Gli intrighi di Talleyrand per conservare il possesso del Principato Cultura

Del recente convegno internazionale di studi storici su Charles Maurice de Talleyrand, Prince de Bénévent dal 1806 al 1815, organizzato tra gli altri con la collaborazione della Società dei Francesisti, si è parlato sul nostro giornale nell’ampio resoconto di Paola Caruso, pertanto limiterò il mio intervento ad un aspetto inedito che è stato trattato con originalità e arguzia da uno dei relatori francesi del convegno, Emmanuel de Waresquiel, che è uno dei massimi esperti di storia contemporanea, autore di numerose opere ed in particolare di una recentissima biografia di Talleyrand dal titolo “Le prince immobile”, ritratto quasi definitivo di questo personaggio controverso, avvolto da leggende nere, uomo dell’Ancien Régime, ma con una visione moderna del potere, capace di preservare la propria carriera politica sotto tutti i regimi, dalla Rivoluzione alla monarchia di Louis Philippe. Il titolo dell’argomento presentato al convegno: Talleyrand et Bénévent: ou comment vendre très cher ce qui ne vous appartient pas, ci introduce immediatamente alle geniali macchinazioni messe in atto dall’abile e spregiudicato diplomatico per conservare i suoi diritti su Benevento. Sulla questione, si riscontrano solo alcune righe contenute nelle Mémoires d’outre-tombe di Chateaubriand, nemico storico di Talleyrand, in cui si accenna alle trattative di quest’ultimo per vendere il principato di Benevento allorquando il titolo e il possesso gli erano stati tolti. Per Waresquiel le trattative su Benevento sono un’ennesima testimonianza della straordinaria capacità di Talleyrand di trarre profitto dalle situazioni più intricate, con la perspicacia e la tenacia dell’ uomo d’affari più che del politico eticamente corretto. E così lo storico ci svela le trattative rimaste segrete e ben custodite negli archivi del Vaticano e di Napoli per circa duecento anni e che egli ha pazientemente riesumato. In seguito all’abdicazione di Napoleone e al successivo trattato di pace di Parigi del 30 maggio 1814, legalmente Benevento non appartiene più a Talleyrand. Ciò nonostante, a Vienna, nel settembre 1814, Talleyrand si comporta come se gli appartenesse ancora e negozia con tutti quelli che hanno le mire sul piccolo feudo: Murat che ha tuttavia poche chances, il Papa che ne rivendica il legittimo possesso, Ferdinando di Borbone che lo vede naturalmente inglobato nel suo regno. Talleyrand non ha fretta. E’ sua una delle frasi più celebri:”Voyez-vous, moi, je ne me suis jamais pressé et pourtant, je suis toujours arrivé à temps”. Le trattative così si protraggono per un anno, un anno importante per la diplomazia pilotata da Talleyrand che fa concludere il matrimonio tra il duca di Berry, un Borbone di Francia, con Maria Carolina nipote del re di Napoli per il quale Talleyrand parteggia nel congresso di Vienna in nome del principio di legittimità dei sovrani spodestati. Così con il riconoscente appoggio del re di Napoli, Benevento è ceduta al Papa in cambio di un indennizzo a Talleyrand , inizialmente di sei milioni di franchi, ridotto poi a due milioni, somma che infine viene suddivisa tra il papa e il re di Napoli. Ma non finisce qui perché viene stabilito che il Papa pagherà oltre al capitale, le rendite annuali del ducato al suo vecchio proprietario vita natural durante di quest’ultimo. Waresquiel per completezza di ricostruzione dei fatti, ci mette al corrente degli stratagemmi di Talleyrand per farsi pagare. “On a là la quintessence de son style” dice e aggiunge “Avec Talleyrand, cherchez les titres et les honneurs et vous trouverez l’argent”. Non più principe di Benevento, egli ottiene da Ferdinando il titolo di duca di Dino, dal nome dell’isolotto della costa calabra, ed è su questo titolo che vengono trasferite le rendite dovute dal papa fino al 1838, data della morte di Talleyrand. Facendo tutti i calcoli, Benevento si è rivelato uno dei migliori affari per il principe dell’intrigo, il che non fa che confermare uno dei motti a lui attribuiti: ”L’argent: en avoir toujours; n’y penser jamais”.
ORNELLA CAPPELLA
Presidente SIDEF di Benevento
ornellacappella@yahoo.it