Ezio Greggio dal cabaret al successo cinematografico Cultura

Tra gli ospiti che hanno calamitato l’attenzione del pubblico nel BCT, certamente la presenza di Ezio Greggio si pone nel solco dell’eccellenza dell’evento nazionale, diretto da Antonio Frascadore. Greggio è un conduttore televisivo, un comico, un cabarettista, un attore, un regista, uno sceneggiatore.

Sin dalla prima edizione ha presentato Striscia la notizia, il volto più noto del format insieme ad Enzo Iacchetti. Ha ideato, nel 2001, il Monte-Carlo Film Festival de la Comédie con Mario Monicelli, è il fondatore nonché l’animatore di un sodalizio per i bambini nati prematuramente.

L’<>, dal 1995, è un riferimento per l’assistenza pediatrica, che ridona il sorriso a tante coppie dopo venuta al mondo anticipatamente dei loro figli.

Egli esordisce a Telebiella, la prima televisione locale italiana, nel ‘78, debutta in Rai, partecipando ai programmi La sberla, Tutto compreso di Giancarlo Nicotra e Giancarlo Magalli, senza ottenere un grande successo. Gianfranco D’Angelo lo convince a passare alla Fininvest, la nuova emittente televisiva, in Drive In diventa popolare e comico di successo. L’incontro con i fratelli Carlo ed Enrico Vanzina gli spiana la strada alla settima arte.

Ha ricevuto innumerevoli Telegatti, Premi per la Regia Televisiva, un Nastro d’argento, il Premio Satira Forte dei Marmi. Al BCT ha ricevuto il Premio per la sua fulgida carriera, il 25 giugno in una Piazza Roma sold out, ricevendo scroscianti e prolungati applausi.

Ezio hai esordito a Telebiella, sei approdato alla Rai, in seguito alla Fininvest. Perché il cabaret per te è stato un colpo di fulmine?

Il carabet è stato come per tanti colleghi la palestra iniziale, con il cabaret si inizia a lavorare, ti impari le ossa con il pubblico e quando esci vincente da una serata di cabaret e poi parliamo di cabaret alla fine degli anni ’70, all’inizio degli anni ’80, quando andava veramente per la maggiore. E quindi tantissimi di noi, tutti quelli che poi sono usciti da Drive In, hanno iniziato con il cabaret. E quindi è stata una grande università per tutti noi”.

Come ti ha contattato Carlo Vanzina per il fil Yuppies-I giovani di successo, nel 1986 nel 1987. Quanto devi a Carlo il tuo successo?

Ma io devo tantissimo a Carlo ed Enrico, perché avevo fatto un primo film che si chiamava Sbamm, mi videro in questo film, mi videro a Drive In, mi chiamarono e mi convocarono a Roma, perché avevano un progetto, che si chiamava Yuppies, che sicuramente è diventato un cult della commedia all’italiana. Devo tantissimo a loro, con loro ho lavorato tanto, l’ultimo film l’ho girato è Lockdwon all’italiana proprio con Enrico Vanzina”.

L’ultimo film girato è Lockdwon all’italiana, nella trama si raccontano di coppie quarantenni che scoppiano. Quale messaggio hai voluto dare?

Più che un messaggio è una specie di monologo che faccio sul terrazzo, è un j’accuse in quel momento, quando la gente viveva in casa segregata mentre fuori accadeva un dramma e viveva questa situazione, mentre la gente perdeva la vita e non riusciva più a lavorare. E’ stato un film, che ha realizzato una polaroid molto precisa del momento storico, che come sempre la commedia sa raccontare bene e sa tramandare nel tempo”.

Hai fatto incetta di Telegatti, di Premi Regia Televisiva, Nastri d’argento. Quali di questi ti ha dato effettivamente la grande gratificazione?

Il Premio che riceverò questa a Benevento in assoluto”.

NICOLA MASTROCINQUE

Foto Paolo Surrenti