Stefano Borgia scrisse una notevole storia di Benevento e ne fu saggio e accorto governatore Cultura
A Benevento gli è dedicata una strada alle spalle della Prefettura (dove si trova la chiesetta longobarda del SS. Salvatore) e molti ricordano che egli fu governatore della città.
Lo storico Alfredo Zazo, di Stefano Borgia scrive: “Nel 1764, incombendo minacciosa su Benevento come in tutto il Regno di Napoli la carestia, adeguate misure furono attuate da uno dei suoi più benemeriti governatori, Stefano Borgia che resse la Città dal 1759 al 1764, meritando l’apposizione di una lapide nel Palazzo del Comune che lo ricorda come salvatore della Città. Fra i suoi provvedimenti, l’attuata proposta di sospendere la Fiera dell’Annunziata importante per numeroso afflusso di forestieri” (Archivio Storico Provinciale - Museo - Benevento - Fondo Civico: Deliberazioni Consiliari, 1751-1766, foglio 298 r.; citato su www.ceppaloni.info/index.php/cenni-storici/19-la-carestia-del-1764).
Stefano Borgia, nato a Velletri il 3 dicembre 1731 da Camillo e da Maddalena Gagliardi, è stato un cardinale, un erudito, storico, antiquario, collezionista, numismatico e dignitario pontificio (BARALDI, 1845, pag. 7; Enzensberger, 1970, pp. 739 - 742). È morto a Lione, in Francia, il 23 novembre 1804, mentre accompagnava Papa Pio VII all’incoronazione di Napoleone Bonaparte. Nella sua città natale ha fondato un importante museo con le sue collezioni storiche di ogni tipo. Era talmente appassionato di storia che vendette molte sue proprietà e beni di famiglia pur di assicurarsi i reperti desiderati e pur di stampare cataloghi e repertori bibliografici.
È autore di moltissime opere storiografiche, tra le quali per noi sono interessanti le Memorie Istoriche della pontificia città di Benevento dal secolo VIII al secolo XVIII divise in tre parti. L’opera fu stampata a Roma tra il 1763 ed il 1769.
A 220 anni dalla sua morte, vogliamo, con questo articolo, rendere nota la sua figura ad un pubblico più vasto, soprattutto di giovani, anche perché di figure come la sua, che lasciano un segno importante nelle comunità in cui si trovano ad operare, sui libri di scuola non è scritto nulla e, per questo, è necessario rivolgersi alle ricerche degli studiosi locali o a quelli delle Università.
Secondo la storica Lucilla Bonavita, la vastità degli interessi di Borgia, nonché la fitta rete di relazioni che intrattenne in vita con eruditi di ogni credo, ne fa un mirabile esempio di ecumenismo per la contemporaneità.
Borgia come storico
I suoi libri sulla storia di Benevento costituiscono un punto di riferimento imprescindibile per quanti si avventurino nelle ricerche di questo tipo.
Le Memorie Istoriche di Benevento, infatti, sono una miniera di dati, informazioni e notizie su fatti e personaggi della città, ma anche della provincia sannita.
La vastità dei suoi interessi fa della sua opera una fonte preziosissima di informazioni per appassionati e specialisti. Una parte dei suoi manoscritti è conservata alla Biblioteca nazionale di Napoli.
Borgia fu nominato governatore di Benevento nel 1759 da Papa Clemente XIII, al quale l’autore dedicò le Memorie Istoriche. Molti anni dopo divenne governatore a Roma, durante l’occupazione francese. Nel 1789 venne arrestato nel giorno della proclamazione della Prima Repubblica Romana. Rilasciato poco dopo si recò da Papa Pio VI per creare un corpo di missionari per la predicazione del Vangelo in Asia e in Africa. Massone, fu membro di una loggia romana che si riuniva in via della Croce, il cui maestro venerabile era il cardinale Delc.
Fu ad un passo dall’essere eletto Papa, ma il destino decise diversamente. Riposa a Velletri, sua città natale.
Le Memorie Istoriche della pontificia città di Benevento, scritte in uno stile chiaro e scorrevole, non trascurano nemmeno un solo aspetto della vita cittadina. Vi si trovano curiosità, descrizioni di eventi e di personaggi storici, molti dei quali anche femminili, come: Adelaide imperatrice, Agnese badessa del monastero di San Pietro di Benevento, Batelem badessa di Santa Maria di Porta Somma, Galtegrima badessa del monastero di S. Adeodato di Benevento, Fusca badessa di San Vittorino, Giovanna II regina di Napoli, Labinia e Maura, badesse di S. Maria di Porta Somma di Benevento.
