Rimboccarsi le maniche: è ora! In primo piano

Sono trascorsi 365 giorni da quando Benevento, la mattina del 15 ottobre 2015, si è svegliata smarrita e ferita. Acqua, fango e detriti erano ovunque.

Nell'emergenza, come tanti altri beneventani, siamo scesi per le strade e abbiamo dato una mano a ripulirle, abbiamo sollecitato i nostri rappresentanti nelle istituzioni e con loro abbiamo lavorato per offrire un gesto concreto alla città. E ci siamo riusciti! Una scuola è stata messa in condizione di riprendere le attività in tempi brevi.

Passata la tempesta, come tutti, ci siamo interrogati sulla possibile natura del fenomeno alluvionale, cercando di capire cosa fare per evitare che eventi del genere si ripetessero in futuro. Letti i documenti, valutate le competenze è emerso con palese evidenza che le cause dell’alluvione e gli effetti sono da attribuire all’assenza totale e prolungata di una seria politica del territorio.

Negli anni, non solo sono state adottate scelte sbagliate nell’edificare, nel pianificare, nel consumare il suolo, ma si è abbandonata anche ogni manutenzione e gestione dei corsi d’acqua e del sistema di scolo delle acque piovane. Si è perso il rapporto che, per millenni, ha legato gli abitanti e la propria terra. Quelli che un tempo erano ricchezza per la popolazione, la terra e i fiumi, oggi pare siano diventati solo un problema se non un pericolo.

Il perenne scarica barile ha aggrovigliato la matassa. E, allora, chi aveva il compito istituzionale di gestire il territorio ha delegato la materia ora alla Regione, ora alla Provincia, ora all’Autorità di Bacino o alla Sovrintendenza o ai Comuni, tanto che oggi non è semplice neanche più risalire alle responsabilità e individuare chiaramente chi deve e può intervenire.

Più volte, però, in questi dodici mesi la pioggia, anche se con intensità minore, ha mandato in tilt i sistemi di scolo, soprattutto nelle zone esterne al centro abitato, prima fra tutte contrada Pantano. Qui, anche se il fiume non supera gli argini, gli abitanti rimangono spesso isolati e in forte difficoltà per i fanghi, ancora quelli portati dall’alluvione del 2015, che ostruiscono fossi e canali e che si riversano lungo le stradine della contrada e nei sottopassaggi.

La stessa condizione la vivono gli abitanti di molte altre contrade del territorio comunale, seppure con intensità diversa. È da un anno che le strade sono difficilmente praticabili, ci sono fossi e cunette saltate. Gli agricoltori e i proprietari dei fondi sono alle prese con la fase di ripristino, ma nessuno riesce a dare soluzioni quando è necessario sostituire gli attraversamenti, chiedere le autorizzazioni, capire quali fossi sono di competenza comunale e quali di competenza privata e soprattutto quali sono quelli liberi.

Trent’anni di abbandono non possono essere recuperati con interventi circostanziati o con misure straordinarie. Lo ribadiamo da tempo: è necessaria una rivoluzione, dobbiamo cambiare il nostro modo di essere cittadini, di essere progettisti o funzionari pubblici e soprattutto rappresentanti politici. Una rivoluzione gentile che non può più attendere.

Il Movimento Cinque Stelle si impegnerà affinché il Comune di Benevento adotti un regolamento che disciplini la manutenzione delle aree agricole, dei fossi e degli scoli nella aree urbane e rurali - il Regolamento di Polizia rurale - che, oltre agli impegni concreti e ai tempi certi degli adempimenti per i privati e per il Comune, commini anche sanzioni in caso di inadempimento.

Il Comune di Benevento, stando all’enorme estensione delle aree agricole, è stato più volte invitato ad adottare un simile provvedimento, ma invano. Piuttosto, ha preferito affidarsi al caso e alla buona volontà della Polizia Municipale.

Senza regole e senza incentivi alle buone pratiche, magari prevedendo sgravi fiscali, sarà davvero difficile invertire la rotta.

Un regolamento, infatti, se rispettato e fatto applicare con scrupolo prima di tutto dagli enti e dalle istituzioni - Anas, Comune e Provincia di Benevento, Ferrovie dello Stato et cetera -, scritto confrontandosi con esperti e con l’ausilio dei cittadini, potrà offrire un approccio nuovo e diverso a questi temi. Il tempo stringe. La storia ce lo insegna, se lasceremo sbiadire i ricordi dell’alluvione, le questioni resteranno insolute fin quando la natura, il Calore e il Sabato torneranno a chiederci il rispetto che meritano.

Alla proposta che faranno i Consiglieri eletti del M5S si affiancherà una campagna di informazione che si svolgerà prendendo contatti con le associazioni locali e girando per le contrade per spiegare agli abitanti perché conviene a tutti “proteggere i fossi”.

Vittorio Giangregorio

Meetup “Grilli Sanniti”

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