La dieta mediterranea allunga la vita Società

Questo è il risultato del convegno “Guadagnare salute”- organizzato dall’Istituto di ricerca Neuromed e dalla cooperativa di medici Samnium Medica con la collaborazione dell’ASL Benevento e della Coldiretti e sostenuto dall’europarlamentare Aldo Patriciello - tenutosi presso il Museo del Sannio che ha visto confrontarsi esperti di levatura internazionale sul tema tanto attuale quanto discusso del binomio alimentazione-salute.

In realtà, come ha sottolineato il prof. Giovanni de Gaetano - Responsabile del Dipartimento Epidemiologia e Prevenzione IRCCS Neuromed - tracce della propensione al mangiare sano esistono già nell’ Antico Testamento della Bibbia. L’alimentazione, quindi, è da sempre uno strumento utilizzato dall’uomo per rinvigorire il corpo e lo spirito. Ma la dieta mediterranea- non a caso dichiarata patrimonio Unesco nel 2013- lungi dall’essere soltanto un elemento di folkore è scientificamente considerata un baluardo della nostra salute, e per questo presentata al mondo come un modello culturale da imitare.

Le ricerche scientifiche evidenziano chiaramente- ha proseguito de Gaetano- che la dieta mediterranea riduce notevolmente la mortalità nelle patologie croniche (cioè che causano un  numero più elevato di decessi), quali le malattie cardiovascolari, il diabete, le neoplasie, le malattie neurodegenerative - come il Parkinson e l’Alzheimer - ma rappresenta anche un mezzo fondamentale di prevenzione contro tutte le malattie in generale, poichè determina uno stato di benessere psico-fisico. In altre parole, si muore di meno a tutte le età. Questo interessante dato è emerso dal Progetto Moli Sani, portato avanti interamente in Molise - Responsabile la dott.ssa Licia Iacoviello, IRCCS Neuromed- che ha preso in considerazione persone di tutte le età e concludendo che anche i centenari seguendo questo stile alimentare vivono più a lungo.

La differenza rispetto ad altri regimi più restrittivi - ha affermato più ampiamente de Gaetano - sta nella piramide alimentare che presenta il vantaggio di non proibire nulla. In pratica, si può mangiare tutto ma i cibi non vanno introdotti nella stessa maniera: quelli posti alla base della piramide possono essere consumati tutti i giorni, quelli posti a metà della piramide vanno consumati con moderazione e quelli posti al vertice, come carne rossa, insaccati e dolci, più raramente. Via libera, quindi, al consumo di frutta, verdura, legumi specialmente se abbinati al pesce (per esempio, fagioli e cozze) ma anche alla  pasta, che a dispetto della sua fama di cibo “ingrassante” fa perdere peso. L’olio d’oliva, elemento base della dieta va dosato in due cucchiai al giorno. Il vino fa bene ma senza eccessi: un bicchiere al giorno per la donna, due per l’uomo. Anche il tipo di cottura - come ha illustrato la dott.ssa Ersilia Palombi Responsabile ASL Benevento - rientra in una corretta alimentazione, per esempio le patate posseggono un contenuto di zuccheri più basso se consumate lesse anzichè cotte al forno.

La dieta mediterranea è, quindi, una dieta perfettamente bilanciata che si conferma essere un elisir di lunga vita. L’attenzione, però, va prestata anche allo stile di vita: abitudini come alcol, fumo, sedentarietà e tutti i comportamenti non salutari andrebbero modificati. Al contrario, ben venga la regolare attività fisica.

Altri passaggi importanti sono stati evidenziati nel corso del convegno. Andrea Baldanza, vice presidente vicario del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Agromafie, ha sottolineato il ruolo della filiera produttiva. Se è vero - ha dichiarato - che se, come affermava Feuerbach “l’uomo è ciò che mangia”, il consumatore deve conoscere la provenienza di quello che acquista. Purtroppo, spesso il cosiddetto made in Italy segue un processo di produzione che parte in altri paesi per essere soltanto terminato in Italia. Di conseguenza, il legame con il territorio insieme alla stagionalità è la prima garanzia di qualità dei prodotti.

La problematica maggiore di una buona nutrizione ruota, però, intorno alla scomparsa della dieta mediterranea dalle tavole degli italiani. La dieta mediterranea - ha spiegato de Gaetano - sta diventando inaccessibile per effetto della crisi economica, infatti, l’adesione ad essa aumenta man mano che aumenta il reddito delle famiglie.

Proprio quegli alimenti che sono alla base della piramide alimentare - olio extravergine d’oliva, pesce fresco, pasta - sono i più trascurati quotidianamente.

A questo si aggiunge la predilezione per i giovani (ma non solo) per il junk food, il cibo spazzatura: merendine e dolci preconfezionati, snack, cibi precotti.

Le conseguenze di queste tendenze le vedremo - ha profetato de Gaetano - fra vent’anni quando fra i nostri giovani sarà molto diffuso il diabete insieme ad altre gravi malattie croniche.

Di qui la necessità di una sensibilizzazione e diffusione della cultura del mangiare sano educando le nuove generazioni sin da piccoli ad una alimentazione equilibrata; la scuola rappresenta l’ambito primario ma serve un’azione di collaborazione fra tutte le componenti sociali poichè il benessere dei cittadini costituisce un patrimonio sociale ed economico.

Presenti al convengo, Crescenzo Simone, vice presidente della cooperativa di medici Samnium Medica che ha dato inizio ai lavori, il sindaco Clemente Mastella che ha portato i suoi saluti ed ha  auspicato che l’incontro costituisca un punto di partenza, l’onorevole Aldo Patriciello. Hanno dato, inoltre, il loro contributo, Alfredo Montefusco (Samnium Medica), Giuseppe Buonomo (SIMG Benevento), Gennaro Masiello (Coldiretti Campania), Mimmo Pontillo (Slow Food Campania - Basilicata), Gianfranca Ranisio (Università Federico II di Napoli-Dipartimento di Scienze Sociali), Fernando Goglia (Dipartimento di Scienze e Teconologie dell’Università degli Studi del Sannio), Maria Benedetta Donati (IRCCS Neuromed).

ALESSANDRA GOGLIANO

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