Il Sannio è una grande memoria storica Cultura

Come nella più classica delle tradizioni bene auguranti, ha avuto luogo a Cerreto Sannita una bella cerimonia per sancire ufficialmente l'apertura della Biblioteca del Sannio.

Ubicata nel Palazzo del Genio, la casa della cultura sannita raccoglie attualmente circa 2.000 testi (ma il numero è destinato a crescere) redatti sul Sannio, nel Sannio e dai Sanniti, al fine di esaltare il valore delle origini e l'orgoglio della propria terra.

La manifestazione - seguita per circa tre ore da un folto pubblico - si è svolta in due fasi distinte, ma entrambe significative e importanti.

Introdotti dagli indirizzi di saluto di Vincenzo Di Lauro, consigliere comunale delegato dall'Amministrazione cerretese per BibloS, hanno relazionato Giancristiano Desiderio, giornalista, scrittore e direttore della biblioteca “Michele Melenzio” di Sant'Agata dei Goti, e Giuseppe Galasso, il maggiore storico italiano contemporaneo.

Nel ruolo di moderatore, il presidente dell'Associazione Culturale “La Biblioteca del Sannio”, Antonello Santagata, che - a mo' di grillo parlante in salsa sannita - ha pungolato i relatori con le sue domande.

Con l'accorpamento delle province di Benevento e Avellino ha ancora senso una biblioteca che raccoglie tutti gli scritti di Benevento e circondario, oppure, a differenza, rappresenta oramai uno dei pochi baluardi a difesa dell'identità di un territorio?”.

Questo l'interrogativo per Desiderio, il quale, non mancando di sfoggiare la sua grande cultura e passando con nonchalance dai filosofi dell'antica Grecia alle divinità egizie, ha sostanzialmente risposto: “Certo il momento storico in cui nasce questa biblioteca è particolare, ma se una comunità dovesse perdere la propria identità e la propria cultura semplicemente perchè non c'è più un Ente amministrativo... beh allora sarebbe poca cosa quella comunità, ma non credo che siamo a questo punto. Cerchiamo, allora, di invertire il rapporto, cioè non dobbiamo costruire la nostra cultura sulle istituzioni, ma piuttosto dobbiamo costruire le nostre istituzioni sulla cultura e se riusciamo in questo tipo di operazione avremo delle istituzioni più solide, più utili e addirittura più vere e che in qualche modo potranno reinterpretare in maniera più autentica la storia stessa, non solo della nostra piccola comunità, ma proprio della storia nazionale”.

Per Galasso, invece, quesito plurimo: “Quanto preziose sono, in un mondo globalizzato, le memorie di un piccolo territorio dell'entroterra del Meridione d'Italia? Una biblioteca che vuole raccogliere tutti gli scritti della sua terra è un chiaro segno di attaccamento ad essa? Il sentimento di radicamento alle proprie origini è più sviluppato in noi meridionali o è un sentimento universale?”.

Inutile dire che il professore napoletano - 'innamoratissimo del Sannio' come lui si è definito - ha catturato l'uditorio come nessun altro.

“La cultura è impegno - ha esordito - non c'è cultura senza la coltivazione di quelle cose che si ricercano nella cultura stessa e quindi anche nei libri, pertanto una biblioteca non è un deposito morto di libri, ma rappresenta un patrimonio di nozioni di cui possiamo impadronirci e una biblioteca anche se piccola, ma con un disegno importante che la anima, vale più di una grande biblioteca che sia un semplice e caotico ammasso di libri, per cui se realizza un'impresa intellettuale, per minima che essa sia, ha già conseguito il traguardo”.

Di qui il consiglio a chi gestisce materialmente la BibloS: “Una delle vostre prime preoccupazioni deve essere quella di digitalizzare il catalogo e metterlo in rete, è questo il modo migliore per far vivere una biblioteca. Fondare una biblioteca rappresenta oggi un atto di fiducia e di fede nel libro e c'è da rallegrarsi, soprattutto in un periodo come questo, in cui sull'orizzonte del libro si delineano nuvoloni e grandi tempeste, è dunque particolarmente meritorio, perchè attualmente non c'è mercato del libro e anche le case editrici sono in progressiva crisi, il mondo infatti ha trovato nella tecnica informatica una via diversa di conservazione e di trasmissione della cultura, enormemente più potente e più rapida, però io ho una fede mistica nel libro e non credo che stia per morire, certo è che il libro deve prepararsi ad una vita diversa rispetto al passato”.

