Ebe De Paulis la diva sannita della radio Società
Negli anni a cavallo tra le due guerre mondiali, quella di Ebe De Paulis fu una delle voci più popolari e amate in Italia tanto da meritare l’appellativo di “diva della radio” sin da quando, ancora giovanissima, si fece apprezzare come interprete di canzoni napoletane e in lingua nonché di romanze, ma anche come attrice e doppiatrice tuttora ricordata tra le giovani generazioni dell’epoca, mentre in pochi conoscono le sue origini sannite doc in quanto figlia del giudice Giovanni, di Colle Sannita e di Luisa Vassalli di Sant’Agata dei Goti.
Nata a il 16 maggio 1915 a Sant’Angelo dei Lombardi dove il padre risiedeva per lavoro, Ebe De Paulis oggi avrebbe esattamente cento anni e l’importante anniversario impone un doveroso ricordo della sua biografia e del brillante percorso artistico iniziato sin da bambina in una famiglia dov’era vivissima la predisposizione per la musica sia grazie allo zio Luigi Meomartini, compositore e fondatore della Banda Municipale collese, e sia per merito della sorellastra maggiore Bice che ne incoraggiò l’innato talento e la invogliò a cantare e poi a prendere lezioni nelle varie città ove la famiglia passò a risiedere, ossia dapprima a Trieste con il maestro Grandino e poi dal 1935 a Napoli presso la signora La Ruta, nota cantante lirica la quale ne valorizzò le doti da soprano fino al debutto, iscrivendola altresì alle eliminatorie provinciali del Concorso Nazionale della Canzone indetto dal Dopolavoro di La Spezia ove, interpretando magistralmente Signorinella - brano scritto nel 1931 da Libero Bovio e Nicola Valente - sbaragliò gli avversari vincendo il primo premio allora cospicuo di mille lire.
Anziché accettare le pur numerose scritture offertegli, Ebe preferì però tornare a Napoli per continuare a perfezionarsi finché, appena ventunenne, venne selezionata assieme ad altri artisti dall’Opera Nazionale Dopolavoro per una tournee in Germania in rappresentanza dell’Italia alle Olimpiadi del 1936 e così, a Berlino, Monaco, Amburgo e Colonia, eseguì i più celebri pezzi del repertorio napoletano come ‘O sole mio, Santa Lucia luntana e Carmela tornando in patria preceduta da vivissima fama che le valse dapprima l’incarico dal Ministero dell’Educazione Nazionale di eseguire concerti per le scolaresche e quindi un ingaggio nel 1937 dal maestro Ferruzzi alla Rassegna delle Canzoni presso il Teatro Malibran di Venezia ove si esibì accanto a Miriam Ferretti, Meme Bianchi e Renzo Mori.
Star incontrastata della trasmissione radiofonica Il Gatto Bianco, Ebe De Paulis ebbe il privilegio di una copertina del periodico «Il Canzoniere della Radio» (1942) e l’onore di esibirsi in coppia con Giorgio Schottler a Villa Savoia al cospetto dei sovrani raggiungendo così le vette della popolarità che dal 1940 in poi la vide anche in teatro con Armando Fineschi e Maria Donati e, nello stesso anno, al cinema con un ruolo offertole praticamente di diritto nel film-documentario Ecco la radio! prodotto dall’Eiar ed entrato in programmazione contestualmente allo dello scoppio della guerra, evento drammatico che tuttavia non interruppe la sua attività; grazie a un contratto in esclusiva con la Eiar Cetra, infatti, incise di numerosi dischi e partecipò al Giro Artistico d’Italia promosso dalla casa discografica nonché alla Mostra della Moda a Torino e alla Mostra della Radio a Milano, allietando altresì le tristi giornate degli italiani dalle frequenze Radio Fante, una delle poche emittenti rimaste attive e che la ebbe tra le sue interpreti di punta.
Sposatasi il 23 ottobre 1944 con Giacomo Mario Gili - il celebre impresario, editore e autore di brani musicali tra cui Avanti e indrè e I pompieri di Viggiù - Ebe De Paulis incise per Rai, Parlophone, Fonit e Cetra canzoni all’epoca famosissime quali Ti parlerò d’amor, Catena, Duje Paravise, Voce 'e notte, Vierno, Comme facette mammeta, Carmela, Catarì e Silenzio cantatore, ma la sua voce limpida e armoniosa fece soprattutto da colonna sonora al termine del conflitto con la prima sublime e struggente interpretazione di Munasterio ‘e Santa Chiara che, scritta nel 1945 da Alberto Barberis e Michele Galdieri in omaggio alla voglia di rinascita della città di Napoli dopo le devastazioni belliche, fu da lei stessa presentata alla Festa di Piedigrotta e quindi consacrata al successo radiofonico e discografico con la direzione del Maestro Egidio Storaci restando in classifica per molte settimane, tant’è che il brano ispirò l’omonimo film del 1949 dove la cantante sannita doppiò la protagonista Edda Alberini nell’interpretazione canora anche dell’altrettanto nota Lily Marlene, mentre nel 1948 eseguì La canzone di Trieste con l’orchestra del Maestro Gallino nel film Le ragazze di Trieste e nello stesso periodo cantò serenate e opere del compositore tedesco Peter Kreuder.
Negli anni Cinquanta con l’avvento delle nuove tendenze musicali e della tv, Ebe De Paulis abbandonò i microfoni e divenne autrice, ruolo per lei nuovo ma nel quale mostrò una singolarissima e moderna vena creativa; nel 1961, infatti, firmò con Adriano Celentano la musica di 24000 baci su testo di Piero Vivarelli e Lucio Fulci, nel 1962 compose per Gianni Meccia Domenica ti porterò a ballare, mentre nel 1966 - con Sergio Endrigo, Sergio Bardotti e ancora con Fulci - realizzò la colonna sonora del film Le colt cantarono la morte e fu… tempo di massacro.
Affidando il suo repertorio canoro a raccolte come Le canzoni della nostra vita e La Canzone Napoletana più volte edite dalla Fabbri Editori, la “diva della radio” si ritirò infine nel ricordo dei bei tempi che la videro primadonna incontrastata della canzone e, ormai lontana dal Sannio e dalle scene, visse gli ultimi anni tra la villa di vacanza a Castello Cabiaglio (Varese) e Milano, dove si spense appena cinquantaseienne anni il 10 ottobre 1971 lasciando ai posteri l’eco soave della sua voce indimenticabile che, in occasione del centenario, meriterebbe un omaggio tangibile nei luoghi che le diedero i natali.
ANDREA JELARDI