Antichi medici beneventani Cultura

Grazie alla conoscenza delle antiche iscrizioni latine possiamo avere qualche notizia circa i medici che vissero nella nostra città. Su 710 iscrizioni presenti in tutto l’impero romano che citano medici, 6 sono beneventane. Queste ultime furono prodotte in un arco di tempo che va dal 40 a. C. al 250 d. C. Spesso la medicina romana era associata alla vita militare. Si può dire che essenzialmente quella romana era medicina di guerra, in cui i medici usavano tecniche chirurgiche, per suturare le ferite e amputare gli arti, e infermieristiche per eseguire bendaggi e steccature. Ovviamente praticavano anche la cura delle malattie e c’era un esame che si doveva sostenere per esercitare la professione, inoltre i medici erano associati in una sorta di ordine professionale e avevano una gerarchia.

Queste notizie le possiamo apprendere dalle 6 iscrizioni beneventane che sono in ordine cronologico: quella dedicata al medico e liberto Demetrio (CIL IX, 1715, la più antica, datata tra 40 a. C e 20 d. C.); quella di Marco Nasellio Sabino e Marco Nasellio Vitale, (CIL IX, 1618, compresa fra 98-138 d. C.) che cita un collegium di medici; quella del generosissimo ed espertissimo medico Marco Cosinio di cui ignoriamo il cognomen, dedicatagli dai due suoi figli (AE1969/1970, 170, tra 171 e 230 d. C.); quella eretta dal medico Marco Casineio Peto a sua moglie (CIL IX, 1714, databile tra la metà del I e la metà del II sec. d. C.) e infine due iscrizioni quasi gemelle poste su due basi di statue dedicate entrambe a Lucio Staio Scrateio Maniliano Acesio, l’una (CIL IX, 1655) che si trova nel cortile di palazzo Capasso, a via B. Camerario, eretta dal padre archiatra Lucio Staio Rutilio Manilio e l’altra, che si trova nel fondo Le Camerelle a Pietrelcina, voluta dai nonni Lucio Staio Eutycho e Tatiana (AE 2010, 355), entrambi i testi sono databili con precisione al 231 d. C. per la presenza dei nomi dei consoli sulla seconda iscrizione.

Lucio Staio Rutilio Manilio era l’archiatra di Benevento, un termine di origine greca che indicava il medico capo. Le due iscrizioni beneventane che nominano l’archiatra sono una rarità, poiché si conoscono appena 18 iscrizioni con questa dicitura in età romana. Se però consideriamo che il titolo di archiatra a partire dal II sec. d. C. forse si riferisce al medico municipale che amministrava la medicina pubblica, allora le iscrizioni con questo titolo si riducono a 5, comprese queste di Benevento, le altre provengono da Pozzuoli, da Pola e da Aeclanum (oggi Passo di Mirabella), quest’ultima però è scritta in greco, mentre in quella di Pozzuoli c’è un rigo in greco. Questo particolare, insieme al fatto che il titolo di archiatra è di origine greca potrebbe far immaginare un qualche legame con la medicina greca, magari un grado di specializzazione conseguito presso una scuola diretta da un medico greco, ma è solo un’ipotesi.

PAOLA CARUSO

Foto: come si presenta oggi l’iscrizione di Lucio Staio Scrateio Maniliano, in cui è nominato il padre Lucio Staio Rutilio Manilio, archiatra di Benevento