GIORNALISTI - Mini riforma dell'Ordine. Molte novità, ma salta la parte sul giurì, adesso tocca al Senato In primo piano
Giudicati dal Cnog sicuramente positivi alcuni aspetti: l’introduzione di un numero massimo dei membri del Consiglio (fissato in 90 contro gli attuali 150 in progressiva crescita dati gli automatismi attualmente vigenti), la previsione che i giornalisti professionisti debbano avere almeno una laurea triennale e che gli aspiranti pubblicisti debbano superare un esame di cultura generale che attesti, tra l’altro, la conoscenza dei principi di deontologia professionale.
L’auspicio è che ora il Senato non solo recuperi la commissione deontologica e il giurì per la correttezza dell’informazione, ma consenta all’Ordine - certamente più a conoscenza di come avviene il lavoro giornalistico, indipendentemente dall’iscrizione agli elenchi dei professionisti e dei pubblicisti - di riflettere al suo interno per stabilire criteri di rappresentanza rispettosi della realta’.
Per Giancarlo Mazzuca (Pdl), relatore della riforma, «non si poteva andare avanti con regole vecchie di 50 anni, varate con la legge Gonella del 1963. Questa è una soluzione provvisoria, serve a snellire e modernizzare l'Ordine a dargli più senso e efficienza, più regole nell'accesso alla professione».
FONTE: www.francoabruzzo.it