Ci sono interessanti notizie su Roffredo Epifanio (giurista), sugli abati di Santa Sofia, sul territorio della città, sull’origine del suo nome, addirittura sui suoi Bagni pubblici, su Papa Benedetto XIII, sul culto di San Domenico, sul ghetto ebraico e sulla cacciata degli ebrei dalla città, su alcune reliquie di santi, sulla Tribù Stellatina alla quale si fa risalire la città, sul Ponte Leproso, sulla zona di Terraloggia a Pago Veiano, sulla frazione Sciarra di Sant’Angelo a Cupolo, sulle mire di Roberto il Guiscardo, sui terremoti che danneggiarono Benevento, sul Triggio, sulla Zecca pontificia, su feudi, personaggi, usanze e tradizioni che si perdono nella notte dei tempi.
Borgia non aveva una particolare simpatia per l’ultimo sovrano svevo del Regno di Sicilia; infatti, alla pagina 223 del secondo volume scrive: «Non terminò Tanno che Manfredi con somma perfidia si ribellò alla Chiesa Romana, movendole guerra, ed occupandole la città di Benevento, di che tornerà luogo a parlarne più lungo».
Borgia governatore di Benevento
Commentatori ed analisti della Benevento del suo tempo, sono unanimi nell’indicare in Borgia un uomo che ha retto con saggezza la città in uno dei periodi più sofferti della sua lunga storia.
Grazie a lui, secondo Luigi Cardinali, Benevento fu “salvato dalla fame” (Cardinali, 1806, pag. 12).
Il Borgia ottiene questo prestigioso incarico a soli 27 anni. Arriva in città nel 1759 e vi rimane fino al 1764, dedicandosi, tra le altre cose, agli studi antiquari, instaurando un rapporto di collaborazione, ma anche di rivalità, con un altro prelato ed erudito, più anziano di lui, Giovanni De Vita (1708-1774), collaboratore dell’arcivescovo Pacca (I longobardi dei ducati di Spoleto e Benevento, 2003, pp. 1061-1062, 1068). A De Vita è dedicata la stradina che a Benevento costeggia l’Archivio di Stato.
Costantino Borgia scrive: “Essendo a dovizia fornito di quei pregj, che a rettore di provincie si addicono, prudenza e disinteresse, fu inviato a Governatore di Benevento. Resse Egli quella provincia con tal saviezza, che lasciò desiderio di se vivissimo, e co’ suoi industriosi trovati gli venne fatto di campare la sua città dal difetto di viveri, che afflisse le circonvicine provincie, e la stessa Napoli. E i cittadini, a ricordare ai posteri la prudenza del Prelato e la gratitudine loro, posero sulla fronte dell’aula Comunale marmorea inscrizione. Illustrò Stefano Benevento, ristaurando alcuni antichi monumenti della Città, e quel che a mio avviso più monta, colle opre del suo ingegno, avendo pubblicato la Storia della provincia; e città di Benevento dal Secolo VIII al Secolo XVIII, ed altra iscrizione collocata nella Camera del Consiglio ne attesta la riconoscenza sincera di quella Città. Dimorando ancora in Benevento, venne decorato dell’insigne Ordine Gerosolimitano. Tornato a Roma, dopo retto Benevento per quasi un intiero lustro, fu scelto a Segretario della Congregazione delle Indulgenze e delle Sante Reliquie” (Borgia Costantino, 1843, pag. 10).
