione.

Ma l’urgenza non è solo quella di “porre le basi per interventi in caso d’emergenza” come ha affermato qualche politico, e stiamo parlando ancora di basi, bensì occorrono tanti altri interventi come ad esempio quello di monitorare gli edifici pubblici e privati.

Nell’immaginario collettivo si ritiene che il patrimonio edilizio è eterno, ma questa convinzione è solo italiana, in quanto nel nostro Paese si insegna solo a progettare e non a verificare, a conoscere, a risanare le strutture ammalorate e a manutentare gli edifici in generale e soprattutto quelli datati.

Basti pensare che in Francia già nel 1977 nacque una guida tecnica per l’attività di gestione degli immobili e nel 1995 in Inghilterra si incominciò a mettere in atto un documento contenente dati tecnici e progettuali per la sicurezza degli immobili che si accompagnava ai contratti di locazione.

In Italia, invece, il disegno di legge n. 4339 bis, il provvedimento di legge collegato alla finanziaria del ’99 che rendeva obbligatorio l’adozione del fascicolo del fabbricato è rimasto fermo. Ma Benevento, zona a rischio sismico elevato, non dovrebbe sottovalutare le disastrose conseguenze che potrebbero essere evitate o ridotte con razionali e mirati interventi di prevenzione.

E’ un problema che va affrontato con estrema serietà per non aspettare le tragedie naturali che si stanno verificando nelle diverse regioni d’Italia.

E’ evidente che il compito principale è degli Enti Locali; e con un coordinamento sinergico con gli ordini professionali, le associazioni, i sindacati è possibile creare nell’ambito degli uffici comunali un osservatorio permanente ed operativo che, tramite un’anagrafe speciale del patrimonio edilizio, dia all’Ente Locale la possibilità di avere un continuo e costante censimento del patrimonio edilizio cittadino, e un aggiornato archivio tecnico di monitoraggio e controllo sulla sicurezza statica, impiantistica, funzionale, insomma un valido supporto operativo da fornire all’utenza.

Qual è, allora, la triste verità? E’ che in questa città manca la cultura della sicurezza e della prevenzione considerata accessoria agli interessi di carattere economico per cui regna la convinzione che investire denaro per tali interventi e quindi a vantaggio dei cittadini sia improduttivo e solo di inutile costo. E non solo va stigmatizzata la politica comunale ma anche quella dell’intera provincia perché molte competenze le appartengono, vedi scuole superiori, fiumi, patrimonio edilizio...

Esiste ancora la condivisione che parlare di sicurezza sia solo un fastidio, che rallenta il percorso politico quotidiano e c’è qualche politico, per non dire molti, che ancora si chiede . “Ma che cosa vogliono con questa sicurezza e prevenzione?” E questi individui farebbero bene a documentarsi perché il governare esige non solo conoscenza delle leggi quanto sensibilità istituzionale e sociale dimostrando capacità di razionalizzare e ottimizzare gli interventi, anche quelli senza grossi ritorni d’immagine a scopo elettorale”.

MARISA ZOTTI ADDABBO