E' un errore astenersi dal voto Società

Il partito dell’astensionismo ha raggiunto alte percentuali e certamente non a torto il popolo italiano non prova nessun entusiasmo a recarsi in cabina elettorale per dare la propria preferenza. Lo ha fatto tante volte, alcune con speranza e fiducia, altre per dovere; oggi, di fronte ad una corruzione generalizzata e ad uomini che promettono solo a parole cambiamenti per un recupero e una ripresa economica del Paese o criticano ed insultano senza alcun progetto, è comprensibile che gli Italiani preferiscono starsene a casa o fare una gita fuori porta con la famiglia. E se decidono di andare alle urne danno un voto di protesta a chi non propone niente di costruttivo e praticabile. E frequente sentire: “Sono stanco di ascoltare sempre le stesse cose in televisione”; “Sono tutti uguali, basta arrivare lì e tutti si comportano allo stesso modo”.

E’ vero, ma non andare a votare cui prodest? Probabilmente a quel candidato che meno apprezziamo o il più corrotto e affarista di tutti!

Ad avvalorare questo sentimento di scetticismo e sfiducia è il fenomeno ormai diffuso delle “promesse non mantenute e delle cose impossibili”.

La democrazia risulta essere solo formale, ma per renderla sostanziale nel vero senso della parola l’unica strada è quella delle elezioni; tutto sommato le condizioni di vita negli attuali regimi democratici sono le migliori che gli uomini abbiano mai avuto nelle società statali.

Esprimere il voto non è solo un diritto, ma soprattutto un dovere di partecipazione all’organizzazione politica del proprio territorio e quando si ama la propria terra non ci si può esimere dal dare un personale contributo anche se poi si rimane delusi. Votare significa esternare le proprie idee, realizzare a pieno il significato di cittadino perché un territorio ci appartiene e non possiamo lasciarlo con noncuranza e menefreghismo a chi si appropria del potere. Certamente il voto va meditato e dato con coscienza e convinzione.

Una verità però va detta: non ci può essere recupero della politica senza un recupero dei valori. Concentriamoci, allora, sull’operato dei veri candidati, sulla vita pubblica e privata e sull’etica personale. E qui la scelta si fa difficile! Scegliamo allora il meno corrotto, colui che comunque non travalica i limiti del lecito.

Oggi diventa indispensabile, se vogliamo salvarci da una catastrofe dei valori, appellarci agli insegnamenti cattolici e scegliere, quindi, chi si dichiara vero cristiano. Il peggiore dei cattolici è migliore di chi con autorevolezza e con millantata “intelligenza” ritiene di fare a meno del soprannaturale e di una divinità a cui fare riferimento.

Il politico cattolico difetterà sull’applicazione del suo ruolo ma non recherà mai volutamente il male al prossimo, ai cittadini, agli elettori.

Il male è di chi sperpera il denaro pubblico, di chi scambia la gestione del potere politico con l’affarismo, con la distribuzione di incarichi agli amici, ai parenti, ai propri elettori. Sostituiamo la logica del “Mi dispiace, ma non hai votato per me …” con l’affermazione “Non hai votato per me, ma sei in gamba e quindi indispensabile”. Il male alberga nei politici che snobbano i cittadini, che non ascoltano le loro richieste, che li illudono durante le campagne elettorali.

Ci vengono in mente le parole quanto mai attuali di Rousseau: “popolo sovrano ogni tanto e suddito tra un’elezione e l’altra”. Noi viviamo in una realtà territoriale dove indagini ed inchieste giudiziarie sono state evidenziate anche a livello nazionale, ricordiamo “Mani sulla città”, l’inchiesta ASL di Benevento, ecc.

Noi cittadini siamo stanchi e ci sentiamo umiliati perché la nostra Città assurge agli onori della cronaca nazionale per avvenimenti elusivamente negativi. Forse stavamo meglio quando stavamo peggio! E la delusione si accresce e si drammatizza allorché verifichiamo che i giovani sono peggiori dei loro padri. E’ quanto si sta verificando anche nella politica e il buon senso ci deve guidare verso scelte sagge e ponderate. Ricostruiamo un area moderata che possa recuperare la nostra provincia perché le attuali amministrazioni ci hanno fatto conoscere il peggio; come una città abbia perso la sua collocazione nella storia e nella cultura; come gli abitanti si sentano offesi e trascurati perché privati dei servizi che ogni comunità civile debba avere. E quando leggiamo dichiarazioni di autodifesa da parte di chi governa, ci viene da sorridere e ancora una volta ci sentiamo offesi perché ritenuti tanto ingenui e ignoranti da poter credere a delle affermazioni che smentiscono quella realtà che verifichiamo quotidianamente.

Dopo un’attenta riflessione rechiamoci alle urne per compiere il nostro dovere di cittadini; non lasciamo che gli altri decidano per noi, ma con l’orgoglio di Sanniti e di un popolo che non si lascia soggiogare dai prepotenti partecipiamo anche se solo con un voto al cambiamento sociale. E’ una responsabilità verso le generazioni future! Un suggerimento per i candidati alle Europee: che si aprano delle segreterie dove i cittadini possono essere informati sugli interventi che l’Europa attiva per il Sud e per il nostro territorio affinché i finanziamenti o quant’altro vengano utilizzati concretamente per un effettivo sviluppo economico.

MARISA ZOTTI ADDABBO

marisazotti@alice.it

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