Giuseppe Baraldi, circa il governo di Stefano Borgia a Benevento, è ancora più dettagliato: “…e nel 1759 nominato venne Governatore della città e del ducato di Benevento governo da lui esercitato per varj anni con molta lode, e colla non interrotta consuetudine de’ suoi cari studi. Benevento città illustre nel regno di Napoli, e antico possesso della Romana Chiesa fu il teatro in cui i talenti e le virtù del nostro Borgia si mostrarono felicemente. La sua memoria restò cara a quella città, quanto amena pel sito delizioso e vaghissimo, tanto celebre per antichi fasti, e per molti chiari ingegni di cui fu madre. E con ragione il suo biografo nota, che questo sentimento di amicizia e desiderio lasciato dal Borgia nel suo governo è argomento certissimo di bene amministrata provincia. In quattro modi, segue il Padre Paolino, si procurò una tal lode il nostro Prelato. Promovere le buone istituzioni nel popolo: costantemente e sempre amministrare la giustizia: ornare ed abbellir la città, e diffondere e promovere la pace e i buoni costumi tra i cittadini. Ogni giorno attendeva agli affari, e rendeva giustizia, e per non mancar mai all’equità nelle sue decisioni, ogni sera chiuso il tribunale raccoglievasi in una prossima villa, ove nel silenzio studiava, esaminava le cause, e sentiva un privato e scelto consiglio d’uomini dotti, pratici e probi, onde le sentenze che pronunciar doveva fossero formate al diritto e all’equità, che sono a dirlo con Cicerone i vincoli che mantengono e collegano le città: jus et aequitas vincula civitatum sunt. Sapeva esser severo contro i delitti, nella formazione de’ processi, e nelle prove, e negl’indizj sagace e accorto seppe purgar dai malviventi il suo governo, e non aver riguardi a potenti ed a ricchi, quando fossero trovati rei, e non dimenticava mai quella massima, o dir vogliamo piuttosto quell’assioma di Solone conservatoci da Cicerone: Solon rempublicam duabus rebus contineri dicebat: praemio et poena. Provvide all’agricoltura, vera ricchezza di quelle Provincie cui la provvidenza fe’ dono di campi ubertosi e fecondi. Comprendeva egli benissimo che il prodotto delle terre è molto inferiore a quello che si ritrae dal commercio marittimo e dall’industria, ma oltrechè i vantaggi dell’agricoltura sono più durevoli e più sicuri, giovano poi mirabilmente a formare e mantenere ne’ pacifici coltivatori costumi puri, innocenti e sobrii, e ad allontanarne i molti vizj e le frequenti cause di liti, di discordie e anche di guerre, cui d'ordinario sono esposte le nazioni commercianti e marittime. Questi sani principj riuscirono pienamente giustificati ad un’epoca fatale, quella della carestia che nel 1764 percosse le provincie vicine, e la stessa Napoli. La previdenza giudiziosa del Borgia fu tale, che Benevento non s’accorse quasi di tal flagello. «Usò egli, lo diremo coll’espressioni del Millin, a ciò ottenere d’un mezzo semplicissimo, e che in simili circostanze dovrebbesi adottare dai magistrati. Economo sagace proibì sotto severe pene di vendere il pane fresco, e cotto nello stesso giorno: l’esperienza avea fatto conoscere al nostro magistrato, che il pane fresco sazia assai meno. Il suo oggetto era con tal decreto di minorare il consumo, moderando l’avidità del popolo per un cibo di prima necessità: e la cosa riuscì esattamente come aveva previsto. I Beneventani furono sorpresi e riconoscenti d’aver vissuto quasi in una specie d’abbondanza in mezzo alla carestia, e il Senato interprete dei loro voti volle perpetuare questo avvenimento con una latina iscrizione in marmo posta nella facciata del palazzo publico». Non contento di provedere ai bisogni e alle necessità della sua provincia volle pur procurarne e promoverne lo splendore e la magnificenza. Cercò d’abbellire la sua città, e di bei monumenti antichi fregiolla o ristorati, o scoperti, e poi rivolse le sue cure a raccogliere e scrivere la storia della città stessa, non risparmiando indagini, ricerche e fatiche, onde dagli archivi, dalle biblioteche, dai monumenti per lui visitati e consultati, e sopra luogo conoscendo e quasi maneggiando quel terreno, e studiandone le antiche memorie, dare una compiuta ed esatta storia di Benevento, che in tre parti publicò dal 1763 al 1769. Anche per questi nuovi meriti del loro governatore, i Beneventani altra iscrizione gli avevano già collocata nel palazzo del Senato. In tutto questo tempo del suo governo egli condusse una vita, che può darsi a modello de’ magistrati e de’ governatori” (BARALDI, 1830, pag. 19).
Alcune curiosità
La fama di Stefano Borgia è legata alla sua fama da collezionista. Tuttavia, il suo amore per i libri non fu da meno. Oggi, buona parte della sua raccolta è conservata nella Pontificia Università Urbaniana (Lanfranchi, 2008).
