La notissima ex conduttrice di 'Chi l'ha visto?', originaria di San Marco dei Cavoti, compie 70 anni Società

L’8 settembre 1943, come si sa, è una data storica perché durante la Seconda Guerra Mondiale, con il Proclama Badoglio, fu reso pubblico l'armistizio di Cassibile firmato per l'Italia il 3 settembre dal generale Giuseppe Castellano in nome del Presidente del Consiglio e maresciallo Pietro Badoglio, ma nello stesso giorno a Fabriano, in provincia di Ancona dove i familiari si trovavano per motivi legati al conflitto in atto, nacque anche Donatella Raffai, uno dei più noti personaggi della tv italiana che, come pochi sanno, ha origini sannite doc e quest’anno festeggia il settantesimo compleanno.

Figlia secondogenita dell'Ammiraglio Antonio Raffai di nobile famiglia veneta, e di Maria Jelardi di San Marco dei Cavoti, Donatella trascorse l'infanzia e l'adolescenza seguendo il genitore nei vari spostamenti di lavoro, trascorrendo però le vacanze nel comune fortorino e abitandovi anche per un anno in casa del nonno materno, il generale Carlo Jelardi, mentre a Roma, ad appena sedici anni, iniziò la carriera nel mondo dello spettacolo come attrice nel film I dolci inganni di Alberto Lattuada, collaborando poi con Romolo Siena in veste di autrice teatrale e affermandosi quindi come responsabile delle pubbliche relazioni della casa discografica RCA alla fine degli anni Sessanta quando, tra l’altro, fu suo malgrado protagonista di un divertente episodio legato al Festival di Sanremo 1969.

Le cronache sanremesi, infatti, raccontano che pochi minuti prima dell’ingresso in scena l’allora esordiente cantante Nada si trincerò nella sua stanza all’Hotel Savoy rifiutando di presentarsi al pubblico per interpretare il brano in concorso Ma che freddo fa poiché ritienne sconveniente alzare le braccia come da copione a causa di una vistosa e antiestetica peluria sotto le ascelle, tant’è che il produttore e talent scout Franco Migliacci chiese l’intervento della Raffai quale responsabile della Rca, ma affidandosi soprattutto al suo tatto femminile grazie al quale - con l’aiuto di un depilatore istantaneo acquistato in una farmacia notturna - trasse d’impaccio la giovane Nada che, proprio da quella sera, iniziò la sua scalata verso il successo.

Nello stesso anno, sempre per conto della Rca, l’intraprendente Donatella seguì la nota manifestazione Un disco per l’estate e, anche in quell’occasione, il suo intervento si rivelò determinante nell’esordio di Claudio Baglioni, non solo per il manifesto pubblicitario da lei stessa realizzato, ma anche nell’inconsueto ruolo di press agent e consulente personale, inducendolo a presentarsi al pubblico con un’immagine radicalmente nuova, tant’è che il noto cantautore ricordò in proposito: «Era il 1969, la finale si teneva a Napoli e io non avevo un abito adatto. Allora la mia casa discografica ingaggiò un press-agent, ma diciamo più che altro una persona che mi dovesse curare l'immagine. Look ancora non si diceva. E chiamò una signora che rispondeva al nome di Donatella Raffai. La signora Donatella Raffai, disse “beh sì, lo vediamo abbastanza bene, però certamente ha un carattere un po' cupo, anche per le caratteristiche dei suoi abiti...”. E allora mi accompagnò nel negozio più caro di Roma perché io comprassi dei vestiti nuovi … e appena esordiente, mi convinse a fare i colpi di sole biondi!».

Dopo le curiose iniziative promozionali per Nada e Baglioni, sempre per la RCA e in veste di assistente alla produzione artistica dei nuovi cantanti, Donatella Raffai sostenne fermamente l’esordiente Mia Martini e, rilevata una quota del Piper, celebre locale di Via Tagliamento, curò anche le pubbliche relazioni per Ron finché fu assunta in Rai prendendo parte a varie trasmissioni radiofoniche (Voi ed io, Radio anch'io, Chiamate Roma 3131) e, approdata successivamente in TV, fu autrice e conduttrice di vari format di approfondimento giornalistico di cronaca, come Telefono giallo, Posto pubblico nel verde e Camice bianco finché nel 1989 arrivò il successo con la conduzione del programma Chi l'ha visto? al quale diede uno stile incisivo e accattivante che riscosse enorme successo e nel 1990 le valse il conferimento del Telegatto e dell'Oscar Tv come personaggio televisivo femminile dell'anno.

Su Rai Uno condusse poi Parte civile e 8262, mentre su Rai Tre continuò ad essere fino al 1994 la più amata presentatrice Chi l'ha visto? i cui casi maggiormente noti vennero anche raccontati nel suo libro Scomparsi edito dalla Rizzoli nel 1991. Imitata da Corrado Guzzanti e citata in una canzone parodistica di Stefano Nosei sull'alcolismo che in una strofa recitava «il fegato lo perderai...e lo cercherà la Raffai», Donatella venne definita da Antonio Ricci (altro sannita doc originario di Circello) una donna che «gronda umanità da tutti gli artigli», ma diede anche prova del carattere allegro e spigliato - poco noto al pubblico televisivo - con la simpatica e auto-ironica partecipazione al film La guerra degli Antò (1998) in un breve cameo nel ruolo di sé stessa, in un'improbabile puntata di Chi l'ha visto?.

Dopo aver condotto Lasciate un messaggio dopo il bip e aver partecipato a Domenica In come inviata, lasciò la Rai per disaccordi con i dirigenti e, alla fine del 1999, presentò su Retequattro il programma Giallo 4 dedicato a casi di cronaca nera irrisolti finché, dopo la scomparsa della madre Maria (2001) e del fratello Alberto (2002), si trasferì in Francia ove tuttora risiede, facendo perdere le proprie tracce tant’è che alcuni siti Internet diffusero addirittura la notizia della sua prematura scomparsa confondendola con Marcella De Palma, successiva conduttrice di Chi l'ha visto?.

Il pubblico, però, non l’ha mai dimenticata, poiché nel 1997, in occasione del suo ultimo ritorno a San Marco dei Cavoti dove mancava dalla morte del nonno (1973), fu accolta con entusiasmo da molti amici degli anni della gioventù, mentre tuttora i fan le hanno dedicato una pagina Facebook e certamente, attraverso i social network, non faranno mancare gli auguri di buon compleanno a questa elegante, raffinata e discreta signora di settant’anni, maestra di stile e di professionalità nel giornalismo e nella televisione italiana.

ANDREA JELARDI

ajelardi@virgilio.it

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