Padre Pio: sono cresciuta con la sua presenza Società

Abbiamo incontrato l’on. Erminia Mazzoni all’indomani di un evento culturale molto inedito che l’ha vista protagonista. Per la prima volta nel Duomo di Benevento è stato presentato un libro “Io e padre Pio” di Adolfo Affatato che ha visto l’europarlamentare Erminia Mazzoni brillante presentatrice del volume stesso e come relatori fr. Gerardo Saldutto, responsabile dei Gruppi di Preghiera del Sannio e direttore della rivista a diffusione mondiale “Pietrelcina, la terra di Padre Pio; s.e. mons. Andrea Mugione, arcivescovo metropolita di Benevento. Tra gli altri, sono stati presenti in prima fila i massimi responsabili delle forze di polizia: il questore dr. La Porta e il col. Carideo, comandante provinciale dei carabinieri. Infine, vogliamo anche ricordare che l’organizzatore in primis dell’evento è stato fr. Gerardo, con il quale hanno collaborato: il giornalista Antonio Florio e il lgt. Antonio Napoli. Di seguito quanto l’on. Mazzoni ci ha rivelato.

Cosa l’ha spinta ad accettare l’invito di fr. Gerardo Saldutto per poter presentare il libro di Affatato?

L’invito era di quelli che non potevano essere rifiutati. L’ho raccolto come una sorta di “chiamata” della quale sono grata all’autore e a Padre Gerardo.

Per i nostri lettori, ci sintetizzi qualche aspetto saliente del suo intervento?

I pochi minuti a disposizione mi hanno costretta a una difficile selezione tra le tante sollecitazioni che mi venivano dal testo del dr. Affatato. Mi sono concentrata sul momento dell’incontro con Padre Pio che parte con quell’ “Adolfo vieni qui!”, pronunciato dal Padre inaspettatamente e prontamente raccolto nel suo significato profondo del giovane Adolfo, che, pur sorpreso, non esita a rispondere “sono qui”. Ho poi sfogliato idealmente le pagine, ricordando il primo insegnamento a mettere da parte le parole perché “il mondo è stanco … ha bisogno di esempi”, l’ammonimento a vivere il matrimonio come una missione e l’invito a tenere il cuore aperto per essere sempre attenti a raccogliere i segnali del Signore.

Quale altro messaggio ha colto da questa lettura?

In primo luogo che l’uomo deve imparare a comprendere i doni che riceve e a farne tesoro “Dio perdona tutto tranne l’ingratitudine”, che la fede è la capacità di scendere nella profondità dell’anima e non di cercare qualcosa al di fuori di noi e che la preghiera è curativa nella sofferenza, stimolo davanti agli ostacoli e aiuto contro le tentazioni.

Con quali motivazioni ha invitato a leggere questo libro?

Ho sentito di invitare i presenti a leggere lo scritto di Adolfo Affatato come un dono. L’autore, infatti, condivide le sue esperienze e le sue più intime emozioni per aprirci alla verità. Senza la pretesa della verità assoluta. Con l’ambizione della verità della fede. Il racconto di una esperienza umana e personale non può non essere unico e diverso. Esso è pieno di insegnamenti proprio per questa sua natura. Ce n’è per ogni momento della vita.

Il suo rapporto con il Santo di Pietrelcina?

Da quando ho memoria la mia vita si è arricchita di momenti di ascolto della parola del nostro Santo e dei racconti della sua luminosa esperienza terrena. Non ho avuto il tempo di conoscerlo, ma sono cresciuta con la sua presenza, evocata quotidianamente dalla nostra terra e negli insegnamenti della mia famiglia.

Sappiamo che sua madre è stata una grande devota di Padre Pio, ci racconti qualche particolare?

Alla mia mamma collego il racconto della speciale esperienza della confessione. Talmente denso di emozioni che mi appartiene oggi come se lo avessi vissuto anche io.

