Dal feedback alla ''mafia delle recensioni'' Società

Una recensione vi seppellirà. Anzi: tante, tantissime recensioni. Non ce ne rendiamo conto, ma oggi le recensioni sono diventate un po’ la nostra bussola quotidiana, al punto che in alcuni settori s’inizia a parlare addirittura di “mafia delle recensioni”.

Ovviamente sto parlando delle recensioni online, parenti molto alla lontana delle recensioni letterarie o cinematografiche, le quali però si distinguono per il fatto che i loro autori, i recensori appunto, non sono critici esperti, ma comuni utenti. E forse proprio questo dettaglio contribuisce a rendere le recensioni, se non più autentiche, probabilmente più affidabili.

La nascita delle recensioni online si può far risalire agli albori di internet. Fu nel 1995 infatti che nacque ebay, ancora oggi il primo sito al mondo per le aste online, dove chiunque può mettere in vendita oggetti di qualsiasi tipo e fare offerte per acquistarli. Proprio perché all’epoca gli acquisti in rete erano visti con sospetto, ebay creò il sistema del feedback. Tale sistema, che è giunto quasi immutato fino ai giorni nostri, prevede che ogni acquirente lasci un feedback, ossia un parere positivo o negativo sull’acquisto fatto (naturalmente anche il venditore può lasciare un feedback all’acquirente). I feedback sono visibili a tutti ed ogni utente della community ha il numero di feedback indicato accanto al proprio nickname, oltre alla percentuale di feedback positivi ricevuti durante tutta la sua attività online. In questo modo ciascun venditore e ciascun acquirente esibiscono la propria affidabilità.

Da ebay questo sistema si è diffuso, man mano che anche gli acquisti online sono diventati sempre più frequenti, trasformandosi però in qualcosa di più complesso. I feedback di ebay sono infatti giudizi molto sintetici, di poche parole; spesso ci si limita a scrivere “ottimo venditore”, “tutto ok” o poco più. Le recensioni invece possono essere molto più articolate e soffermarsi su molteplici aspetti.

Nell’ambito vacanziero, chi prenota un hotel online non si limita a guardare le tariffe, ma si ferma a leggere le recensioni. Spesso prezzi molto convenienti possono essere sinonimo di scarsa qualità e basandosi sull’opinione dei clienti precedenti si può essere portati a preferire un hotel più caro ma con recensioni migliori rispetto ad uno più economico che però non gode di una buona reputazione online.

Oltre agli hotel anche i ristoranti (e non solo quelli che offrono il servizio da asporto) contano sulle recensioni positive per attirare clienti. In questo modo sono nati numerosi siti che offrono una panoramica dei migliori ristoranti delle varie località italiane ed estere classificati in base alle recensioni.

Questo sistema, in apparenza molto democratico, presenta però delle controindicazioni: capita ormai sempre più spesso che hotel e ristoranti arrivino a citare in tribunale clienti autori di recensioni negative, adducendo danni morali e materiali per cattiva pubblicità.

Ed a proposito di pubblicità, non mancano i casi di concorrenza sleale: ristoratori che creano molteplici account fasulli per lasciare recensioni positive del loro stesso locale, oppure al contrario per riempire di recensioni negative (false) i locali concorrenti. Questa pratica scorretta può avere conseguenze ben al di là delle aspettative: è cronaca recente il caso della titolare di una pizzeria nel lodigiano che si è tolta la vita dopo aver subito accuse relative ad una recensione falsa.

Ed il giro delle recensioni è diventato perfino un’arma nelle mani della malavita: in provincia di Napoli i clan della camorra minacciano i ristoratori che non pagano il pizzo di bombardare i loro siti con miriadi di recensioni negative.

Se è vero che la penna ne uccide più della spada, allora forse la tastiera può essere ancora più letale.

CARLO DELASSO