Le fake news sono sempre dietro l'angolo Società

Oggi tutti parlano o hanno sentito parlare di fake news, ossia quelle che un tempo, quando imperversava la lingua italiana, venivano chiamate semplicemente Ê»bufaleʼ e rendevano meglio comprensibile il loro reale significato. Difendersi da quell’arma di distrazione di massa che i politici in particolare mettono in opera, non è affatto facile. Si crede di sapersene difendere ma si è, ahinoi, troppo spesso preda della disinformazione (false informazioni diffuse in modo doloso) e della misinformazione (false informazioni diffuse senza sapere che siano tali).

Le nuove generazioni vanno educate a guardarsi e a diffidare di quanto le circonda e le investe in maniera più o meno consapevole. Anche per questo, e non solo per avviare i giovani al mondo del giornalismo, a Benevento nasceva l’idea di un concorso il 27 novembre 2002, durante un convegno promosso dall’Ordine nazionale dei giornalisti sul tema “Fare il giornale nelle scuole”. Qui il pensiero corre al nostro compianto direttore Giovanni Fuccio che ne fu il deus ex machina, riuscendo a convogliare nella nostra città capoluogo per molti anni, in un clima di grande festa, centinaia di studenti delle scuole vincitrici che il più delle volte raggiungevano Benevento in pullman con i docenti e spesso anche con i genitori. Dal 2016 la cerimonia si è spostata da Benevento a Cesena e dalla XVI edizione, proprio per sottolineare come anche in ambito scolastico l’informazione sia multimediale, il concorso ha assunto una nuova denominazione: “Il giornale e i giornalismi nelle scuole”.

Purtroppo i test Invalsi degli ultimi anni non sono di conforto per quanto riguarda la capacità di lettura e di comprensione di un testo scritto. Permangono differenze territoriali notevoli: gli allievi che non raggiungono il livello base in italiano superano la soglia del 60 per cento in Campania, Calabria e Sicilia. Da sempre chi eccelle in tal senso e rappresenta un modello virtuoso in Europa è la Finlandia. Il Paese scandinavo è primo al mondo nella classifica sull’educazione ai media e questo perché informazione e giornalismo si studiano sin dalle elementari. Andando a lezione di fake news si assicurano i futuri Ê»cani da guardiaʼ della democrazia. In classe si impara il processo di nascita delle notizie, la differenza tra disinformazione e misinformazione, ma si studiano anche i rudimenti delle pubblicità, le campagne di propaganda, il potere delle statistiche e del loro utilizzo fuorviante. Senza tralasciare la possibilità che foto e video vengano manipolati, che esistano falsi profili social e che agiscano con secondi fini.

Il fact checking, la verifica puntigliosa dei fatti e delle fonti, tesa anche a valutare la fondatezza di notizie o affermazioni riguardanti istituzioni e persone di rilievo pubblico, con particolare riferimento a quanto viene diffuso mediante la Rete, viene studiato in modo maniacale, tanto che tra il 2021 e il 2022 decine di giornalisti italiani si sono recati in Finlandia, grazie al progetto Erasmus+ “Stop Fake News: come riconoscere le notizie vere da quelle false”, organizzato dall’Ordine dei giornalisti della Liguria.

In Italia invece non esiste un sistema coordinato per la media education. In Finlandia è abitudine normale essere abbonati a più giornali, leggere giornali italiani e stranieri. Forse anche per tutto quanto sopra detto, i finlandesi, a differenza degli italiani, si fidano degli organi di informazione: il Digital News Report 2022 del Reuters Institute, calcola la fiducia nel giornalismo in Italia al 35 per cento e in Finlandia al 69, la fiducia più alta del mondo.

GIANCARLO SCARAMUZZO

giancarloscaramuzzo@libero.it