La Rua Catalana e il loro nuovo 'Downtown' Cultura

Rimanda immediatamente ai Beatles degli anni Settanta ed alla loro musica più allegra e spensierata “Downtown”, il videoclip di Valerio Vestoso che racconta l'ultima fatica musicale del gruppo napoletano “La rua catalana”.

Presentato in questi giorni al pubblico beneventano, il lavoro si avvale della collaborazione di Giacomo Cavallo, Celeste Mervoglino e Fabiola Frattolillo e si dipana tra citazioni fotografiche ed allusioni filmiche ad epoche e climi culturali passati, in un festoso e vorticoso happening di immagini sovrapposte, giocate tra luoghi volutamente non identificabili ed un affollato studio di registrazione; una gioiosa girandola di momenti visivi che si susseguono l'uno dietro l'altro senza sosta, accentuando in tal modo il carattere divertente e divertito del brano, anch'esso musicalmente e piacevolmente 'datato' e piuttosto diverso dalla consueta produzione del complesso.

Leonardo De Stasio, Corrado Ciervo, Daniele Pescatore, Vittorio Coviello, Daniele De Lorenzo e Marco Coviello cominciano a lavorare insieme sulla musica nel 2009 a Napoli, città di fortissime emozioni e fonte di ispirazione notevolissima, “crogiolo di storie e tradizioni ed autentica capitale del Mediterraneo”. Il successo arriva subito: rapidamente il gruppo si impone come uno dei più interessanti della regione, partecipando a spettacoli e vincendo concorsi in Campania ed altrove.

Partiti da una ricerca musicale nutrita di atmosfere echeggianti la produzione di Fabrizio De Andrè e quella di Francesco de Gregori, in un mix particolarissimo di armonie, timbri e colorature, fra testi caratterizzati da una scrittura poetica densa e visionaria e melodie profumate di suoni e toni etnici oscillanti tra le sonorità malinconiche del violino ed il tratto jazzistico del pianoforte -vedi “La Rua Catalana”, brano da cui il gruppo prende il nome, ed i due lavori strumentali “Vico Corrieri 34” e “Walk the Chicks”, piu variegati nella struttura e nello sviluppo - i musicisti approdano con quest'ultima fatica ad un altro versante creativo, fatto di testi in inglese e di una 'povertà' strumentale che recupera una vocalità molto più presente e corposa.

“Downtown” fa parte del secondo album, un ep autoprodotto in cui, secondo Corrado Ciervo, “è il rock ad essere contaminato dalla nostra adesione totale al folclore, con una idea compositiva omogenea che pervade i cinque brani dell'opera e rende questo lavoro molto più 'inglese' del primo”.

In effetti il distacco con il passato é marcato: si respira nel pezzo che da il nome al cd una particolare felicità di far musica, abbandonandosi a ricordi sonori che affiorano e documentano attenzione culturale ed amore verso un modo di scrivere canzoni divenuto oramai leggenda e prezioso patrimonio collettivo. Passa forse anche attraverso questa canzone il verso leggero di Roberto Roversi “Chiedi chi erano i Beatles”...

CARLOTTA NOBILE 

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