Pagare bollette e ricevere certificati e documenti senza muoversi da casa Società

Che cos’è la dematerializzazione? Se state pensando a Mandrake, a David Copperfield o ad Harry Potter, allora siete completamente fuori strada: non sto parlando di magia, ma di un modo nuovo per archiviare i dati senza bisogno di supporti cartacei.

Forse non ci avete mai pensato, ma quanti archivi esistono solamente in Italia? Non parlo di archivi storici e di biblioteche, ma di luoghi nei quali sono conservate carte di natura contabile, fiscale, fatture, resoconti o fascicoli processuali, atti pubblici, cartelle mediche e schedari di vario genere. Quanta carta conservano i tribunali, gli enti pubblici, ma anche gli ospedali, gli studi commerciali e le imprese private? Si tratta di migliaia, o più probabilmente milioni di tonnellate di documenti stipati in scantinati, magazzini e sotterranei. Pare che soltanto il tribunale di Milano disponga di uno sterminato archivio contenente scaffali alti tre metri e carichi di faldoni che si estendono per ben 45 chilometri.

Ebbene, per legge, tutti gli archivi pubblici e tutti i documenti che in qualche modo hanno valore legale, devono essere dematerializzati entro il 2015 (termine ottimistico che quasi certamente sarà oggetto di più proroghe in futuro). In poche parole, tutta quest’immensa, gargantuesca mole di fogli di carta dovrà essere trasformata nel giro di un paio d’anni in file digitali, riversati poi in supporti quali dvd o terminali, in maniera tale da essere accessibili e consultabili immediatamente per tutti coloro che ne abbiano bisogno, compreso chi soffre d’allergia alla polvere.

Un simile provvedimento, se e quando verrà portato a termine, potrebbe condurre ad un’autentica rivoluzione di molti aspetti del nostro vivere quotidiano: ogni documento, certificato, attestato di cui i cittadini hanno bisogno non dovrà più essere prodotto fisicamente da un ufficio, ma potrà essere recapitato via posta elettronica all’interessato a seguito di una semplice richiesta (anch’essa eseguita tramite posta elettronica). Certo, per fare ciò occorrerà che il cittadino sia dotato di una casella di PEC (posta elettronica certificata).

La posta elettronica certificata è un nuovo strumento di comunicazione tra il cittadino e l’amministrazione pubblica, che ha lo stesso valore di una raccomandata. Può essere gratuita, fornita dallo Stato su richiesta del cittadino ed utilizzabile solo per comunicazioni con le amministrazioni pubbliche (e priva di firma digitale), oppure a pagamento, e in tal caso consente comunicazioni anche tra privati ed è dotata di firma digitale. Quest’ultima, detta anche firma elettronica, consiste in un metodo d’identificazione univoco, basato su complessi sistemi di crittografia, che consente di riconoscere in maniera certa e legalmente vincolante il mittente di una missiva elettronica.

Tante parole complicate per un sistema che, una volta funzionante (ed una volta che ogni cittadino sarà riuscito a farlo proprio), ci consentirà di rinnovare i documenti, pagare le utenze, ottenere un certificato o una prescrizione medica e persino un atto notarile (naturalmente pagando il dovuto) senza bisogno d’uscire di casa. È complesso, è difficile da spiegare specialmente alle persone anziane o poco avvezze all’uso del computer e non prenderà piede dall’oggi al domani, ma è il futuro ed un giorno l’uso degli strumenti di dematerializzazione sarà per noi (e per i nostri figli) comune come lo è oggi l’utilizzo di un telefono o un televisore.

Saluti dalla plancia,

CARLO DELASSO

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