Alla scoperta dei riti Settennali di Guardia Sanframondi Cultura

La Memoria delle processioni penitenziali è l'eredità più preziosa del Sannio. Non solo perché ‘luogo' d'intenso misticismo, ma anche perchè riguarda spazi fisici, paesaggi e architetture che creano un legame eccezionale tra la Terra e Dio. Seguire la processione penitenziale dell'Assunta, a Guardia Sanframondi, significa aprire la mente e l'anima, intraprendendo un viaggio di scoperta del divino e dell'umano. I Riti Settennali, dei quali la processione rappresenta il culmine, tornano quest'anno dal 19 al 25 agosto. Prendono vita in spazi e luoghi non casuali, grazie alla Congregazione dell'Oratorio di San Filippo Neri, fondata nel 1636. Fin dal Medioevo le Congregazioni hanno rappresentato per la Chiesa un mezzo di straordinario coinvolgimento dei fedeli, capace di ricucire maglie sociali allentate da pericoli, guerre, epidemie e carestie. La segretezza e la ripetitività della penitenza laica, che a Guardia è fondamentale, si deve a San Colombano che la diffuse in Europa nel VI secolo. Nel 960 invece si concesse ai penitenti francescani laici servi e coloni la flagellazione e la fustigazione pubblica. Ritroviamo il suo strumento, chiamato disciplina, anche nei Riti settennali di Guardia Sanframondi.

Con Felice Peretti, frate Francescano dell'Ordine Conventuale, vescovo di Sant'Agata de Goti dal 1566 al 1571, poi eletto Pontefice col nome di Sisto V dal 1585, le processioni penitenziali laiche diventano strumento di lotta contro la Riforma Protestante. Negli anni in cui è un semplice frate predicatore a Roma, Peretti conosce grandi personalità come Ignazio di Loyola, Gian Pietro Carafa -diventato poi Papa Paolo IV- e Filippo Neri.

Quest'ultimo ha 25 anni e inizia la sua formazione ascetica percorrendo a piedi per un decennio i sentieri accidentati che conducono alle chiese disperse nella campagna romana. Filippo compie questi cammini devozionali da solo; col passare del tempo gli si affianca qualche amico. Così, le devote passeggiate attraverso boschi e campi coltivati, si trasformano in vere e proprie processioni di penitenza e meditazione, che toccano più chiese; o le catacombe di San Sebastiano, suo luogo di preghiera preferito. Gli effetti di queste processioni sui fedeli sono così toccanti, che nel 1548 Filippo Neri fonda la Confraternita dei pellegrini e dei convalescenti per il culto, l'apostolato, la preghiera e l'assistenza agl'infermi; è ancora laico, ma comincia a tenere discorsi nelle chiese. Diventa sacerdote nel 1551, andando a vivere nella Casa Canonica presso la chiesa di San Girolamo della Carità. Nel 1558 fonda la Congregazione dell'Oratorio che riunisce solo devoti laici; dal 1559 i congregati iniziano a praticare abitualmente le passeggiate devote verso le Sette chiese di Roma. Nel 1572 la Congregazione dell'Oratorio apre le porte anche al clero regolare: teatini, somaschi, barnabiti e gesuiti. Entra in scena Ignazio di Loyola, ideatore e fondatore della Compagnia di Gesù. Dal canto suo, Papa Sisto V è favorevole alle Congregazioni, pur entrando talvolta in conflitto con Oratoriani e Gesuiti. Valori e simbologie delle processioni penitenziali laiche si sovrappongono ancora oggi nella processione dei penitenti di Guardia Sanframondi. La comunità chiamata a partecipare porta in testa una corona di spine come quella di Gesù, l'ispiratore dei gesuiti; annodata ai fianchi una corda, come usavano i devoti dell'Arciconfraternita dei Cordigeri fondata da Papa Sisto V nel 1585, riferita a San Francesco che si scioglie dai piedi i calzari, abbandona il suo bastone, si accontenta di una sola tunica, sostituisce la sua cintura con una corda. Non a caso i Francescani Minori Conventuali furono presenti a Guardia Sanframondi fin dal XV secolo; ad essi dovevano sottostare i penitenti laici del Terz'Ordine, caduti in disgrazia dopo lo Scisma d'Occidente e dichiarati autonomi da Sisto V nel 1586. Il tragitto seguito dalla processione dell'Assunta è strutturato invece come l'antico percorso devozionale di San Filippo Neri: spostandosi fra i 4 rioni della cittadella medievale, posti ai 4 punti cardinali, si fa tappa presso altrettante chiese. Quella di San Rocco è in Piazza Croce, nell'omonimo rione, fondata nel 1575 (poi ricostruita nel 1688) per proteggersi dalla peste, dalle epidemie e dalle invasioni di insetti, eventi che coinvolsero direttamente il santo bizantino, sempre rappresentato con una piaga su una gamba. La processione prosegue verso nord fino al Rione Portella; qui presso Piazza Condotto è la Chiesa di San Sebastiano, che prende questo titolo nel 1623 ma in effetti viene costruita nel 1515 dalla Confraternita di Santa Maria della Pietà, nata a Napoli ai primi del Cinquecento. Proseguendo verso ovest, nel rione Fontanella presso la Piazza Canalicchio, tocca la Chiesa dedicata a San Leonardo, nordeuropeo protettore degli imprigionati, edificata nel 1523. La processione si conclude nel Rione Piazza, a sud del castello, dove sorge la Chiesa dell'Ave Gratia Plena. L'intitolazione è tipica delle chiese-lazzaretto sorte nel Medioevo per assistere i popolani ammalati. I riti penitenziali e la processione sono dedicati alla Vergine Assunta, personificata da una statua lignea il cui ritrovamento è al centro di un racconto dalle delicate metafore, pur sempre riferito a un viaggio. La tradizione narra che, in un arco di tempo compreso tra il XV e il XVI secolo, l'immagine sarebbe stata dissotterrata presso Limatola da alcuni contadini attirati dal suono di campanelli (gli stessi che nella processione dei penitenti ‘richiamano' i fedeli alla devozione). La metafora della chiamata ‘alla luce dello Spirito' è arricchita dal concetto di sacrificio premiato: tra tutte le comunità dei dintorni che cercano di sollevare la statua, infatti, è quella di Guardia Sanframondi che riesce ad estrarla dal sottosuolo, portandola leggera sulle spalle fino al paese; perchè è accorsa sul posto in corteo penitenziale.

Alla processione reale, seppur antica, di Guardia Sanframondi fa riscontro una  prezioso affresco del XVII secolo: si trova sulla parete del cosiddetto Cunicolo Alfonsiano all'interno dell'Episcopio di Sant'Agata de Goti. La pittura, realizzata nel 1613, si deve al vescovo Ettore Diotallevi, che dal 1602 al 1608 ricopre la carica di Prefetto della Congregazione mariana dell'Assunta detta ‘Dei Nobili di Gesù', fondata nella notte di Natale del 1593 a Roma.

Qui seguiamo figure che camminano a coppie tra rocce ed edifici religiosi (la Cattedrale è infatti dedicata all'Assunta), vestite con le loro divise devozionali: in rosso i membri del Collegio Pontificio Germanico-Ungarico fondato nel 1580 dai padri gesuiti; in nero i Gesuiti e in saio di sacco i Francescani, preceduti dal loro stendardo. La devozione, infatti, segue vari tragitti, ma la meta è sempre la stessa: la nostra Memoria.

ROSANNA BISCARDI