Coronavirus, nella disgrazia c'è già chi specula per arricchirsi Società
Nello scorso articolo ho prospettato un’inevitabile crisi economica a seguito del coronavirus e della quarantena forzata che ne è seguita. Eppure, anche volendo essere pessimisti su ciò che ci attende alla fine del tunnel di questa pandemia, esiste anche chi ne trarrà dei vantaggi, o ha già cominciato a farlo.
Come
accennato in precedenza, la chiusura delle scuole e la conseguente
reclusione dei bambini tra le mura domestiche ha giovato al
contemporaneo lancio della piattaforma di streaming Disney+. Ma anche
gli adulti sono costretti a trascorrere le giornate chiusi in casa,
per cui le dirette concorrenti, Netflix ed Amazon Prime video (oltre
ad un ampio numero di piattaforme minori), hanno visto crescere in
questi mesi il numero dei loro abbonati.
Sebbene in misura minore, anche i servizi di tv a pagamento tradizionali, Sky e Mediaset Premium, hanno potuto contare su un incremento degli abbonati, anche se nel loro caso il vantaggio è bilanciato dalla perdita degli introiti legati al calcio ed agli altri sport. Chi rischia la bancarotta è invece Dazn, la cui offerta è incentrata esclusivamente sugli eventi sportivi.
Il divieto di uscire di casa ha portato allo sviluppo del cosiddetto smart working, ossia il lavoro a distanza. Ma ora che in molte famiglie genitori e figli sono chiusi in casa, capita sovente che più persone siano connesse contemporaneamente e utilizzino nello stesso momento programmi di videochat, per seguire le lezioni scolastiche o per ragioni di lavoro. Questo ha trasformato la connessione ultraveloce, la famosa fibra, da un lusso per appassionati a una necessità. E quindi le compagnie telefoniche ne traggono un evidente vantaggio.
Con i negozi chiusi, chi proprio non può fare a meno di acquistare certi prodotti ha ripiegato sullo shopping online, favorendo i siti di e-commerce. Non è un caso se proprio in questo periodo il colosso delle vendite online Amazon ha annunciato un nuovo piano di assunzioni in tutto il mondo, Italia compresa (con un centro distribuzione e parecchi posti di lavoro anche nella nostra provincia).
Oltre all’utile, il dilettevole: dover trascorrere in casa le giornate significa anche avere molto più tempo libero a disposizione, da ingannare in qualche modo. E questo ha avvantaggiato l’industria videoludica, dato che oggigiorno i videogiochi non necessitano più di un supporto materiale come le cartucce di un tempo, ma possono essere acquistati e scaricati direttamente online.
Dunque,
il Covid-19 non porterà solo uno stravolgimento delle nostre
abitudini: quando entreremo nella fase 2 e anche successivamente, le
nostre vite non torneranno le stesse di prima del mese di marzo.
Dovremo abituarci a convivere con il virus ancora a lungo, ma
probabilmente le conseguenze economiche saranno ancora più durature:
tra un anno, due al massimo, avremo un vaccino contro il coronavirus,
ma la primavera del 2020 per molti settori dell’economia costituirà
uno spartiacque, un confine dal quale non sarà possibile tornare
indietro. Così come lo sono stati l’invenzione del computer, la
diffusione di internet e il dilagare degli smartphone, questi mesi
sono destinati a cambiarci la vita in modo definitivo. Chi spera di
poter tornare alla normalità e di poter fingere che tutto ritorni
come prima, è condannato suo malgrado all’obsolescenza.
CARLO DELASSO