Personaggio eclettico, poté incrementare la sua collezione grazie soprattutto ai rapporti internazionali intessuti avvalendosi della carica, conferitagli nel 1770, di segretario della Congregazione di Propaganda Fide. Il suo patrimonio si ingrandisce grazie ad acquisizioni pregevolissime: medaglie, reperti e opere d’arte egiziane, etrusche, romane, arabe, messicane e finanche numerose testimonianze di culti orientali. Nel tempo, Velletri e il museo Borgia diventano una tappa obbligata per gli stranieri impegnati nel rituale Voyage en Italie. Anche Goethe visita questa collezione. Dopo la sua morte, il museo si smembra, e attualmente la parte acquistata da Murat nel 1814 è divisa tra Museo archeologico nazionale e Museo di Capodimonte di Napoli, mentre una parte dei codici e gli oggetti di carattere etnografico sono stati trasmessi dalla Congregazione alla Biblioteca ed ai Musei Vaticani, i manoscritti copti alla Biblioteca Nazionale di Napoli.
Nelle sue Memorie istoriche della pontificia città di Benevento, Borgia ricorda che i pubblici consigli di Benevento solevano svolgersi anche nella chiesa di S. Caterina, annunciati dal suono di una campana, denominata la Scarana, esistente sin dal 1317 nel campanile della cattedrale (Borgia, Vol. II p. 170 e vol. III, p. 320).
Su Internet è possibile acquistare una lettera autografa di Stefano Borgia al Capitano Giacomo Nari, con tanto di certificato di autenticità. Costo: 120 euro (www.galileumautografi.com/autografo.php?id=3748&nome=autografo-di-stefano-borgia-cardinale-lettera-a-capitano-giacomo-nari).
Bibliografia
Baraldi Giuseppe, Notizia biografica sul cardinale Stefano Borgia di Velletri, Per gli eredi Soliani tipografi reali 1845.
Bonavita Lucilla, Il cardinale Stefano Borgia. Un erudito del Settecento tra cultura e religione, Edicampus 2014.
Borgia Costantino, Notizie biografiche del cardinale Stefano Borgia, Tipografia Menicanti 1843.
Cancellieri Francesco, Elogi della chiara memoria dell’Cardinale Stefano Borgia, Caetani 1805.
Cardinali Luigi, Elogio detto alla memoria di Stefano Borgia, Cardinale Prete del titolo di S. Clemente, 1806.
De Castris Pierluigi Leone, La collezione Borgia, Electa Napoli 1996.
Enzensberger Horst, Dizionario Biografico degli Italiani : XII, 1970, pp. 739 - 742: www.academia.edu/10364959/Borgia_Stefano
I longobardi dei ducati di Spoleto e Benevento. Atti del XVI Congresso internazionale di studi sull’alto Medioevo: Spoleto, 20-23 ottobre 2002, Benevento 24-27 ottobre 2002 ▪ Volume 2, Fondazione Centro italiano di studi sull’alto Medioevo 2003.
Lanfranchi Maria Enrica, La biblioteca del cardinale Stefano Borgia (1731-1804), 2008.
Langella Rigel, Stefano Borgia. Inediti nell’archivio storico di Propaganda Fide sec. XVIII-XIX, Centro Internazionale di Studi Borgiani. Edizioni Ludica 2021.
Massarelli Francesco, Monastero e Chiesa di S. Caterina in Benevento, in “Corporazioni religiose soppresse / 2”, Archivio di Stato di Benevento, aprile 2019, online: www.archiviodistatobenevento.beniculturali.it/risorse_digitali/S_Caterina/SantaCaterina/Riproduzioni/Introduzione.pdf.
Orsatti Paola, Il fondo Borgia della biblioteca vaticana e gli studi orientali a Roma tra sette e ottocento, Biblioteca apostolica vaticana 1996.
Rossi Pinelli Orietta, «ESTRARRE I SEGNI DI VERITA’ DAGLI OGGETTI»: il museo di Stefano Borgia e dintorni, in «Viaggi e coscienza patrimoniale. Aubin-Louis Millin (1759-1818) tra Francia e Italia», a cura di A. M. D’Achille, A. Iacobini, M. Preti-Hamard, M. Righetti, G. Toscano, Campisano ed., Roma, 2011, pp. 205- 214:
Zerella Pietro, Stefano Borgia governatore del ducato pontificio di Benevento nel XVIII secolo, Mediapress Publishing Srl
LUCIA GANGALE