Ecco 'aQuistico', il quinto cd del trombettista beneventano Luca Aquino Cultura
Riuscire a ritagliarsi un angolo di fama internazionale in ambito jazzistico cominciando a suonare per proprio conto la tromba a 19 anni, mollandola - e laureandosi in Economia e Commercio - per poi riprenderla, realizzando grazie anche ai virtuosismi di Miles Davis e Chet Baker che 'questo strumento, una passione smisurata, incontrollabile, é rientrato prepotentemente nella mia vita e che, proprio grazie ad esso, appartengo totalmente alla musica' é un'impresa non comune, segno di una personalità artistica particolare, poliedrica e multiforme, indubbiamente creativa. Ed é anche la storia di Luca Aquino, musicista beneventano famoso in Italia ed oltre, del quale é in uscita in questi giorni il cd numero 5, 'aQustico', registrato per l'etichetta di Paolo Fresu, la Tuk Music.
La presentazione video dell'album (regia di Valerio Vestoso) é affidata ad Alessandro Haber ed al suo dialogo un po' stralunato e surreale con la tromba del musicista - il quale contrasta la performance appassionata dell'attore con un'aspra e nello stesso tempo morbida chiosa musicale -; in esso il discorso sonoro sgorga fluido, arricchito dalle esperienze e dalle produzioni passate - tutte di grande qualità artistica - con in più un'attenzione diversa alle sonorità, meno caratterizzate dal 'corpo e dal riverbero' dell'elettronica e più costruite sul suono e sul timbro, sulla natura dello strumento, insomma.
Il tutto in un involucro corposo, fatto di grande attenzione alla melodia e di un'idea di jazz che si nutre di ispirazioni etniche molteplici, si riallaccia nella linea esecutiva ai grandi trombettisti del passato e strizza l'occhio alla sperimentazione ed a una scrittura elegante e raffinata.
Quello che caratterizza Aquino é la bellezza del suono, - non facile da trovare in uno strumento a fiato ed in un tipo di musica 'aggressiva' come quella che fa lui -; riuscire ad averla significa usufruire di una marcia in più, di una possibilità in più di catturare magicamente l'ascoltatore anche laddove l'incanto timbrico non é un must, come nel jazz. Tutto da ascoltare.
CARLOTTA NOBILE