Finalmente un Piano triennale agriforestale In primo piano

Chi mi onora della sua lettura avrà notato che ripetutamente i miei articoli battono e ribattono sui problemi idrogeologici e agriforestali, che incidono largamente sull’equilibrio climatico e ambientale oltre che sulla stabilità del suolo. Prima o poi ci convinceremo che le alluvioni, le frane e le alterazioni geoclimatiche non derivano da cause ignote, ma dall’incuria delle istituzioni e dalla distrazione delle popolazioni… Pertanto non vi dovrebbero essere dubbi che, per evitare o contenere questi fenomeni disastrosi, occorre agire preventivamente sulla parte del territorio da dove sorgono e partono i fiumi e dove si piantano e si curano i boschi.

Vi è quindi da auspicare non solo un diverso impegno programmatico della Regione, oltre ad una maggiore sensibilizzazione delle Istituzioni locali, ma anche una generale attenzione sui sacrosanti diritti dei lavoratori forestali, impegnati in quelle indispensabili opere d’interesse pubblico.

Nello scorso mese di dicembre ero rimasto scosso da un comunicato del presidente della Comunità Montana Titerno-Alto Tammaro, il quale con soddisfazione annunciava che finalmente l’Organo amministrativo di quella Comunità Montana aveva deliberato “il pagamento di cinque mensilità arretrate in favore degli operai forestali”. E tutto questo, non per chiedere scusa del mancato rispetto dei tempi...

Ma se un Ente Ospedaliero pagasse con un mese di ritardo il giusto salario degli infermieri, come reagirebbe la pubblica opinione e soprattutto come se lo spiegherebbero gli amministratori di quell’Ente? Mi si dirà che gli infermieri sono al servizio della salute umana. Giustissimo! Ma quanti di noi sono convinti che gli operai forestali sono al servizio della salute geoambientale? Salute geoambientale, la quale alimenta anch’essa la vita umana.

Dopo aver letto il comunicato di quella Comunità Montana mi è venuto in mente di fare una lettera aperta all’Assessore regionale all’Agricoltura e Foreste per richiamare ancora una volta la sua attenzione sull’argomento, quando mi è capitato di leggere un comunicato della Giunta Regionale, che io ho giudicato di immensa importanza, il quale aveva questo titolo: “Programmazione forestale in Campania, la Regione stanzia 210 milioni in tre anni”.

Se tutto ciò è vero, possiamo dire che questo è il più grande provvedimento assunto negli ultimi tempi dalla Regione, non soltanto per il settore agroforestale ma per tutta la dinamica economico-territoriale della Campania. Vorrei quindi che l’assessore Caputo mi leggesse, innanzitutto perché potesse accogliere questo mio apprezzamento come stimolo a procedere su questa strada.

Gli interventi di cura e stabilità idraulico-forestali per una regione come la Campania, il cui territorio è situato, per l’80%, lungo la dorsale appenninica, sono fondamentali e assolutamente insostituibili.

Ci dovremmo attendere, a questo punto, che finalmente il Governatore De Luca, così come giustamente dedica grande attenzione alla salute delle persone, cominciasse a preoccuparsi anche della salute geoclimatica e quindi del settore agroforestale.

Questo articolo, che probabilmente susciterà qualche dissenso, vorrei chiuderlo con l’invito all’amico Nicola Caputo di promuovere un incontro di riflessioni su questa tematica, con la partecipazione sua, in quanto assessore in carica, e di colui che cinquant’anni fa era stato il primo a coprire quel ruolo. Non per confrontarsi sui programmi ed i risultati di ieri e di oggi, ma soltanto per vedere come fare per evitare che gli errori del passato possano ripetersi nel futuro.

ROBERTO COSTANZO