Alfonso Coviello de 'I Sancto Ianne' si racconta Cultura

In merito alle antiche tradizioni canore e musicali, tipiche del vasto e diversificato territorio sannita, abbiamo voluto ascoltare Alfonso Coviello, percussionista dell’affermato gruppo de “I Sancto Ianne”, per conoscere un po’ meglio ciò che i nostri antenati ci hanno tramandato in termini, appunto, di canzoni e di musiche locali. Così è accaduto per gran parte della prima fase successiva alla fondazione. Difatti, negli anni passati, da loro si è potuto apprezzare quanto di bello si poteva cantare e sentire nel corso di feste, nelle case private e nei pubblici locali, nonché sulle aie e più in generale nelle feste di piazza. Grazie alla passione per la ricerca storica nel campo dei testi e delle sonorità dei rispettivi componenti e grazie alle valenti e preziose collaborazioni esterne, il complesso musicale sannita ha pubblicato nei giorni scorsi, il suo ultimo lavoro discografico, ricco soprattutto di nuove musicalità come di neo linguaggi. Nell’ultima produzione discografica, “I Sancto Ianne” hanno inciso nuove canzoni, creando un piacevole connubio tra passato, presente e futuro in termini di canti, musiche e, al tempo stesso, di melodie ritmate figlie del tempo che passa, comunque, ora, figlie del nostro tempo!

Alfonso, ci vuole ripercorrere, brevemente, la storia de “I Sancto Ianne”?

Sancto Ianne, il cui nucleo originario nasce nel 1995, fonda la sua musica su un profondo rapporto emotivo con la cultura e le tradizioni della propria terra, il Sannio Beneventano, creando un “neo folk d’autore dalla straordinaria capacità di coinvolgimento” in cui convivono, in maniera naturale, pulsioni rock e musica blues, sonorità arabe e ritmiche balcaniche, ballate malinconiche e ipnotiche tammurriate. Il gruppo ha tenuto centinaia di concerti in Italia e all’estero, ha partecipato a prestigiosi festival internazionali di world music ed ha ottenuto importanti riconoscimenti.

Lo scorso mese di febbraio, avete presentato il vostro ultimo cd, Trase, perché questo titolo?

Senza dubbio, dato il delicato momento storico-sociale che l’intero nostro Paese vive, “Trase” può rappresentare l’invito a “resistere” e, quindi, la speranza per un domani più sereno e più roseo, ma in realtà, proprio come per il precedente album “Mo siente”, il vero significato che abbiamo voluto dare al titolo è quello letterale del termine, intendendo con ciò il profondo desiderio di rendere, ancora una volta, l’ascoltatore indiscusso protagonista del nostro viaggio e del nostro mondo.

Nella storia del vostro gruppo, cosa rappresenta questa pubblicazione?

Questo disco vuole rappresentare per noi una risposta alla crisi che stiamo vivendo oggi nel nostro Paese, una crisi che rende senza dubbio difficile al nostro gruppo, come a molti altri, “fare cultura”. Crediamo però fermamente che sia proprio e maggiormente in questi momenti che si debba dare un segnale forte alla politica e alla gente. Ed è quello che abbiamo sempre cercato di fare … non fermarci mai! Non esser semplicemente lì fermi ad attendere che la tempesta passi, ma viverla pienamente per poterla al meglio superare tutti insieme e perché no, per poterla poi raccontare agli altri.

In “Trase” si può ascoltare qualche novità nell’evoluzione musicale e canora?

Senza dubbio la principale novità di questo nostro ultimo lavoro è rappresentata dalla grande ricchezza che la partecipazione di musicisti ad attori gli ha conferito. Tutti ottimi musicisti ma soprattutto ottimi amici, che hanno, infatti, ben volentieri accettato il nostro invito a fornire il loro personale prezioso contributo al nostro lavoro. Tra questi ricordiamo, perciò, Silvio Orlando, l’attore Antonio Intorcia, Maria Moramarco e Nico Berardi del gruppo folk pugliese “Uragniaun”, il giovane rapper beneventano Shark Emcee, il jazzista sannita Giovanni Francesca, il flautista Carlo De Matola e il chitarrista Antonio Pasquariello.

Perché, per la presentazione, avete scelto la sede de “Il Mulino Pacifico” in Benevento?Questa scelta non è stata affatto casuale. Il Mulino Pacifico è, infatti, la sede operativa della Solot-Compagnia stabile di Benevento, la storica istituzione culturale della nostra città con la quale abbiamo, tra l’altro, anche collaborato per la realizzazione dello spettacolo Valani.

Da chi è formato il gruppo?

L’attuale formazione del gruppo è composta dai seguenti musicisti: Gianni Principe, voce e castagnette; Ciro Maria Schettino, chitarra classica, chitarra battente, mandoloncello, flauti, cori; Sergio Napolitano, fisarmonica, percussioni; Raffaele Tiseo, violino; Massimo Amoriello, basso elettrico; Alfonso Coviello, tammorre, tamburello, darbouka, drum set, percussioni.

E cosa possiamo indicare a chi vi vuole contattare?

Per chi volesse contattarci, su internet i nostri riferimenti sono il sito www.sanctoianne.com e la casella di posta elettronica info@sanctoianne.com

ANTONIO FLORIO

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