Come sua madre manifestava la sua devozione per il Santo?

Direi nel suo continuo dialogo con Padre Pio, al quale si rivolgeva nei momenti di gioia e di dolore. Ricordo poi la prima malattia grave e l’intervento chirurgico che ne seguì. La scelta fu, senza indugio, la Casa Sollievo della Sofferenza.

Quali emozioni si sprigionano in lei quando partecipa in Pietrelcina alle feste di San Pio?

Le celebrazioni in occasione della nascita e della morte del Santo di Pietrelcina sono dei bellissimi appuntamenti nella mia purtroppo complicata agenda. La cosa più intensa è il contatto con quella moltitudine che ogni anno si raduna spinta dalla fede. Ed è ogni volta un regalo incontrare il sorriso di coloro che nella sofferenza mostrano il loro amore per la vita.

E cosa rappresenta l’evento della notissima e, nel contempo, attesissima trasmissione televisiva che Rai1 trasmette da Pietrelcina, ovvero: “Una voce per Padre Pio”?

Quello è un’altra cosa. E’ un importante momento di comunicazione e di divulgazione. La televisione valica i confini e ha il pregio di arrivare a tutti, credenti e non. Negli anni grazie a tale evento è cresciuta la conoscenza del Santo delle Stigmate.

E, in particolare, per Pietrelcina e per il Sannio, cosa rappresenta?

Il viatico per far crescere la nostra terra anche come luogo di culto. Devo dire però che non sempre mostriamo lungimiranza. E soprattutto capacità di valorizzare le “ricchezze” che abbiamo.

Oltre che parlamentare europea lei è stata anche consigliere provinciale. Cosa ha fatto e cosa ha contribuito a fare per il Sannio beneventano?

Dai banchi dell’opposizione ho svolto il ruolo di voce critica e di pungolo per l’amministrazione attiva. Il tema di fondo presente in tutte le mie iniziative è il ripristino di una situazione di pari opportunità del Sannio nel contesto regionale e nazionale e di rilancio di una capacità di sviluppo. La contemporaneità del ruolo europeo, sulle cui giustificazioni sono più volte intervenuta, dopo il primo anno non mi ha consentito una costante presenza fisica, ma ho cercato di non far mancare l’iniziativa politica. Sui temi sensibili ho presentato interrogazioni, interpellanze, mozioni; sulle grandi questioni, aree di crisi, trasporti, rifiuti …, ho promosso e partecipato a tavoli di confronto per costruire le soluzioni. Dal Parlamento Europeo ho creato un filo diretto con l’amministrazione e il territorio.

E come parlamentare europeo, su quali temi, ultimamente, ha posto maggiormente la sua attenzione?

Come presidente della commissione per le petizioni, seguo i dossier relativi alla politica industriale europea, alla disciplina del settore rifiuti, alle grandi reti di comunicazione così come le procedure di verifiche di presunte violazioni della normativa comunitaria nel settore delle assicurazioni obbligatorie per l’auto, del precariato nella scuola o della tutela ambientale per la realizzazione della TAV Torino-Lione. In commissione sviluppo regionale sono correlatore del nuovo pacchetto di coesione per la disciplina dei fondi strutturali nel periodo 2014/20, del rapporto sulla politica urbana e, a breve, avvierò la discussione, come relatore principale, di un rapporto per la modifica dei criteri del patto di stabilità.

La vedremo ricandidata alle prossime votazioni per il rinnovo del parlamento europeo?

Il mio impegno c’è.

Un’ultima indiscrezione, perché si chiama Erminia, questo nome le piace?

Un tenero legame con la storia delle famiglie dei miei genitori. Due bisnonne, sia materna che paterna, avevano questo nome. Purtroppo non ho potuto conoscerle. Oggi mi sono riconciliata con Erminia, il nome naturalmente. Da bambina avrei preferito un nome più moderno e meno impegnativo nella sua ricostruzione storica.

ANTONIO FLORIO 

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