Il mistero delle due iscrizioni gemelle Cultura

Il nostro amico Vincenzo Fioretti, che ringrazio per la sua sensibilità e attenzione, ci ha segnalato un’iscrizione che è murata su un palazzo di via Giovanni Battista Bosco Lucarelli, finemente restaurato recentemente. Mi sono recata per scattare qualche foto del reperto. Larghi tratti di antica muratura sono stati lasciati a vista sull’edificio e al di sopra dei tre ingressi del palazzo campeggiano tre frammenti, apparentemente antichi.

Sul lato destro del palazzo, compare un piccolo bassorilievo che reca scolpita una Madonna inquadrata da un arco, per l’atteggiamento della figurina ben modellata e per la scenografia, si potrebbe ravvisare una scena di Annunciazione, ma il frammento è mutilo a sinistra, pertanto manca l’arcangelo Gabriele. Sembrerebbe un rilievo medievale romanico, forse databile al XII o XIII sec.

Al centro della facciata c’è un frammento di lastra di marmo baccellato a scanalature verticali con terminazioni curve e con toro inferiore rudentato, con avanzi di una cornice a sinistra, il cui disegno non è più leggibile, e dei listelli, superiore e inferiore, che ben potrebbe essere stato una parete di sarcofago, di un tipo che potrebbe risalire al primo quarto del III sec. d. C.

A sinistra della facciata, in corrispondenza dell’angolo sinistro di una porta-finestra rivestita di una grata, compare un frammento di iscrizione.

Le lettere sono ben leggibili su quella che sembra una lastra di marmo (il reperto è murato almeno a tre metri di altezza), ma manca la parte sinistra dell’iscrizione. Cercando di ricostruire il testo, ho utilizzato il database Epigraphic Datenbank Clauss-Slaby e quale non è stata la mia sorpresa nello scoprire che quel testo non solo era noto, ma era stato letto anche per intero. La sorpresa più grande però è stata scoprire che un’iscrizione identica a questa beneventana, con le stesse fratture e mancanze, esiste murata sulla facciata della chiesa di S. Paolo fuori le Mura a Roma. Si tratta dell’iscrizione CIL VI, 10220, che come risulta dall’articolo del CIL è stata letta da Henzen e da Mommsen a fine Ottocento e dalla loro lettura risulta che il testo era quasi integro. Mancava l’ultimo rigo e alcune lettere a sinistra nelle tre righe precedenti. Ma com’è possibile che la lastra, murata sulla facciata di San Paolo fuori le Mura sia stata rotta dopo la visita dei filologi tedeschi? E com’e possibile che una sua esatta replica, anche delle condizioni mutile in cui essa versa oggi compaia sulla facciata del palazzo beneventano? È veramente un bel mistero su cui cercheremo di indagare e sul quale aggiorneremo i nostri lettori.

PAOLA CARUSO

A sinistra (foto Epigraphic Database Heidelberg) iscrizione di San Paolo fuori le Mura a Roma.

A destra (foto di Paola Caruso) iscrizione sulla facciata di un Palazzo in via G.B. Bosco Lucarelli a Benevento.