Così cellulari, pc e tv ci hanno cambiato la vita Società

Vi è mai capitato di domandarvi come facevamo prima? Sembra retorica, ma le innovazioni tecnologiche che negli ultimi due decenni hanno modificato il nostro stile di vita sotto molti aspetti sono state al contempo così repentine e talmente subdole da averci portati quasi a dimenticare come si viveva all’epoca in cui non esistevano ancora.

Un’epoca non così remota, a ben guardare: non sto parlando di prima della guerra, quando non tutte le famiglie avevano la ghiacciaia ed i televisori non erano entrati nelle case, ma degli ultimi anni del secolo passato.

Prendiamo ad esempio il telefonino, forse la più invasiva delle invenzioni dello scorso secolo: fino alla prima metà degli anni ‘90 essere reperibili sempre e ovunque era una prerogativa esclusiva di pochissime persone, in primo luogo i medici (che infatti furono i primi a disporre dell’ormai obsoleto cercapersone, detto familiarmente “cicalino”).

Oggi invece tutti pretendono di trovare chiunque in ogni momento, in principal modo i propri parenti più stretti. Ho già fatto notare in passato come i genitori di oggi stressino i figli più volte al giorno pretendendo di sapere sempre dove si trovano, con chi sono e cosa fanno. Eppure i genitori di un tempo abbandonavano i propri figli a scuola, in palestra, in piscina, a casa di amici e non s’interessavano più del loro destino per lunghe ore. Era forse una generazione di genitori snaturati, più simili alle tartarughe che depongono le uova sulla spiaggia e poi se ne vanno che non ad esemplari di homo sapiens?

Pensiamo quindi ai televisori: inizialmente, nelle case degli italiani c’era un solo apparecchio televisivo, che la sera rappresentava un’occasione di riunione familiare; ci si radunava tutti nel salotto a guardare insieme lo stesso programma. In seguito, vuoi per la moltiplicazione dell’offerta di canali televisivi, vuoi per la riduzione del costo e delle dimensioni dei televisori stessi, si è passati ad avere in casa una tv per ogni membro del nucleo familiare, di modo che la sera ciascuno può chiudersi nella propria stanza a guardare un programma differente. Ammesso che la televisione non venga utilizzata come mero sottofondo mentre si è impegnati in altre faccende, o magari si è davanti al pc.

Il pc, a questo proposito, è stato l’oggetto che più di ogni altro ha mutato usi e costumi delle persone d’ogni età. Chi ricorda più i tempi in cui si ritagliavano le foto dei cantanti o degli attori famosi dai rotocalchi e s’incollavano sul diario? O quando per avvicinare una persona e chiederle il numero di telefono si dovevano inventare mille scuse, escogitare finti incontri casuali o millantare parentele o amicizie inesistenti?

Per non dire dell’educazione sessuale degli adolescenti (più che altro, una forma particolare d’educazione sessuale), che un tempo passava per le fasi obbligate dei buchi della serratura dei bagni a scuola, dei cataloghi di biancheria intima e poi delle riviste vendute sottobanco in edicola. Oggi un adolescente non ha bisogno d’impegnarsi tanto per avere informazioni dettagliate sull’anatomia umana, su internet è tutto spiattellato nei minimi dettagli ed alla portata di tutti.

In poche parole, la tecnologia cambia le nostre abitudini senza che noi ce ne rendiamo conto. Forse è bene riflettere su quanto questo sia un bene o su quanto invece certe abitudini di una volta fossero alla fine meno ignobili di quanto sembrassero. Se magari nessuno oggi rimpiange i telefoni a disco, forse la schiavitù delle nuove tecnologie ci ha portati ad isolarci, nonostante ormai tutto sia social. È un argomento su cui vale la pena fermarsi a pensare.

Saluti dalla plancia,

CARLO DELASSO

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