Sul binomio biblioteca/identità di un popolo, Galasso ha sostanzialmente avallato il pensiero di Giancristiano Desiderio: “Non è un'Amministrazione che deve proteggere, suscitare e far vivere la cultura, la identità, ma è l'identità di un popolo che deve far vivere un'Amministrazione”.

Quindi il monito, che può essere letto anche come una risposta pacata ed equilibrata a coloro che da mesi ci bombardano con le loro ansie sulla fine della Provincia di Benevento, manco stesse venendo la fine del mondo e questo solo per mascherare, il più delle volte, una bieca sete di potere e la paura di perdere poltrone e prebende.

“Legare troppo Benevento al Sannio e il Sannio a Benevento - ha sostenuto Galasso - non fa bene né all'uno né all'altro e non risponde alla verità storica sul Sannio. I Sanniti avevano 4 tribù: i Caraceni, i Pentri, i Caudini e gli Irpini, che occupavano uno spazio molto esteso, praticamente da un pezzo dell'odierna provincia di Chieti fino a gran parte della provincia di Avellino. Non ci si può rifugiare nelle identità del passato, le nostre identità sono un fatto di oggi, il Sannio fu, noi siamo, e non conta che il Sannio ci sia stato, conta soprattutto ed è decisivo quello che facciamo noi oggi per essere ancora nel futuro. La storia del Sannio si concluse, fisicamente i Sanniti furono sterminati e questo è vero per tutto il Mezzogiorno d'Italia che ad un certo punto visse uno sconvolgimento profondo della sua struttura etnica. Dopo la 2ª Guerra Punica c'è stato un rimescolamento di popoli straordinario, il Mezzogiorno è stato un grande crogiolo e fusione di popoli, qui sono arrivate popolazioni da tutte le parti del Mediterraneo e dell'Europa e dobbiamo esserne consapevoli. Il Sannio è una grande memoria storica e come tale va coltivata, ma non deve essere provincializzata, quindi è nobilissimo riferirsi al Sannio e può essere vitalissimo se non viene vissuto grettamente con animo rivendicazionistico e provinciale”.

Un lunghissimo applauso tributato all'eloquio incantevole e sincero del prof. Galasso ha concluso la prima parte della cerimonia, subito dopo si è proceduto al conferimento del titolo di “Socio Onorario e Ambasciatore della Biblioteca del Sannio” a quindici esponenti della cultura sannita distintisi per particolari meriti in campo storico, letterario e culturale.

A ricevere la pergamena sono stati: Ennio Cicchiello di San Lorenzo Maggiore, Andrea De Rosa di Sant'Agata dei Goti, Silvio Falato di Guardia Sanframondi, Cosimo Formichella di Solopaca, Giovanni Fuccio di Benevento, Alfonso Guarino di San Lorenzello, Vito Antonio Maturo di Cusano Mutri, Maria Elena Napodano di Benevento, Mario Pedicini di Benevento, Angela Maria Pelosi di Cerreto Sannita, Valentino Petrucci di San Salvatore Telesino, Emanuele Porto di Faicchio, Renato Rinaldi di Pontelandolfo, Angelo Salvione di Amorosi, e Vincenzo Vallone di Telese Terme.

Per concludere, si è proceduto al simbolico taglio del nastro ad opera di Antonello Santagata e Giuseppe Galasso, quindi il parroco di Cerreto Sannita, don Eduardo Viscusi, ha impartito la benedizione e poi sono volati in alto i tappi delle bottiglie di champagne e si è brindato felicemente.

Lunga vita a BibloS!

ANNAMARIA GANGALE

annamariagangale@hotmail.it 

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