Al Teatro Romano il Maestro Pappano eleva lo spirito ed allarga le porte del cuore verso orizzonti di bellezza Cultura

La musica dal vivo é qualcosa di indescrivibile, ascoltarla al Teatro Romano di Benevento dall’armoniosa OFB (Orchestra Filarmonica di Benevento), diretta dall’ineguagliabile Maestro Antonio Pappano eleva lo spirito ed allarga le porte del cuore verso orizzonti di indicibile bellezza.

Le vestigia romane dal jazz al pop, dal rock alla musica classica, raccontano nel terzo millennio e diffondono agli uomini i linguaggi diversi, che nel coacervo culturale sono la cifra artistica insopprimibile, per riscoprire la genialità delle note, scritte nelle partiture dai grandi compositori.

Prima che l’OFB si posizioni, l’arpa é il primo strumento ad essere accordato per alcuni minuti. L’ottavino, i flauti, gli oboi, i clarinetti, i fagotti, le trombe, i corni, i tromboni, il tuba, i timpani, le percussioni, l’arpa, i violini I, i violini II, le viole, i violoncelli, i contrabbassi, dispongono le partiture sui leggii, arriva il Maestro Pappano, accolto da un fragoroso applauso del pubblico.

I movimenti della bacchetta danno inizio alla sinfonia n. 9, in mi minore, “Dal nuovo mondo”, op. 95, di Antonin Leopold. Dvorak (1841-1904). La sinfonia é composta da quattro movimenti: I Adagio-Allegro molto, II Largo, III Scherzo-Molto vivace, IV Allegro con fuoco. Basti pensare che Neil Armstrong aveva portato l’opera durante la missione Apollo 11, la prima con atterraggio sulla Luna.

Il secondo brano in scaletta La danza delle ore, tratta da “La Gioconda” di Amilcare Ponchielli (1834-188), il librettista é Arrigo Boito (1842-1918). Dodici ballerine danzano in cerchio, rappresentano le ore, mentre i due ballerini, posti nel mezzo, rimandano alle lancette dell’orologio, il testo é ispirato dalla fervida fantasia di Boito. Al termine un applauso interminabile nel Teatro Romano per Sir Pappano, per l’OFB.

Il Maestro saluta e dice: “Caro pubblico, grazie per questa calorosissima accoglienza. Abbiamo passato un anno e mezzo di torture per la pandemia”. Egli esalta la grinta dei giovani dell’OFB, sottolinea: “E’ un segno di speranza. Voglio ringraziarli di cuore. Ma la cosa più importante non é che si é fatto il concerto, ma che siete venuti al concerto”.

Il Maestro evidenzia l’importanza della musica dal vivo rispetto alle registrazioni, riprodotte dai dischi in vinile, dai cd, dall’ascolto in tv comodamente seduti nelle nostre abitazioni. Non é mancato un velo di nostalgia, rimarca: “Naturalmente sono felice di stare a Benevento, ma il mio cuore sta a Castelfranco in Miscano. La gente del Sannio fa parte di me”. Rivolgendosi al paese dei suoi genitori, Pappano non ha dimenticato le sue radici fortorine, ricordiamo che il padre e la madre, sono emigrati a Londra, hanno lavorato come inservienti in un ristorante, trasmettendo al figlio la passione per la musica, ma in particolare i valori autentici della vita, la voglia di emergere, di riscatto sociale, stimoli grandiosi perché chi nasce nelle aree marginali, coltiva i sogni e li realizza, mostrando nitidamente l'immagine migliore del nostro Paese, in ogni dove.

Rivolgendosi ai suoi compaesani afferma: “Mi mancate, dobbiamo fare qualcosa per voi, lo faremo”. Ha ricevuto un dono, lo ho toccato, ha riconosciuto con le mani la treccia, un prelibato prodotto caseario tipico, sottolineando: “Questa é la più buona al mondo”.

Pappano non soltanto é un direttore d’orchestra mondiale, ma porta con sé i saperi e i sapori della terra degli avi. Il responsabile della comunicazione dell’OFB, il Maestro Emilio Mottola al termine dello storico concerto ha affermato: “Noi siamo felicissimi di aver ospitato il Maestro Pappano, che ha dimostrato ancora una volta quanto ci tiene alla sua terra e quanto tiene all’orchestra., soprattutto per i suoi numerosi impegni é riuscito a ritagliarsi questi due giorni, in cui abbiamo lavorato benissimo. Ci sentiamo profondamente cambiati come orchestra in meglio sicuramente. Ogni volta che viene fa un lavoro straordinario, il concerto di ieri aveva un carico emotivo molto grande, in quanto l’ultima volta che lui ha diretto nel Teatro Romano di Benevento é stato nel 2004, con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia in occasione del Gladiatore d’Oro, questo premio che gli conferì la Provincia di Benevento. Speriamo l’anno prossimo di poterlo fare ancora una volta o a Castelfranco in Miscano o a Benevento, intanto noi ci saremo se lui ci sarà”.

NICOLA MASTROCINQUE

Foto di Paolo Surrenti